aggiornato al 11 maggio 2025

 

 

ALLA RIFLESSIONE DEI COMPAGNI

LA LOTTA DI CLASSE DI LOTTA COMUNISTA

CON IL "CARRELLO DELLA SPESA"

NELLE PIAZZE A FAR BENEFICENZA AI POVERI ANZICHE’ LOTTARE CON L’INTERNAZIONALISMO CONTRO “IL NEMICO IN CASA NOSTRA!”

 

 

E’ CON LE LOTTE POLITICHE PUBBLICHE CHE IL PARTITO RACCOGLIE I SUOI ADERENTI, NON CON IL SOLIDARISMO BORGHESE DI AIUTO AI POVERI! ESSERE COMUNISTI NON SIGNIFICA AIUTARE IL PROSSIMO, COME ALCUNI ERRONEAMENTE PENSANO E DICONO, MA LOTTARE ATTIVAMENTE CONTRO LE CONTRADDIZIONI CAUSATE DAL CAPITALISMO. E’ COSI’ CHE SI CONQUISTANO NUOVI ATTIVISTI!

 

 

E’ FONDAMENTALE AVERE UNA CHIARA IDEA DI CHE COSA SIA LA VERA LOTTA POLITICA COMUNISTA.

LOTTA COMUNISTA ANNI ’70. Quando negli anni ’70 sono entrato in Lotta Comunista i compagni più anziani mi spiegavano che “l’aiuto ai poveri” è una pratica borghese opportunista, interclassista, di collaborazione di classe. Usata prevalentemente dai preti per tamponare una delle tante falle causate dal perverso sistema capitalista. Collaborazione di casse che permetteva loro di reclutare attivisti con buoni risultati. Analisi che io condividevo pienamente. 

Mi si spiegava inoltre che era routine da parte di partiti e movimenti radicali di sinistra, che si definivano “marxisti”, “rivoluzionari”,  per conquistare aderenti, servirsi di tattiche borghesi come la lotta ecologica contro l’inquinamento, l’Antifascismo, il Pacifismo, Femminismo, il sostegno ai Palestinesi, ecc.  E come fosse sempre routine che tutti questi movimenti di sinistra definendosi “comunisti” nella loro attività riformista-opportunista o utopista, usassero grandi analisi marxiste, grandi concetti comunisti, altisonanti frasi rivoluzionarie.      

Chi allora dirigeva Lotta Comunista rimarcava nelle riunioni, come fosse invece fondamentale per i rivoluzionari nella loro politica pratica attenersi rigorosamente e assolutamente alla teoria marxista, respingendo le politiche interclassiste e opportuniste borghesi in tutte le loro varianti, per procedere correttamente come i bolscevichi di Lenin e i rivoluzionari socialdemocratici tedeschi di Marx-Engels. Che nel loro espandersi con le lotte, si sono attenuti, hanno applicato  ai propri attivisti e quadri una rigorosa e conseguente formazione marxista, unico modo per arrivare all’obbiettivo rivoluzionario. Altrimenti si sarebbe lavorato per il capitalismo.       

Questa era Lotta Comunista negli anni ’70 e questa è stata la mia formazione politica.

LOTTA COMUNISTA OGGI. Ora Lotta Comunista ha intrapreso la politica del “Solidarismo” di “aiuto ai bisognosi”. Affermando che questo è politica marxista rivoluzionaria. 

Ma … la domanda … aveva ragione Lotta Comunista negli anni ’70 o oggi che fa tutto il contrario?

E’ ovvio, corretta era l’analisi di Lotta Comunista negli anni ’70.  Perché “far beneficenza ai poveri” era ed è politica propriamente borghese. Qui si entra in campo pretesco opportunista. SI AIUTA IL CAPITALISMO. Ed è assolutamente sbagliato.  

Perché se in teoria si predica il marxismo con grandi altisonanti analisi sul sistema, contro il capitalismo, contro l’imperialismo europeo, per la rivoluzione europea, ecc. e poi nella pratica ci si inoltra nella "carità ai bisognosi”, si agisce  borghese. E com’è noto, è la pratica che conta, non la teoria, che sono solo parole.  

Per cui Lotta Comunista per essere coerente nella sua politica anticapitalista non dovrebbe andare nelle piazze con il “Solidarismo”, che applicando la "beneficenza" di fatto è un sostegno al perverso sistema capitalistico, ma protestare nelle piazze a contro il perfido sistema, contro le sue innumerevoli contraddizioni, esattamente  come la stessa Lotta Comunista negli anni ’70 affermava. Una palese contraddizione.

Ma come mai una tale decisione, una tale abnorme metamorfosi?   

La motivazione data è  che aspettando il momento rivoluzionario “questo porta attivisti”, “cresciamo compagni”!    

Quindi oggi Lotta Comunista in netta contraddizione con quanto da essa stessa affermato negli anni ’70, decide, pur di conquistare attivisti,  di passare al borghese “Solidarismo”.

Ma gli attivisti si possono conquistare anche con le lotte contro il capitalismo, proprio come fatto dai bolscevichi di Lenin e dai rivoluzionari tedeschi di Marx, dove nel loro espandersi con corrette lotte contro il contraddittorio sistema ovviamente non esiste traccia di “beneficenza ai poveri”!   Figuriamoci!  

Perché allora oggi questa scellerata decisione? Con Lotta Comunista nella incongruente  situazione dove “si parla bene, ma razzola male” (appunto come i preti)?  

Aiutare la borghesia con il “Solidarismo ai bisognosi”, è per il marxismo cosa aberrante, che mai un partito marxista nella storia si è mai sognato di pensare, figuriamoci di praticare. Doveva arrivare Lotta Comunista con la scusa di “crescere”, per introdurre una simile stupidaggine e farla passare per “marxismo”.  

E’ evidente che chi oggi dirige Lotta Comunista è nella confusione politica più totale, ha perso l’orientamento  politico rispetto a chi dirigeva negli anni ’70.

Perché L.C.  in quegli anni ripeteva che se la crescita è certo importante, ancor più importante, fondamentale per un partito rivoluzionario è la qualità dei suoi attivisti, qualità e competenza, fondamentale per il domani quando si dovranno fare le rivoluzioni.    

MILITANTI COSCIENTI.  E mentre oggi in L.C. si parla di “volontari”, cioè “esecutori”, negli anni ’70 L.C. formava MILITANTI COSCIENTI. Dove si spiegava essere la QUALITA’ basilare per lo sviluppo di un partito rivoluzionario, che è da lì che bisogna partire. “E’ la QUALITA’ che porta alla QUANTITA’” si ripeteva. “Il nostro obiettivo è FORMARE AVANGUARDIE COMPETENTI, se oggi vogliamo estendere il partito e domani fare le rivoluzioni”.  E si aggiungeva come non abbia senso avere sedi e conferenze piene di aderenti, ma incompetenti e superficiali, che senza arte ne parte, senza professionalità, eseguano “passivamente” ciò che chi dirige ordina.  Nella lotta comunista vale il detto “MENO, MA CAPACI!”.

Formare QUADRI COSCIENTI era ed è perciò l’imperativo. Che dopo la teoria solo le dure lotte politiche sociali contro il sistema possono forgiare.

Naturalmente condividevo pienamente questa impostazione. Cosa che poi in seguito ho sempre mantenuto e perseguito.

Perché, se “aspettando il momento rivoluzionario” prioritario è, come dice oggi chi dirige Lotta Comunista, la QUANTITA’ e non la QUALITA’, cioè allargarsi, indifferentemente dal metodo usato per reclutare, anche se borghese, per avere sedi piene, tentando dopo la formazione, allora non solo il borghese “aiuto ai poveri”, ma anche qualsiasi altra tattica opportunista può essere valida, come l’Antifascismo, il Riformismo, il Parlamentarismo, il Femminismo, il sostegno ai “Palestinesi”, l’ecologia” ecc. Tutti metodi borghesi che possono portare di sicuro anche molta più gente “dell’aiuto ai poveri”.

Ma come detto il marxismo rigetta rigorosamente queste pratiche. Perché IL MILITANTE SI DEVE FORGIARE SULLA LOTTA CONTRO IL SISTEMA, LA PRATICA DEVE ESSERE SEMPRE CONSEGUENTE ALLA TEORIA.

Non può essere, il militante non può operare in un partito che fa grandi discorsi comunisti, grandi analisi marxiste contro il sistema, e poi lotti con metodi borghesi! Perché è in questa contraddizione che i militanti e i dirigenti si formano nella convinzione che il sistema è certo perverso e pieno di problematiche, ma che è combattendolo con “il solidarismo ai poveri” (nel caso di L.C.) o lottare per una “migliore democrazia” o “per il femminismo”, o “l’Antifascismo”, ecc. (nel caso dei diversi movimenti di sinistra opportunisti) che lo si può sconfiggere.

Quindi diventa logico vedere come, chi ha sempre operato con questi contraddittori metodi borghesi, poi nei momenti di crisi o rivoluzionari, continui ad agire con lo stesso metodo di sempre,  come la storia dei partiti di sinistra opportunisti riformisti

traditori dimostra. Dove nei momenti rivoluzionari mentre a parole si criticava il sistema,  nella pratica poi lo hanno sostenuto e difeso.  

Quindi l’appello ai militanti e ai dirigenti di Lotta Comunista di abbandonare da subito questo perverso metodo pretesco “di solidarismo aiuto ai poveri”, e reclutare i propri aderenti coerentemente con le lotte come sempre fatto dai rivoluzionari, bolscevichi compresi.  

Perché  la prima comprova, conferma, di questa degenerazione opportunista è proprio ciò che sta accadendo oggi in Lotta Comunista, dove mentre contro la guerra e contro l’aumento epocale degli armamenti in tutto il mondo insorgono e si susseguono proteste e manifestazioni, Lotta Comunista non va in piazza a protestare contro, portando l’internazionalismo, “il nemico è in casa nostra”, ma  è  in   piazza  con   "la beneficenza  ai  poverelli”  cioè  ad  aiutare  il  capitalismo   

(come  i  preti) ricevendo anche vistosi complimenti di numerose testate capitalistiche.  

E’ più che evidente che non siamo più in campo marxista!

METODO CORRETTO. E’ proprio compito dei militanti, dei dirigenti, degli attivisti tutti, definire nella pratica quotidiana del disfattismo rivoluzionario una politica conseguente di lotte politiche, sistemi e metodi efficaci, non contraddittori ne borghesi, che permettano lo sviluppo del partito.     

E’ ciò che stiamo facendo noi leninisti di “Der Kommunistische Kampf” qui a Berlino, dove abbiamo elaborato un metodo innovativo, efficace, totalmente sconosciuto a L. C, corretto, bolscevico,. studiato apposta per i paesi imperialisti, che, anche se tra mille difficoltà porta a più che soddisfacenti risultati (… se io qui a Berlino avessi adottato il tradizionale metodo di L.C., anch’io dopo 6 mesi avrei chiuso, come i numerosi gruppetti di Lotta che qui si sono succeduti – e che verranno). Metodo che mi ha permesso partendo completamente da solo, di formare un gruppetto, che si sta allargando sempre più. Escludendo categoricamente la fesseria borghese opportunista di “aiuto ai bisognosi” che ripudiamo come la peste.

DIMOSTRAZIONE PRATICA che E’ POSSIBILE SVILUPPARE IL PARTITO RIVOLUZIONARIO SE SI USANO METODI GIUSTI, CORRETTI”! Che non c’è bisogno di prostrarsi alla borghesia per espandersi, basta avere le idee chiare, essere competenti e agire coerentemente. Il lato triste della faccenda è però che Lotta Comunista, nonostante il nostro metodo innovativo sia efficace e funzioni molto bene, inspiegabilmente e senza senso lo rifiuti nettamente, persino di prenderlo in considerazione e sperimentarlo, insistendo nel continuare nel suo metodo, per poi ridursi a raccattare gente con il borghese “carità ai poveri”.  

Anche Lutte Ouvriere nell’articolo “Lotta Comunista, una strana scienza del marxismo” del 11 gennaio 2025 è sbalordita della metamorfosi “SOLIDARISTA” ai poveri di Lotta Comunista definendola “strana”. Una “STRANEZZA”  che, ma è chiaro, se i dirigenti di Lotta Comunista degli anni ’70 fossero qui non esiterebbero un secondo, non avrebbero alcun dubbio nel definirla con il suo vero nome: OPPORTUNISMO BORGHESE.

Sembra proprio che chi dirige oggi Lotta Comunista abbia perso del tutto l’orientamento politico! E’ chiaro che l’ incapacità rispetto a chi dirigeva il partito negli anni ’70 è stratosferica.

RENATO PASTORINO  nel suo articolo del marzo 2025 scrive: “IMPEDIRE LA GUERRA SI PUO’ – Contro la guerra, Rivoluzione!”. 

A parte il fatto che i bolscevichi non hanno IMPEDITO nessuna guerra, ma l’hanno FERMATA (bisogna sempre essere molto precisi su queste fondamentali cose), Renato ti volevamo chiedere: “come pensi di IMPEDIRE o FERMARE la guerra? Spiegaci: forse con il borghese “carrello della spesa”?

Scrivi che il partito tocca decine, centinaia di migliaia di persone nelle fabbriche, nelle famiglie, nei quartieri, alle quali vengono spiegate le perverse e catastrofiche contraddizioni del capitalismo. Questo è ottimo. Ma poi nella pratica come pensi (o pensate) di passare all’azione per “IMPEDIRE” la guerra? Visto che invece di educare i militanti contro il capitalismo con le lotte del quotidiano “disfattismo rivoluzionario” siete concentrati ad educare, addestrare politicamente gli attivisti all’altruismo, al solidarismo, al far del bene e aiutare i poveri, è con “la spesa solidale” che agirete? Forse con la “RIVOLUZIONE SOLIDALE”

Il fatto che mentre in tutto il mondo insorgono proteste continue e manifestazioni contro l’aumento epocale degli armamenti e contro le guerre, voi invece di aderire con proteste di piazza portando l’Internazionalismo, nelle piazze organizzate “la carità ai poveri”, E’  MOLTO GRAVE! 

QUANTI ATTIVISTI IN PIU’ POTRESTE CONQUISTARE SE VOI LOTTASTE COERENTEMENTE PER L’INTERNAZIONALISMO CONTRO IL CAPITALISMO, CONTRO LA GUERRA, CONTRO GLI ARMAMENTI, CONTRO “IL NEMICO IN CASA NOSTRA”? Sicuramente molti, molti di più che "andare a fare beneficenza"!  

E poi a seguito, sempre fondamentale per il marxismo: visto che siete “marxisti” “rivoluzionari”,  i “volontari” di Lotta Comunista conoscono la DURA  LOTTA   del   “DISFATTISMO RIVOLUZIONARIO”   basilare   nella   politica   marxista  per 

arrivare alle rivoluzioni, usata dai bolscevichi e dai rivoluzionari tedeschi di Marx? Ne hanno mai (per caso) sentito parlare? Non gliel’avete mai spiegato?

Per es. se voi oggi foste, come nelle conferenze dite, in Ucraina dove esiste una situazione rivoluzionaria (con milioni di giovani che rifiutando la guerra scappano), come agireste per arrivare alla rivoluzione? I vostri “volontari solidaristi” saprebbero marxisticamente  coerentemente con l’Internazionalismo come procedere?

Andrebbero a protestare nelle piazze contro la guerra dove “il nemico è in casa nostra”, o continuerebbero ad agire nelle piazze con il “Solidarismo” aiutando i poveri, come sono stati educati e come attualmente nella situazione del “riarmo epocale” nelle piazze incredibilmente fate? (dove la vostra presenza ufficiale del “nemico è in casa nostra” è totalmente assente) o scapperebbero?

Spiegaci Renato: nella pratica come pensi di “IMPEDIRE” le guerre (che poi a parole “fermare le guerre” è quello che dicono tutti – anche il Papa) e FARE le rivoluzioni con i tuoi “volontari solidaristi”?  Ne hai una pallida idea, hai valutato bene prima di portare Lotta Comunista al disastro?

 

Claudio Piccoli

attivista di Lotta Comunista per 40 anni

e ora attivo a Berlino


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Ps. … mi viene riportato che Lotta Comunista “nella beneficenza” della “spesa solidale” sta applicando il “Soccorso Operaio Internazionale”, uno dei paragrafi istituiti dalla III Internazionale di Lenin.

Questo non è esatto. Perché il “Soccorso Operaio Internazionale” era stato istituito dall’Internazionale con il preciso scopo di aiutare gli operai in difficoltà dovuto alle persecuzioni politiche, ai licenziamenti, agli scioperi e così via, cioè "Solidarismo di Classe".  Non certo nel senso generico di “carità ai poveri" indistintamente come oggi L:C. lo interpreta e lo applica, sia agli immigrati che agli italiani poveri. Per cui ciò che L.C. oggi fa non ha assolutamente nulla a che fare con il “Soccorso Operaio Internazionale”.

Essere antirazzisti non significa aiutare gli immigrati con i "pacchi Spesa" o con "la carità", ma significa assieme a loro combattere duramente contro il perverso sistema capitalistico per una società superiore dove anche la piaga del "razzismo" possa finalmente scomparire. Questo è il VERO ANTIRAZZISMO! Chi dirige Lotta Comunista dovrebbe saperlo molto bene!

Perché se l’attuale “solidarismo" con "opere caritatevoli” fosse veramente il vero “Soccorso Operaio Internazionale” della III Internazionale, e così giusto e importante per lo sviluppo dei partiti rivoluzionari , come L.C. oggi lo interpreta, allora si pongono 2 domande:

Primo: non si capisce come mai nei molti decenni di vita della stessa LC e nei 40 anni di mia intensa attività in LC di “beneficenza ai bisognosi” non ci sia mai stato il minimo accenno.

Secondo: come mai nell’attività dei partiti aderenti alla  III Internazionale non via sia la minima traccia di “opere di carità”, ma come “Soccorso Operaio Internazionale”  vi troviamo invece il "Solidarismo" di un costante aiuto agli scioperanti, agli operai licenziati e perseguitati, cioè "Solidarismo di Classe" correttamente ed esattamente il motivo per cui il Soccorso Operaio Internazionale” è stato istituito.  

Se "la spesa solidale" fosse così importante e fondamentale per lo sviluppo del partito rivoluzionario, allora ancora la domanda: come mai nelle Opere di Cervetto e nei molti testi di Parodi non esiste cenno di “Solidarismo operaio” inteso come “opere caritatevoli”, come pratica politica (e gli immigrati poveri esistevano molti anche ai loro tempi) mentre invece ovviamente come “Solidarismo Operaio” LC allora organizzava collette di aiuto agli operai in sciopero (è LOGICO !) e nelle riunioni si ribadiva il concetto di “aiuto ai bisognosi” come pratica opportunista usata dai preti per tamponare una delle tante falle che il perverso sistema produce?

E mentre nell’intensa attività dei partiti dell’ Internazionale Comunista  del “Solidarismo”, come detto, di  “carità ai bisognosi” non ne esiste traccia (mentre anche a quei tempi gli immigrati e operai poveri erano numerosissimi) i partiti erano invece concentrati  nelle numerose lotte contro il perverso sistema e contro le guerre (basta solo informarsi).

E' CON LE DURE LOTTE CHE I BOLSCEVICHI HANNO SVILUPPATO IL PARTITO per arrivare alla società superiore!  Sistematiche lotte contro il malvagio sistema che oggi in LC mancano del tutto. E' in questo senso che noi come leninisti portiamo il nostro contributo di critica costruttiva a Lotta Comunista per lo sviluppo del partito leninista a livello europeo.

 

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         16 novembre 2024 

ALLA RIFLESSIONE DEI COMPAGNI - LOTTA COMUNISTA VISTA DA BERLINO

LA SFIDA DIVENTA EUROPEA !

LOTTA COMUNISTA E IL “DECENNIO CRUCIALE”

LE NAZIONI SI ARMANO,

LA CRISI CATASTROFICA E CON ESSA IL MOMENTO RIVOLUZIONARIO SI AVVICINA!

SOLO LOTTA COMUNISTA E’ FERMA SULLE SUE RIGIDITA'. 

 

 

Per i marxisti è imperativo che se negli appuntamenti catastrofici rivoluzionari le organizzazioni rivoluzionarie non sono sufficientemente estese le rivoluzioni non avvengono.

In questa prospettiva non solo l’analisi e la strategia devono essere corrette, ma anche le tattiche svolgono un ruolo fondamentale per rendere possibile la strategia.  

Essere rivoluzionari significa non essere rigidi ne fissarsi su sistemi tattici, ma osservatori, riflessivi, elastici, interpretare e capire bene le diverse situazioni e problemi per non sbagliare, e poi risolverli. E saper riconoscere e ammettere i propri errori quando è necessario.  “Fermi sui principi, ma massima elasticità sulla tattica” tuona una nota citazione rivoluzionaria. Esatto.

LE DIVERSE TATTICHE GIUSTE.  Le rigidità tattiche non hanno mai aiutato i rivoluzionari, ne sanno qualcosa Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht che hanno pagato con la sconfitta e poi con la vita le loro valutazioni sbagliate. Ne sanno qualcosa Amedeo Bordiga, Onorato Damen, Anton Pannekoek  (Olanda) e Paul Mattick (Germania) ( la famosa “Sinistra Comunista”) che hanno visto, causa le loro rigidità tattiche, le loro organizzazioni sparire.

Per cui oltre all’analisi anche la tattica corretta è fondamentale per sviluppare un partito.

Ce lo hanno dimostrato prima Marx ed Engels con le loro “Lega dei Comunisti”, “L’Associazione Internazionale dei Lavoratori” (1° Internazionale) e i loro “Socialdemocratici rivoluzionari tedeschi”, e poi Lenin con i suoi “Bolscevichi”, la “Rivoluzione d’Ottobre” e la “3° Internazionale”. Tutti contesti diversi, dove i grandi rivoluzionari hanno saputo cogliere con elasticità le diverse opportunità, usare gli strumenti adatti, capire nel profondo le situazioni.

LA SFIDA EUROPEA.

Adesso tocca a noi, siamo noi in campo.

Esiste Lotta Comunista molto diffusa in Italia. Ma la sfida è ora europea. E urgente.

Le nazioni capitaliste di tutto il mondo si stanno velocemente armando, prefigurando il prossimo scontro interimperialistico. Abbiamo però ancora tempo prima che la catastrofe travolga tutti e tutto e ci trovi impreparati.

Siamo marxisti e quindi sappiamo che con la catastrofe arriva anche il momento rivoluzionario. Ed è a noi anche chiaro che le rivoluzioni sono possibili solo se nelle nazioni i partiti rivoluzionari sono sufficientemente sviluppati per raccogliere l’insoddisfazione e la disperazione delle masse per guidarle alle rivoluzioni.

La realtà ci dice che in Europa mancano i partiti rivoluzionari, quindi dobbiamo fare tutti gli sforzi possibili necessari per installarli.

Per far questo, proprio come insegnano Marx ed Engels e poi Lenin, bisogna saper valutare attentamente le diverse situazioni, mentalità, esperienze, psicologie, e inserirsi con gli strumenti giusti, adatti per agire con efficacia e successo. Solo in questo modo senza rigidità e preconcetti è possibile espandersi. Altrimenti si resta al palo.

LOTTA COMUNISTA e l'Europa

Come per altre organizzazioni radicali di sinistra anche i circoli europei che si collegano ad essa sono minuscoli circoli occasionali, espressione di una grande organizzazione installata in una nazione, sorti per caso da attivisti stranieri che occasionalmente si sono formati politicamente in Italia. Non sono il frutto di una precisa politica estera di espansione di Lotta Comunista. Il circolo di Atene in Grecia per esempio esiste da diversi decenni (se non ricordo male, se ne parlava alla fine degli anni ’80) così come il circolo di Parigi esiste da parecchio (forse dalla metà anni ‘90?), circoli che rimangono sempre minuscoli. Uguale la situazione  degli altri circoli. E’ questo il FONDAMENTALE ASPETTO su cui bisogna riflettere e non ignorare: i circoli esteri rimangono sempre MINUSCOLI CIRCOLI quindi politicamente insignificanti.

Forse non tutti sanno che qualche tempo fa degli attivisti di due diversi circoli esteri di Lotta  si sono messi in contatto con me. Si lamentavano non poco perché da loro “le cose non vanno bene” e chiedevano come facciamo noi a Berlino. Ho dato loro le risposte e gli ho mandato il materiale che mi chiedevano. Mi hanno chiesto vivamente di non citare i loro circoli. Dopo di che non li ho più sentiti. Non so se chi mi ha contattato l’ha fatto a nome suo personale o del circolo. La cosa però che li ha particolarmente irretiti è stato quando ho detto che in Italia ufficialmente viene detto che da loro “le cose vanno molto bene”.

IL CIRCOLO DI BERLINO.

E poi c’è il Circolo di Berlino di LC, dove noi leninisti di “Der kommunistische Kampf” operiamo e direttamente in prima persona possiamo vedere, constatare cosa succede. Dove le cose per LC proprio “non vanno bene”.   

Qui Lotta Comunista in tutti questi anni non ha conquistato nemmeno uno (1) di studenti, nonostante arrivino e si succedono uno dopo l’altro gruppi di attivisti mandati dall’Italia. Con il ripetersi sempre delle stesse situazioni dove i ragazzi all’inizio sono entusiasti, per poi non trovando riscontro e adesione delusi abbandonano.

PARTECIPAZIONE DI CURIOSI.

Pastorino nei suoi resoconti annuali regolarmente scrive sul giornale che all’estero i giovani numerosi si rivolgono ai circoli di Lotta Comunista. Così sul giornale di luglio-agosto 2024: “ La nostra riflessione è un’altra: se è stata possibile allora quell’adesione al marxismo, perché non dovrebbe essere possibile oggi, con studenti di Israele o di qualsiasi altra nazionalità? E’ un fenomeno già in corso nelle grandi università europee, da Roma a Parigi, da Milano a Londra a Berlino” (R. Pastorino “Un decennio cruciale”).

Che ci siano giovani che visitino i circoli esteri di LC è indiscutibile. Riguardante la partecipazione però bisogna distinguere una cosa fondamentale: questi giovani sono dei curiosi occasionali o sono attivisti? Perché se sono solo dei curiosi

occasionali (e in qualche occasione possono anche essere parecchi) ovviamente non rimangono, spariscono subito, non contribuiscono allo sviluppo del partito. Curiosi che in verità visitano un po’ tutte le organizzazioni politiche.

Ed ecco la realtà: “Tutto sommato gira un po’ di gente, il problema è che nessuno rimane” diceva con sincerità una ragazza attivista di uno dei gruppetti succedutosi qui a Berlino.  Anche chi ci ha contattato dai due circoli esteri di LC (come sopra riportato) lamentava un’affluenza di curiosi occasionali, dove nessuno rimane.

Quindi PARTECIPANTI SOLO CURIOSI. Questo l’aspetto cruciale su cui riflettere, che non si può ignorare. Motivo per cui i circoli esteri di LC nei decenni non si sviluppano, rimangono sempre dei minuscoli gruppi.  E spiega  anche il fatto che qui a Berlino LC con il suo metodo non abbia conquistato nemmeno uno (1) di studenti,

La crescita di un partito si misura CON GLI ATTIVISTI, non certo con la partecipazione di curiosi. A noi questo sembra più che logico.    

Ritornando all’articolo Pastorino scrive: “La nostra riflessione è un'altra, se è stata possibile allora quell’adesione al marxismo, perché non dovrebbe essere possibile oggi, con studenti di Israele o di qualsiasi altra nazionalità?”  No, non è “possibile”, non funziona così. Le “adesioni al marxismo” non avvengono automaticamente o meccanicamente, ma gli attivisti bisogna saperseli andar a prendere, con gli strumenti idonei, le psicologie e mentalità giuste. Da aggiungere che se poi qualcuno si aspetta che gli attivisti possano venire  “spontaneamente dall’estero” perché Lott. Com. è un grande partito in Italia, è bene che si sappia che Lott. Com. in Europa è totalmente sconosciuta, in quanto i media della borghesia assolutamente non ne parlano. Nessuno sa niente di LC. Questa è la realtà su cui bisogna riflettere, muoversi per svilupparsi.

E che l’espansione di Lotta Comunista sia  “ …  un fenomeno già in corso nelle grandi università europee, da Roma a Parigi, da Milano a Londra a Berlino” (ibidem) riguardante l’estero, per Berlino come abbiamo visto non esiste, e per gli altri circoli le nostre fonti ci dicono, alcune sopra riportate, che questo non corrisponde. Se così fosse, e cioè che l’espansione è “un fenomeno già in corso nelle grandi università europee” nei decenni i circoli esteri di LC sarebbero ora degli enormi circoli, con più circoli nelle capitali europee e altri sparsi per le nazioni.

IL METODO TATTICO SBAGLIATO.

E’ appunto, come da sempre ribadito, il METODO DI IMPORRE STRUMENTI, MEZZI TATTICI USATI IN ITALIA, CHE ALL’ESTERO NON SONO IDONEI, NON GIUSTI, NON CORRISPONDENTI ALLE ESIGENZE DI MENTALITA’ POLITICHE DELLE PERSONE NELLE DIVERSE NAZIONI. Strumenti che nelle diverse nazioni possono essere malvisti o addirittura ripudiati. E’ chiaro purtroppo che Lotta Comunista questo non l’ha ancora afferrato, e non si capisce come mai si ostini a voler a tutti i costi imporre il “metodo italiano” non funzionante, esistendo altri sistemi idonei che possono agire bene.

Non vedere la realtà o non accettarla, è un grande PERICOLO per l’organizzazione rivoluzionaria ! Non vedere i problemi significa non cercarne le soluzioni!

Soluzioni che necessitano ovviamente non di dannose rigidità, ma di riflessioni, ragionamenti, psicologia, elasticità tattica, apertura mentale a tutte le opzioni possibili. E gli schemi quando non funzionano bisogna aver la forza anche di saperli abbandonare.

Se come i grandi maestri del comunismo affermano: “fermi sui principi” ma “massima elasticità sulla tattica”, è proprio così che bisogna procedere.  

Vogliamo sottolineare che a tal riguardo, quando Lenin ha fondato la 3° Internazionale non ha assolutamente imposto ai partiti aderenti di aver “un solo giornale”, che questo giornale doveva essere scritto “solo dai bolscevichi” perché erano i migliori avendo fatto la rivoluzione, e che tutti dovevano sottostare alle direttive dei dirigenti bolscevichi perché superiori. Non avrebbe avuto senso e il tutto si sarebbe trasformato ovviamente in un disastro.

Ai partiti della 3° Internazionale Lenin logicamente ha imposto le corrette posizioni politiche comuniste chiave fondamentali, sui cui tutti dovevano aderire (“fermo sui principi”) ma sulla tattica (“massima elasticità”) con cui procedere, operare, era poi compito logicamente di ogni partito nella propria nazione, come doveva organizzarsi e con quali strumenti operare. E ogni partito doveva occuparsi dei propri giornali, negli argomenti e negli articoli, scrivendoseli. Questa è storia.

NON E’ TROPPO TARDI.  CE LA SI PUO’ FARE!  IL “DECENNIO CRUCIALE”.   E’  vero,  le  borghesie  di  tutto  il  mondo  si

stanno massicciamente e velocemente armando (esattamente come prima della 1° guerra mondiale) per prepararsi al futuro scontro-disastro. Ed è altrettanto vero che con la catastrofe della guerra si avvicina anche il MOMENTO RIVOLUZIONARIO. Manca però il partito rivoluzionario europeo.

MA C’E’ ANCORA TEMPO.

Lotta Comunista ha forze e capacità più che sufficienti per diffondersi velocemente sul continente europeo. Ma questo diventa possibile se gli attivisti e i dirigenti riescono a liberarsi dagli schemi non idonei, dalle rigidità e dalla fisse. Per impostare e procedere con le necessarie tattiche per espandere i partiti leninisti.

UNIRE LE FORZE PER IL PARTITO EUROPEO, nell’interesso del movimento rivoluzionario. NON PERSONALIZZARE. Il nostro “Der kommunistische Kampf” a Berlino è ancora un piccolo gruppo leninista, ma tutto formato da ragazzi tedeschi, che grazie al metodo corretto si sta via via espandendo. Se gli attivisti che Lotta Comunista manda qui a Berlino invece di girare a vuoto perdendo tempo prezioso con un sistema inutile si unissero a noi, ora, come già in più occasioni sottolineato, il gruppo leninista berlinese sarebbe un grosso gruppo, con altri gruppi leninisti sparsi per la città e per la Germania. Parafrasando Pastorino: perchè il nostro metodo non potrebbe essere da spunto, riflessione, anche per lo sviluppo degli altri circoli esteri di LC? E’ nell’interesse di tutti applicare il sistema che risulta essere il migliore (... massima elasticità nella tattica!). Non è così difficile, è semplice, è logico!   Sono cose su cui riflettere, da non sottovalutare!

Perché è imperativo: SENZA GRANDE ORGANIZZAZIONE, NON E’ POSSIBILE IN EUROPEA ALCUNA RIVOLUZIONE!

SVOLTA ASSOLUTAMENTE NECESSARIA.  

Se in questa massiccia corsa agli armamenti che prelude il prossimo disastro scontro tra le potenze, Lotta Comunista non saprà attuare “LA SVOLTA EUROPEA perdendo, dopo aver perso altri passati decenni, anche questo “DECENNIO CRUCIALE”, rimanendo ferma sulla sue inutili rigidità, il suo tragico destino sarà segnato. Nella catastrofe della futura guerra, senza partito europeo, si troverà isolata, imbottigliata nella periferica penisola italica, dove sarà brutalmente repressa dalle borghesie europee coalizzate contro i rivoluzionari.

E lì saranno cazzi, compagni !! (e se qualcuno pensa che altre rivoluzioni possano “spontanee” insorgere, si sbaglia di grosso!)

E’ QUESTO CHE GLI ATTIVISTI E DIRIGENTI DI LOTTA COMUNISTA VOGLIONO?

E’ PER QUESTO CHE LOTTANO OGNI GIORNO?

 

                                                                                       Claudio Piccoli 

 

 

PRECISARE.  SEMPRE PRECISARE.

Mi viene detto che qui a Berlino alla manifestazione all’inizio di gennaio per la commemorazione di Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht gli attivisti di Lotta Comunista erano una dozzina.

Si. Però non viene detta una piccola ma fondamentale cosa: che alcuni di questi è gente di qui formatasi politicamente in Italia in L.C. e che per la manifestazione sono stati mobilitati. E gli altri erano giovani attivisti italiani appositamente mandati a Berlino per l'occasione. Ma tra loro, nuovi attivisti studenti conquistati nelle università, nemmeno uno ( 1 ) neanche l’ombra! (Un piccolo trucco di Lotta per poter dire in Italia che Lotta Comunista a Berlino è molto numerosa).

Alla manifestazione noi leninisti di “Der kommunistische Kampf” eravamo certamente meno, ma tutti studenti delle università, ben preparati e ben motivati.

E’ un peccato che Lotta Comunista mandi allo SBARAGLIO e a GIRARE A VUOTO questi giovani, sprecando tempo prezioso, invece che si uniscano a noi per il rafforzamento del partito leninista in Europa.

 

 


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PS

Discutendo con loro, molti della dirigenza di Lotta Comunista, come sopra detto, pensano che essendo LC una grande organizzazione in Italia può attirare attivisti dall’estero.

Anche qui calcolano male. L.C. in Europa è totalmente sconosciuta (è ovvio, i media borghesi assolutamente non ne parlano). Ma anche dove è appena conosciuta viene presentata come “Bordighista”, soprattutto per la sua posizione astensionista  (di conseguenza anche noi di “Der kommunistische Kampf”). Bordighisti che Lenin nel noto “Estremismo” pesantemente ha criticato.

Da qui, sia L.C. così come noi, veniamo descritti dai Trotzkisti, Stalinisti e organizzazioni varie come “non leninisti” e “estremisti” con decisa presa di distanza dei giovano che si vogliono avvicinare al Marxismo.

Motivo per cui è ancora più mai necessario essere aperti e affinare i metodi indispensabili di contatto e conquista dei giovani interessati al marxismo senza tante inutili rigidità, fisse e soprattutto l’illusione che possano venire “spontaneamente” da noi.

 

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       8   nov. 2024 

 

E’ ORA DI CHIARIRE !

 

Conoscete l’espressione “girare a vuoto” e "perdere tempo" ? Ecco questa è la situazione di Lotta Comunista a Berlino.

E’ arrivato un nuovo gruppetto di Lotta Comunista qui a Berlino. Quello che c’era prima ha abbandonato, come quello di prima ancora e quello di prima ancora e così via.

Tutti questi gruppi che si sono succeduti, girando a vuoto usando metodi di lavoro che in Germania assolutamente non funzionano spendendo soldi dei lavoratori, non hanno conquistato nemmeno 1 (uno) di attivisti qui a Berlino. Certo c’è qualche ragazzo che per curiosità visita le riunioni di Lotta, ma poi scappano via tutti (una ragazza attivista in uno dei precedenti gruppetti correttamente illustrava così la situazione “Tutto sommato gira un po’ di gente, il problema è che nessuno rimane").  Un’amara realtà che qualcuno non vuole assolutamente ne vedere ne accettare.

In questo nuovo attuale gruppetto di attivisti, che naturalmente come i precedenti inconcludente sta anch’esso girando a vuoto e perdendo tempo prezioso (“seguiamo rigorosamente le indicazioni di Pastorino e Zuccheri” ci hanno detto) spendendo i soldi dei lavoratori (qui i prezzi sono molto elevati) un attivista  è parecchio "strano".

 

Nonostante questa attività con evidenza non produca assolutamente niente, si continua ostinatamente a mandare attivisti che poi delusi abbandonano.

Se invece di far girare a vuoto inconcludenti questi attivisti avessero aiutato noi di “Der Kommunistische Kampf”, che abbiamo un metodo nuovo, che funziona. conforme alle esigenze e alla mentalità tedesca (i tedeschi rifiutano il metodo di Lotta Comunista, come altri metodi) il nostro piccolo gruppo di attivisti leninisti sarebbe ora un grosso gruppo, molto grosso, sicuramente questi ex attivisti di Lotta ora delusi sarebbero rimasti, e facilmente ci sarebbero anche altri gruppi leninisti sparsi per la Germania.   

Non si capisce perchè questi giovani attivisti non collaborano con noi, che il nostro metodo funziona!                                                                                         

                                                                                                                                                                                                                                              Claudio Piccoli 

 

 

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  7 dicembre 2024 

IMPEDIRE LE GUERRE NON SI PUO’! 

LE GUERRE SI POSSONO SOLO TRASFORMARE IN RIVOLUZIONI!

 

 

“Le guerre sono parte fissa del sistema capitalistico” scrivono i marxisti sui loro manifesti. Così come lo sono l’economia, la finanza, la diplomazia, la corruzione, le crisi, le ingiustizie e le contraddizioni sociali.

Ed è proprio così. Le guerre non finiscono mai. Guerre che infestano il pianeta con tutte le loro distruzioni, vittime, disastri.

Perché per i capitalisti  “le guerre  sono  la continuazione della politica con altri mezzi”  afferma 

correttamente il generale tedesco Clausewitz all’inizio del 1800, essendo un metodo quando gli altri non funzionano per battere la concorrenza e aumentare i capitali. Solo così i ricchi possono diventare sempre più ricchi.

Il tutto confermato puntualmente dalla quotidianità.

Pensare ad un capitalismo senza guerre è utopia pura, così come pensare che le guerre si possano evitare.

Tutte le manifestazioni pacifiste che nella storia si sono succedute, anche con milioni di partecipanti, non hanno mai prodotto che un nulla, e non possono produrre nulla, se non illusione, visto che la guerra per i capitalisti dominanti è normalità.

LE INEVITABILI GUERRE SI POSSONO PERO’ TRASFORMARE IN 

RIVOLUZIONI!  

Questo si che è possibile.

Gli esempi della “Comune di Parigi” nel 1871 e della “rivoluzione bolscevica” dell’ottobre 1917 ne sono l’esemplare conferma.

Marx nel capitale afferma che le catastrofiche guerre possono generare “salti in avanti” per l’umanità. Perché è solo in questi drammatici eventi di immani disastri 

causati dal sistema stesso che le masse proletarie disperate, affamate, prostrate, possono trovare la forza per ribellarsi, e se organizzate da rivoluzionari esperti, conquistare il potere. E’ così che è avvenuto nelle rivoluzione della “Comune di Parigi”, ed è esattamente così che è accaduto nella “rivoluzione russa d’ottobre”.

Se “le guerre non si possono evitare” ma “trasformare in rivoluzioni”, questi sono i grandi appuntamenti storici su cui i marxisti si devono organizzare.

Ai marxisti è più che noto: SENZA ORGANIZZAZIONE, NESSUNA RIVOLUZIONE!

Significa che se nei disastri delle guerre le organizzazioni rivoluzionarie mancano, o se in una nazione l’organizzazione non dovesse essere sufficientemente estesa per raccogliere la disperazione delle masse per portarle al potere, la rivoluzione assolutamente non potrà avvenire (l’esempio Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht è esemplare), e il catastrofico  perverso sistema capitalistico proseguirà nel suo andamento di successive crisi e guerre. 

E’ quindi imperativo attivarsi per l’espansione delle organizzazioni rivoluzionarie in Europa, in particolar modo adesso che tutte le nazioni sul pianeta massicciamente hanno cominciato ad aumentare i propri armamenti in vista del prossimo scontro imperialista, che si prospetta sarà tra potenze occidentali contro Cina e alleati.

Perché: LE GUERRE NON SI POSSONO EVITARE, ma TRASFORMARE IN RIVOLUZIONI !


 

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     30  sett.  2024   

IMPEGNAMOCI PER LA RIVOLUZIONE !

E’ assolutamente necessario impegnarsi per la rivoluzione.

 

MENTRE TUTTE LE BORGHESIE SUL PIANETA SI PREPARANO PER IL FUTURO SCONTRO CONTRO LA CINA,

SOLO IL PARTITO RIVOLUZIONARIO NON E’ PREPARATO.

 

E’ noto, lo scontro tra potenze imperialistiche si sta avvicinando, e con esso anche il momento rivoluzionario. Lo scontro tra America + Europa contro Cina e suoi alleati è alle porte. E’ solo questione di tempo.

Tutte le potenze imperialistiche si stanno preparando per l’inevitabile scontro aumentando i loro armamenti.

Solo i rivoluzionari non sono pronti per questo futuro decisivo scontro.

Solo in Italia esiste oggi una organizzazione rivoluzionaria (Lotta Comunista) sufficientemente estesa per poter condurre domani una rivoluzione . Nel resto d’Europa e del mondo NO!

Significa che nel prossimo momento rivoluzionario se mancherà una organizzazione rivoluzionaria europea, la rivoluzione isolata in Italia sarà subito repressa, soffocata. E il catastrofico sistema capitalistico continuerà indisturbato ad imperare. E’ questo che vogliamo? ASSOLUTAMENTE NO!

E’ perciò più che mai necessario concentrarsi per sviluppare l’organizzazione rivoluzionaria a livello europeo.

Una estesa rivoluzione sul continente europeo come inizio della rivoluzione internazionale, è l’unica garanzia perché essa possa resistere ai contraccolpi controrivoluzionari che inevitabilmente le borghesie di tutto il mondo scateneranno contro i rivoluzionari e le loro rivoluzioni.

Se questo non avverrà, se questo mancherà, bisogna aver chiaro, ma molto chiaro, che LE CRISI E GUERRE CATASTROFICHE CAPITALISTICHE SI RIPETERANNO SENZA SOSTA, FINCHE’, APPUNTO, LE RIVOLUZIONI NON LE FERMERANNO.

Per cui è assolutamente necessario impegnarsi fin da subito per la rivoluzione, per affossare al più presto questo mostruoso  sistema.

Non c’è tempo da perdere, prima si toglie il mostro capitalistico e prima l’umanità può trovare la propria giusta dimensione,  il suo benessere.

 

AL LAVORO QUINDI!

 

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     26.05. 2024   

DA BERLINO LETTERA DI SOLIDARIETA’ A LOTTA COMUNISTA, CONTRO I PROVOCATORI TROTZKISTI E STALINISTI PRO-PALESTINA NELLE UNIVERSITA’  

 

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A VOI FALSI COMUNISTI PROVOCATORI CHE NELLE UNIVERSITA’ DIFENDETE LE BORGHESIE TERRORISTE, FANATICHE  SANGUINARIE, CORROTTE  E NAZIONALISTE PALESTINESI, KURDE, CATALANE, E NON I LAVORATORI PALESTINESI,   ISRAELIANI,   KURDI,   IRAQENI,   SIRIANI   E   SPAGNOLI!

 

 

SIGNORI PROVOCATORI trotzkisti e stalinisti: vi è noto che oggi nel mondo tutti i paesi sono CAPITALISTI, e da parecchi decenni? Significa che "il Colonialismo" (se sapete cos'è il "Colonialismo") o  il "Post-Colonialismo" o il "Neo-Colonialismo" non esiste più da decenni.  Significa che oggi le borghesie nel mondo lottano una contro l'altra per le "Sfere di Influenza" (se sapete cosa sono "Le sfere di influenza"), per la conquista di nuovi mercati, per sottomettere altre borghesie o per liberarsi da altre borghesie. E questo vale anche per i paesi capitalisti PALESTINA, KURDISTAN, CATALONIA!

Significa, cosa a voi sconosciuta,  che in tutti i paesi esistenti sul pianeta agiscono le leggi capitalistiche del commercio, della compravendita, del profitto, delle banche, dello sfruttamento. E questo vale anche per i paesi capitalistici PALESTINA, KURDISTAN, CATALONIA!

Ciò significa, cosa evidentemente sconosciuta a voi dilettanti politici dell’ultima ora, che anche la Palestina, il Kurdistan, la Catalogna sono suddivise in due classi, una classe borghese capitalista palestinese, kurda, catalana, che sfrutta brutalmente l’altra classe proletaria palestinese, kurda, catalana, che si difende con scioperi, lotte, manifestazioni.

Questo E’ MARXISMO, SIGNORI PROVOCATORI NAZIONALISTI FALSI COMUNISTI!

IL MARXISMO (è chiaro che voi non lo conoscete) è sempre contro tutti i capitalisti, in tutte le nazioni capitaliste, vale a dire, anche se questo può sorprendervi, anche in Palestina, Kurdistan, Catalogna,! E si pone, sempre, dalla parte dei PROLETARI, non solo logicamente in Palestina, ma anche in Israele (anche se questo vi imbarazza!) non solo in Kurdistan, ma anche in Siria, Iran, Iraq (anche se questo vi stupisce!) e non solo con i proletari catalani, ma il marxismo è a fianco anche di quelli spagnoli, affinchè tutti si organizzino e lottino contro i capitalisti, contro i propri capitalisti, con rivoluzioni, per rompere le catene dell’oppressione borghese e giungere ad una società superiore senza più ingiustizie, classi e sfruttamento.

Queste sono le posizioni marxiste corrette che come leninisti difendiamo con molto orgoglio nelle università, nelle fabbriche, nei quartieri.  Realiste e corrette che hanno permesso a Lotta Comunista nei decenni di espandersi in tutta Italia di aprire circoli anche in Europa!

E non le vostre posizioni nazionaliste, false comuniste, già fallite nel passato.

Zone o nazioni precapitaliste da sostenerne l’indipendenza, come giustamente avevano operato Marx e Lenin a loro tempo, OGGI NON ESISTONO PIU’. Da allora il capitalismo si è sviluppato e diffuso in tutto il mondo, esattamente come previsto da Marx (ma conoscete un po' il marxismo?). Tutti i paesi oggi sono capitalisti e divisi in due classi senza eccezione, anche in Africa, e in tutte le nazioni oggi esiste la lotta di classe tra capitalisti e proletari. Dovreste studiarvi di più la geografia  e l’economia SIGNORI PROVOCATORI!

Ve lo diciamo (e spieghiamo) noi che siamo rigorosamente LENINISTI, a voi dilettanti allo sbaraglio dell’ultima ora.

Questi sanguinari fanatici che guidano le lotte in Palestina, in Kurdistan o in Catalogna, NON LOTTANO PER IL COMUNISMO, come affermate o supponete voi. NO, signori sprovveduti, lottano, esattamente come la borghesie israeliana, siriana e spagnola, per i LORO SPORCHI AFFARI CAPITALISTICI, andando ad ammazzare persone innocenti per le strade, proprio come i capitalisti israeliani, siriani, iraniani e spagnoli, cosa  che con il marxismo non ha assolutamente nulla a che fare! Cosa che VOI fate finta di ignorare.

Voi sostenete borghesie terroristiche corrotte e sanguinarie in Palestina, Kurdistan, Catalogna, finanziate massicciamente da banche, petroldollari e chissà quanto altro, che perseguono l’unico scopo dell’indipendenza per continuare a sfruttare e soggiogare i propri lavoratori, esattamente come le borghesie in Israele, Siria, Iraq, Iran e Spagna e in tutto il mondo. E mai nei vostri comunicati pseudo comunisti vi è un accenno alle tragiche condizioni che i proletari (se sapete cosa sono i proletari) devono subire, per esempio in Palestina e Israele, dovuto alla guerra tra le borghesie palestinese e israeliana. MAI!

QUESTO, SIGNORI OPPORTUNISTI FALSI COMUNISTI, NON HA NIENTE A CHE FARE CON IL MARXISMO!

Il marxismo E’ TUTT’ALTRA COSA, ANDATEVELO A STUDIARE!

 

NOI SIAMO FIERI DELLE NOSTRE POSIZIONI!

 

Stesse posizioni che Lotta Comunista ha sostenuto negli anni ’70-’80 quando altri movimenti trotzkisti e stalinisti vostri predecessori sostenevano come VOI ora, i fanatici terroristi  palestinesi e non gli sfruttati lavoratori palestinesi e israeliani, senza avere la MINIMA IDEA di cosa fosse la LOTTA DI CLASSE. Per poi nella loro confusione rendersi conto ed accettare, che effettivamente i terroristi non lottavano per il socialismo, ma per i loro loschi affari capitalistici, e di conseguenza, questi vostri predecessori, dare forfait, abbandonando la politica e sparire completamente dalla scena, e da molti decenni.  E ora siete arrivati voi, residui di stalinismo e trotzkismo,  sprovveduti totalmente insignificanti, che come trotzkisti e stalinisti vi definite “Comunisti democratici”, ma che andate a provocare e cercate di IMPEDIRE  idee diverse dalle vostre, impedire che ottimi attivisti di Lotta Comunista diffondano  un’ analisi realistica.

 

                                                                                                                                                   Claudio Piccoli

                                                                                                                                                                                                        Attivista per 40 anni per Lotta Comunista

                                                                                                                                                                                                      Ed ora operativo con successo a Berlino

 

 

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Come deve essere condotta una rivoluzione?

LA RIVOLUZIONE PROLETARIA E’ SEMPRE

UNA QUESTIONE MILITARE, MAI SINDACALE

PERCHE’ LA BORGHESIA IMPEDISCHE, SEMPRE, CON  BRUTALI REPRESSIONI

L’ ASCESA DEL PROLETARIATO AL POTERE

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MA QUAL’E’ IL MOMENTO GIUSTO PER GUIDARE UNA RIVOLUZIONE 

E CON QUALI STRUMENTI VA DIRETTA?

 

Su segnalazione di alcuni compagni abbiamo leggermente integrato il testo precedente,

per meglio e correttamente chiarire il concetto di presa del potere proletario.

 

La rivoluzione proletaria è sempre una questione militare. Questo deve essere sempre ben chiaro agli attivisti rivoluzionari. Perché nei momenti rivoluzionari quando le masse lavorative  si esprimono per uno stato proletario, la borghesia non ha nessun scrupolo nel sopprimere con tutti i mezzi, anche militari, i proletari, massacrandoli, affinchè non giungano al potere. Di conseguenza, la rivoluzione proletaria se vince militarmente ha successo, se perde svanisce, non avviene e la dittatura borghese continua a persistere. Non esiste una via di mezzo, assolutamente. Non ci è permesso essere ingenui.   

Le due esperienze storiche rivoluzionarie proletarie al riguardo, la Comune di Parigi del 1871, e l’ottobre russo 1917, hanno potuto aver successo proprio perché i rivoluzionari hanno vinto militarmente sulla borghesia, non per altre ragioni. In tutte le altre esperienze storiche di tentativi rivoluzionari i rivoluzionari hanno sempre perso perché non sono giunti, per diversi motivi, al raggiungimento di una vittoria militare. Quindi alla fine, è questo il nodo cruciale di tutto. 

La nostra politica comunista è articolata in modo di attendere che si creino le condizioni favorevoli per le rivoluzioni, nel frattempo è assolutamente necessario impegnarsi con tutte le proprie forze per la costituzione delle indispensabili organizzazioni/partiti rivoluzionari di esperti militanti che nel momento propizio capitalistico catastrofico dovranno dirigere le rivoluzioni, esattamente come in Russia i bolscevichi hanno pianificato e poi eseguito con successo.        

Ma nel momento rivoluzionario, quando nel capitalismo deflagrano al massimo le sue terribili contraddizioni, con inaudite crisi economiche e sociali, in presenza di guerre, fame, distruzioni, morti a non finire, con le masse proletarie infuriate che cominciano a ribellarsi, e con l’organizzazione rivoluzionaria sufficientemente estesa per essere pronta a guidare l’insurrezione, contro l’oppressione armata dei capitalisti che non vogliono lasciare il potere alle masse lavoratrici, quand’è il preciso momento per la presa del potere? Come riconoscere il giusto attimo?  

L’esempio dato dai bolscevichi è senz’altro il più preciso, il più chiaro. 

Nel 1914, con l’inizio della guerra (1° Guerra mondiale) e il configurarsi dell’appuntamento rivoluzionario, i bolscevichi in Russia hanno cominciato a spingere per la costituzione dei

“Consigli” (Soviet). Ossia organismi politici popolari votati dalle masse in contrapposizione al parlamento russo (Duma), corrotto e sotto stretto controllo dello Zar e dei capitalisti russi. Con il proseguo della guerra questi organi spontanei “Consigli/Soviet” si sono poi diffusi sia su tutto il territorio, cioè nelle città, quartieri, fabbriche e campagne, ma, importantissimo e fondamentale, intelligentemente sono stati costituiti anche nell’esercito. Esercito che nelle guerre, non è più formato da ristrette élite di fanatici com’è ora, ma da milioni di giovani, costretti controvoglia ad arruolarsi e combattere, figli di famiglie operaie e contadine. Perciò milioni di giovani militari controvoglia, che vivono e risentono fortemente le contraddizioni del capitalismo.    

In questi Soviet-Consigli nell’ambiente militare, fondamentali per la futura rivoluzione proletaria per sconfiggere la violenza armata della borghesia, i giovani bolscevichi in Russia, anch’essi costretti ad arruolarsi, cautamente, ma efficacemente hanno potuto fare propaganda rivoluzionaria.    

Essendo che il disastro della guerra proseguendo, determinava l’inasprirsi delle contraddizioni economiche-sociali, aumentando in Russia l’opposizione spontanea al conflitto, le masse trovavano nei “Consigli”, sia in quelli sul territorio (città, quartieri, fabbriche, campagne) che in quelli nell’esercito, il loro giusto referente politico, togliendo potere al corrotto parlamento (Duma). Ma fu soprattutto grazie alla contemporanea intensa attività di dissenso che gli attivisti bolscevichi in Russia ovunque intensamente svolgevano, che l’opposizione alla guerra aveva preso forma politica, producendo l’effetto nelle città, nelle fabbriche, nei quartieri e nell’esercito di una loro forte espansione come numero.

Fino al punto che verso la metà del ’17 i bolscevichi, da poche migliaia com’erano all’inizio della guerra, erano diventati ora diversi milioni diventando maggioranza nei “Consigli” (Soviet).

Il momento della presa del potere si stava avvicinando quindi molto velocemente.

Cosa mancava ancora ai bolscevichi per essere “sicuri” che la presa del potere potesse avvenire in sicurezza?   

Dovevano essere sicuri che, oltre ad avere la maggioranza nei “Consigli” popolari sul territorio, avere anche la maggioranza negli indispensabili “Consigli” nell’esercito e di conseguenza il controllo dell’esercito. In modo che quando i “Consigli” sul territorio avrebbero dichiarato la Rivoluzione, con la costituzione del nuovo Governo Proletario, la fine della guerra e l’emanazione di leggi anticapitalistiche, l’esercito ancora sotto controllo e diretto dai capitalisti non si sarebbe rivoltato contro la rivoluzione, la sconfiggesse, uccidendo tutti i rivoluzionari soffocando il governo proletario. 

Perciò, quando verso la fine del ’17 i dirigenti bolscevichi si sono sentiti sicuri che anche i “Consigli” dell’esercito si erano definitivamente schierati per la rivoluzione e che l’avrebbero sostenuta e difesa, impedendo ogni tentativo controrivoluzionario dei generali tutti fedeli allo Zar, hanno potuto allora dare il via libera alla conclusione del processo rivoluzionario con l’assalto al Palazzo d’Inverno per la definitiva presa del potere. 

Alla fine, è evidente, contro la dittatura dei capitalisti è l’esercito che ha l’ultima parola in una rivoluzione. Ne determina la vittoria o la sconfitta. E noi dobbiamo aver molto chiaro questo punto determinante.

Chi nei tentativi rivoluzionari ha sottovalutato, o ingenuamente, a questo fondamentale aspetto della violenza della borghesia e della sua dittatura armata non pensato, ne ha sempre pagato l’insuccesso molto duramente, e con il sangue. 

Prendiamo per esempio la positiva rivoluzione della “Comune di Parigi del 1871. E’ stata una rivoluzione, in un certo senso, “spontanea”, cioè non pianificata. L'esercito francese

in guerra contro la Prussia era stato sconfitto dai prussiani che avevano messo sotto assedio Parigi. A questo punto il governo francese aveva armato la popolazione parigina per difendere la città. Invece che combattere contro i tedeschi la popolazione in armi guidata dai rivoluzionari Blanquisti si rivolta contro il governo borghese parigino dichiarando il potere proletario. E’ in questo momento che l’ex governo borghese francese ora insediatosi a Versailles smette di combattere gli invasori, rivolta l’esercito contro la Comune di Parigi. Sarà un massacro, una repressione violenta borghese bestiale. Dopo aver sconfitto gli insorti parigini, i militari avendo ricevuto l’ordine di fucilare tutti coloro che nelle mani presentavano dei calli, fucilavano per le strade tutti quelli considerati nemici. Ne furono uccisi a migliaia senza distinzione. Un insegnamento della brutalità della borghesia che si ripeterà poi sempre contro i rivoluzionari. 

Un altro esempio: la rivolta Spartachista tedesca del gennaio 1919. Dove i due dirigenti rivoluzionari Karl Liebknecht e Rosa Luxemburg a capo dell’insurrezione, nei decenni  

precedenti avevano sottovalutato la formazione di un proprio partito, fondamentale per poi, nel momento rivoluzionario, guidare alla rivoluzione le masse (le masse hanno sempre bisogno di esperti per condurre positivamente una lotta o una rivoluzione). Sbagliando, Liebknecht e Luxemburg avevano fatto affidamento sulla spontaneità rivoluzionaria delle masse nel momento rivoluzionario per la presa del potere: una evento impossibile. Mancando perciò le cellule rivoluzionarie su tutto il territorio e quindi anche nel fondamentale esercito, fu facile per la violenta e sanguinaria borghesia, con l’aiuto dei riformisti opportunisti Socialdemocratici, scagliare i militari contro gli spartachisti insorti, sconfiggerli e massacrarli.      

Un’altra significativa esperienza di mancata rivoluzione che poi possiamo analizzare è l’occupazione delle fabbriche in Italia nel 1920. Un tentativo di rivolta glorioso, ma senza dubbio insufficiente - visto che la borghesia nella sua dittatura non esita nei momenti critici ad usare anche la repressione militare per sopprimere la maggioranza proletaria - che senza il supporto dell’esercito è rimasto sterile, senza alcuna possibilità seria di presa del potere, esaurendosi poco dopo da sola. Per questo motivo non è molto conosciuta nell’ambiente marxista internazionale.

Tutte queste sono esperienze che dimostrano inequivocabilmente come l’esercito contro l’oppressione dei capitalisti sia indispensabile nel determinare l’esito di una rivoluzione. La borghesia lo sa, e come ripetuto, lo dobbiamo aver stampato bene nella testa anche noi.

LA “QUESTIONE SINDACALE”. E qui vorremmo mettere l’accento sul “ruolo del sindacato” in quello che è un processo rivoluzionario.    

Ci sono partiti e organizzazioni marxiste, anche molto estese, che nella loro attività politica danno molto, troppo risalto all’aspetto sindacale. Teorizzano che nel momento rivoluzionario il sindacato possa svolgere un peso determinante nel processo Rivoluzione.

Non è sicuramente così. Il sindacato può essere  certo di “aiuto” nel momento rivoluzionario, ma sicuramente non determinante. Chi è determinante è, e può solo essere, l’organizzazione rivoluzionaria, il partito rivoluzionario, che deve guidare le masse proletarie al potere contro la repressione armata borghese.  E la vittoria è in relazione a quanto esso è esteso sul territorio, alla preparazione teorica dei suoi quadri, alla loro competenza politica, all’esperienza pratica dei suoi attivisti. Questo e solo questo è decisivo nel processo rivoluzionario. Il resto è relativo. 

In un paese può esistere un sindacato “forte”, fortissimo, ma nella Rivoluzione senza il partito rivoluzionario con i suoi esperti militanti, questo non conta niente, assolutamente niente. Le esperienze pratiche parlano chiaro (vedi occupazione fabbriche in Italia 1920).

In questa fase controrivoluzionaria, perdere tempo, denaro, energie di molti bravi attivisti per incentivare, promuovere e gestire incontri intersindacali tra aziende europee, come qualche grande organizzazione rivoluzionaria oggi è impegnata, è un controsenso nella politica internazionalista e naturalmente controproducente, soldi buttati al vento e attivisti sprecati. Soldi e bravi attivisti che dovrebbero invece venire impiegati per promuovere i più che necessari contatti, incontri, lotte su punti comuni tra organizzazioni marxiste europee, creare un coordinamento intereuropeo di marxisti. E non per improduttive riunioni sindacati. Perché questo è il “compito” di un partito rivoluzionario.  E’  qui  che siamo nel giusto campo politico.

Perché bisogna aver sempre presente che il sindacato è un organismo borghese di difesa immediata degli interessi della classe lavoratrice, e che questo è il suo scopo, e non altro. Gestito a tutti i livelli, anche alla base, da attivisti e dirigenti antirivoluzionari, corrotti, opportunisti, nazionalisti e spesso anche stalinisti. Motivo per cui il sindacato storicamente dal punto di vista rivoluzionario non ha mai prodotto niente, non produce niente e non potrà mai produrre qualcosa. E’ per questo motivo oggettivo, che a logica i grandi Marx, Engels, Lenin, nel loro agire si sono sempre spesi per le organizzazioni rivoluzionarie, ma mai per i sindacati. Il loro operare è sempre stato caratterizzato, senza prevaricare, ma con lucida analisi, dalla ricerca del contatto e delle lotte comuni con i vari partiti rivoluzionari, considerando sempre la sostanza e avendo chiaro gli obbiettivi da raggiungere, se si analizza il grande operato sia di Marx che di Lenin. E giustamente, perché sono solo le organizzazioni politiche che nella storia possono determinare i cambiamenti, non certo i sindacati. 

La priorità assoluta dell’attività rivoluzionaria va quindi assolutamente indirizzata, concentrata, al massimo raggiungimento dello scopo Rivoluzione. Il resto, anche l’attività sindacale, segue di conseguenza come relativo. 

E’ con estrema sicurezza che ci impegniamo in questo compito storico. Che ci porterà senza dubbio ai risultati voluti.       

   

                                                                                 26 settembre 2022  -    Claudio Piccoli


 

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IL GIORNALE, STRUMENTO DI LOTTA POLITICA

A CHE COSA SERVE UN GIORNALE COME IL NOSTRO, RIVOLUZIONARIO? 

QUAL’E’ LO SCOPO DI UN GIORNALE? 

 

 

Il giornale, come lo sono i libri, le riunioni, l’analisi, le manifestazioni, i volantini, ecc. è uno dei tanti mezzi di lotta politica. Nella nostra quotidiana lotta comunista abbiamo bisogno di molti strumenti per, alla fine, poter battere la borghesia.

Ma, nell’impostare un giornale, la domanda chiave è: qual è lo scopo preciso che si vuol raggiungere con questo strumento di battaglia: Informazione? Agitazione? Chiarimento di idee? Contatto? Autofinanziamento? Collegamenti?

In sostanza, ogni tipo di giornale viene studiato e organizzato per raggiungere un preciso o più precisi obiettivi.

 

Anche il nostro giornale “Der kommunistische Kampf” persegue quindi dei determinati fini. Il primo e fondamentale: è indirizzato a favorire il primo contatto con i giovani interessati al marxismo e alla lotta contro il capitalismo. Quindi è stato costituito sulla psicologia politica dei giovani. Su questa base nella pratica bisogna rispondere a precise esigenze: a quali argomenti politici, temi, lotte, un giovane interessato al marxismo può essere attratto? Qui perciò bisogna capire bene, sperimentare e muoversi di conseguenza. E, in che forma deve essere scritto un articolo e quanto deve essere lungo per, alla meglio, essere compreso da un giovane attratto al marxismo? Infine: a chi deve essere diffuso il giornale e come deve essere diffuso?  Questi i criteri fondamentali di impostazione.

Poi “Der kommunistische Kampf” ha un secondo importante fine: elevare la professionalità politica degli attivisti. Cosa si intende con questo? La diffusione del giornale è 

un elemento fortissimo per spingere l’attivista diffusore a dare alle numerose domande poste durante la diffusione, risposte politiche corrette e coerenti. In questo sforzo si professionalizza moltissimo.

Altro fattore di formazione altrettanto efficace che il giornale svolge: far si che tutti gli attivisti (ma proprio tutti) vi scrivano gli articoli. Fattore fondamentale per favorire di continuo la formazione politica.

Su questi criteri per gli scopi prefissati dobbiamo dire che il nostro “Der kommunistische Kampf” sta funzionando, e bene. Gli interessati lo leggono volentieri e quando i ragazzi tedeschi vengono ai colloqui o alle riunioni (ancora molto piccole) soddisfatti, pongono sempre un sacco di domande politiche.

Ma per essere efficaci come organizzazione rivoluzionaria un giornale non basta, abbiamo bisogno di più giornali. Un secondo giornale di studio, di analisi molto approfondita è perciò assolutamente necessario. Un giornale che dia un’analisi molto più specifica rispetto a “Der kommunistische Kampf”.

Questo secondo giornale, in programma, sarà rivolto solo al giro ristretto interno degli attivisti, e non usato per il primo contatto.  In questo tipo di giornale di studio, gli articoli lunghi e complessi in esso contenuti, possono essere compresi bene dagli componenti dell’organizzazione, accelerando così la professionalità politica di cui hanno bisogno. Anche questo giornale sarà scritto da tutti i militanti, non escludendo nessuno, perché questo, nella formazione politica è assolutamente necessario.

Nella nostra organizzazione leninista non esiste e non esisterà mai una elite politica che si occuperà esclusivamente di scrivere gli articoli mentre tutti gli altri ne rimangono esclusi e il loro compito è di diffonderli. Non ha senso politico. Chi scrive diffonde e chi diffonde scrive. Perché è solo così, dove tutti sanno studiare e scrivere articoli e poi diffonderseli e organizzare, che si può arrivare a dare agli attivisti una professionalità di prim’ordine e completa, che in caso di attacco della borghesia ogni militante è in grado di riprodurre l’organizzazione.

Questi due giornali sono quindi gli impegni prioritari della nostra organizzazione.

Poi avremo bisogno di un giornale per la diffusione nelle famiglie, nei luoghi di lavoro, nelle piazze e così via. Questo altro giornale di primo contatto sarà “Der kommunistische Kampf” con l’aggiunta di articoli per i lavoratori, le masse, ecc.

Naturalmente i vari giornali svolgeranno anche il ruolo di garantire l’autofinanziamento.

Questo insieme di giornali è stato usato con esito positivo, molto positivo dai bolscevichi, e che noi oggi riteniamo indispensabile per lo sviluppo e il corretto funzionamento dell’organizzazione rivoluzionaria leninista. Su questa base il successo è senz’altro garantito.                                       

                                                                                7 luglio 2022  -  Claudio Piccoli


 

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GUERRA IN UCRAINA

CONTRO LA GUERRA CAPITALISTA

LOTTA COMUNISTA GUIDA NELLE PIAZZE

LA LOTTA INTERNAZIONALISTA

 

           15  marzo 2022

“Contro tutti i nazionalismi, la nostra patria è il mondo intero”, “Contro la guerra proletari di tutti i paesi unitevi”, “Lotta internazionalista contro tutti gli imperialismi, da quello di Mosca, a quello di Washington, a quello europeo, che partecipa attivamente a questa nuova spartizione del mondo tra vecchi e nuovi imperialismi”.  

Queste le ferme posizioni internazionaliste gridate nelle citta da Lotta Comunista contro la guerra capitalista in Ucraina, In città come Genova, Milano, Torino, Brescia e tante altre dove l’adesione alle manifestazioni pubbliche da essa organizzate è stata molto partecipata.  

 

Il mondo è governato da capitalisti senza scrupoli, responsabili di guerre e catastrofi che non trovano mai fine. C’è bisogno di non lasciare in mano le piazze ai tanti pacifisti, ai nazionalisti, europeisti, stalinisti e preti, ma che si sviluppi una intensa risposta internazionalista che porti con forza all’interno delle masse stesse che protestano le vere cause e i veri responsabili dei tanti disastri sociali.

E Lotta Comunista in questo compito non si fa attendere, è in prima fila. E tra pacifisti tonti e ingenui, europeisti filo Ucraina, nazionalisti di vari stampi, stalinisti pro imperialismo russo, alza decisa le bandiere dell’internazionalismo contro tutti i capitalismi, per l’unità della classe lavoratrice. E chiama  alla lotta di classe il proletariato per la rivoluzione internazionale. 

Un evento significativo e importante che caratterizza la ferma presa di posizione dell’internazionalismo in queste situazioni di catastrofici e sanguinosi scontri tra borghesie.   

Probabilmente anche questa ennesima guerra capitalistica di Ucraina sarà destinata a evolversi in una lunga carneficina con atrocità a non finire, quindi è molto importante essere presenti, visibili con la lotta di classe nelle piazze pubbliche contro le posizioni opportuniste delle organizzazioni borghesi. Lotta di classe per l’abolizione del perverso sistema borghese, sempre promossa dai grandi del comunismo e sempre perseguita dal movimento operaio e dalle organizzazione rivoluzionarie, che ovviamente non si nascondono.

Ora il proseguo di Lotta Comunista, grande organizzazione marxista, sarà ovviamente continuare con intensità l’opposizione alla guerra, far sentire con forza la voce internazionalista. Certo con proteste e dimostrazioni di piazza, ma anche i presidi pubblici possono essere efficaci, e anche organizzare sit in pubblici con altre forze politiche in modo che nelle discussioni le posizioni internazionaliste penetrino all’interno della classe, porta sempre vantaggi.

 

E’ QUESTO IL COMPITO DEI RIVOLUZIONARI, PER L’ABBATTIMENTO DEL PERVERSO SISTEMA CAPITALISTA E L’INSTAURAZIONE DI UNA NUOVA SOCIETA’ SUPERIORE.


 

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     4 dicembre 2021                                      Lotta Comunista:

 

 

Vinta la battaglia di Genova  ….   persa quella europea.

 

                                                                           (articolo “Lotta comunista” novembre 2021)

                                                      (articolo “Der kommunistische Kampf” agosto 2019)


 

 

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QUI BERLINO:  DIBATTITO SULLO SVILUPPO DEL LENINISMO IN EUROPA  

 

Analisi di futura situazione rivoluzionaria:

SENZA RIVOLUZIONE EUROPEA LA RIVOLUZIONE ITALIANA SARA’ DESTINATA A FALLIRE.

 

IL NECESSARIO SVILUPPO DEL LENINISMO IN EUROPA: 

RICHIAMARE IL PARTITO ALLE SUE RESPONSABILITA’. 

 Aprite gli occhi compagni … aprite gli occhi …

 

 

       

            07 settembre 2020     

 

Noi leninisti , stiamo tutti lavorando per la rivoluzione internazionale. E’ chiaro.  

Nel prossimo momento rivoluzionario, cioè quando l’economia capitalistica a livello mondiale crollerà, causando crisi immani con enorme distruzione di fabbriche, causando guerre, fame, disperazione, ecc. e le masse salariate esasperate reagiranno contro i capitalisti, si aprirà una nuova fase di rivoluzioni proletarie. In questa fase il compito dei partiti rivoluzionari sarà di guidare le masse proletarie disperate alla conquista del potere.

Nella futura situazione catastrofica-rivoluzionaria l’Italia potrà essere un territorio da dove la rivoluzione internazionale potrà partire per poi espandersi in tutta Europa e successivamente  su tutto il pianeta.

E’ nel nostro genoma leninista il concetto però che la futura rivoluzione potrà estendersi a livello internazionale solo se organizzazioni rivoluzionarie saranno presenti nei vari territori nazionali. Altrimenti diventa impossibile. Queste organizzazioni devono essere composte da rivoluzionari esperti e competenti. E nel momento catastrofico-rivoluzionario dovranno essere sufficientemente estese su un territorio nazionale per poter far si che le rivolte delle masse possano trovare una guida estesa per giungere al potere.

Ora, se nel futuro ciclo rivoluzionario, l’organizzazione rivoluzionaria sarà presente e  sufficientemente estesa solo sul territorio italiano, va da se, che non si può pensare ad una rivoluzione internazionale. Ma nemmeno ad una rivoluzione europea. In altre parole, se i presupposti rimarranno come gli attuali, con la presenza del partito leninista limitata solo sul suolo italiano, per logica, nel futuro ciclo rivoluzionario, la rivoluzione avverrà solo nell’area dove l’organizzazione rivoluzionaria sarà presente, cioè nella penisola italiana.

E’ su questi presupposti che oggi come leninisti rivoluzionari dobbiamo ragionare.  

 

FUTURA RIVOLUZIONE E CONTRORIVOLUZIONE IN ITALIA

Presupponendo che certamente la rivoluzione nel prossimo momento catastrofico-rivoluzionario avvenga in Italia, una volta preso il potere, che situazione si troverà ad affrontare l’avvenuta rivoluzione in Italia?

Ovviamente tutte le borghesie si mobiliteranno per sopprimerla. Ed ecco che la rivoluzione in Italia si troverà in una situazione dove l’esercito l’europeo si attiverà per abbatterla. Ma non solo. Potrebbe anche succedere che la rivoluzione partita dall’Italia si trovi di fronte militarmente anche la NATO come esercito che velocemente la vorrà  spazzar via. Significa che i rivoluzionari italiani si troveranno a combattere non solo contro le armate europee, ma anche contro quelle americane, canadesi e assieme loro forse anche gli alleati giapponesi, messicani e chissà quant’altri. Perciò, realisticamente, la futura rivoluzione in Italia non avrà nessuna speranza di poter porre una lunga resistenza.

 

RIVOLUZIONE EUROPEA  

Tutt’altra situazione si presenterebbe se l’organizzazione rivoluzionaria leninista nel futuro momento catastrofico-rivoluzionario fosse già presente sufficientemente su tutto il suolo europeo, o perlomeno in alcuni stati fondamentali di esso, come Francia e Germania. Ecco che allora lo scenario si capovolgerebbe, a favore dei rivoluzionari.  

Si perché, con l’organizzazione rivoluzionaria estesa su tutto il suolo europeo (o quasi) ecco che nel futuro ciclo di rivoluzioni, la rivoluzione internazionale partendo dal territorio italiano si propagherebbe velocemente in tutta Europa, e per i capitalisti diverrebbe estremamente difficile (non impossibile, ma sicuramente molto difficile) su tale immensità territoriale poterla reprimere, soffocare.

 

TUTTO CHIARO, TUTTO LOGICO.

Il problema è, come detto, che manca l’organizzazione rivoluzionaria estesa su tutto il suolo europeo.

Lotta Comunista è l’unica organizzazione rivoluzionaria con posizioni giuste, corrette (che tiene ben ferme e salde) che è riuscita a diffondersi sufficientemente in una nazione. Però come sappiamo, solo sul suolo italiano. Sul resto d’Europa le organizzazioni rivoluzionarie sono totalmente assenti.  E non saranno certo il piccolo circolo di Parigi collegato a Lotta Comunista, sorto 20anni fa e da allora fermo, e neanche quello di Atene di L.C, sorto 30 anni fa e anche quello da allora fermo, che domani nel futuro ciclo di rivoluzioni, potranno guidare le enormi masse proletarie francesi e greche alla rivoluzione. E naturalmente neppure i piccoli nuclei di L.C. a Valencia e a San Pietroburgo.

Quindi è da prender atto che, escludendo l’Italia, la presenza rivoluzionaria nel resto d’Europa è equivalente a ZERO (e le dirigenze di Lotta realisticamente dovrebbero render noto questo agli attivisti). 

Questi piccoli circoli o nuclei esteri di Lotta Comunista fermi da decenni, confermano purtroppo come la grande organizzazione leninista italiana non abbia un metodo organizzativo di espansione fuori Italia che funzioni.

Perciò gli attivisti di Lotta Comunista che tanto si impegnano quotidianamente per la futura  rivoluzione europea, si devono render ben conto, aver ben chiaro, che il loro quotidiano super

attivismo internazionalista in Italia, tutto il loro super lavoro, non sta dando (e non darà) nessun sbocco oltre i confini italiani. E che rimanendo così, dovranno mentalmente afferrare il concetto, rimanendo isolati, che nel futuro catastrofico momento rivoluzionario nessun altro proletariato, ma proprio nessun altro, verrà in aiuto della rivoluzione italiana. Essendo, com’è logico, che verranno a mancare le avanguardie europee che potranno guidare le altre rivoluzioni europee.

 

OGGI QUINDI L’ESPANSIONE DEL PARTITO ALL’ESTERO SI PONE COME QUESTIONE PRIORITARIA ! ASSOLUTAMENTE DA NON PRENDERE SOTTOGAMBA!

 

E’ LA SFIDA EUROPEA DI NOI LENINISTI.

 

Il problema è che le dirigenze di Lotta Comunista negano esista un problema di “allargamento del partito leninista all’estero, sul suolo europeo”. Affermano invece che “tutto funziona bene”. Anche di fronte all’evidente fallimento, all’evidente non funzionamento del metodo impiegato a Parigi, Atene, Valencia, ecc. i vertici continuano a sostenere che il “metodo di espansione leninista italiano sta funzionando e può funzionare benissimo anche all’estero”.

Ma mentre tra la base di L:C. a sempre più attivisti aumentano i dubbi e diventa sempre più  chiaro l’insuccesso del radicamento fuori Italia (almeno così ci scrivono i compagni dei circoli) sembra siano solo le dirigenze di Lotta a non accorgersi de problema (o forse lo rifiutano) ( sta 

accadendo in Lotta forse la storia del “Re nudo”?). Perciò i vertici si oppongono categoricamente all’uso, alla sperimentazione di altri sistemi.    

Preferiscono insistere invece con forza sul concetto “rafforzarsi in Italia per rafforzarsi in Europa”. Cioè il partito si deve rafforzare sempre più in Italia in modo da attirare “avanguardie” di altre nazioni, le quali, vista la forte espansione, si rivolgano a Lotta Comunista.

Un’illusione, come abbiamo già avuto modo di scrivere e come la realtà quotidiana da decenni conferma. Un’illusione che non può funzionare perché le dirigenze di Lotta non capiscono le psicologie che muovono le giovani avanguardie dei vari paesi, le loro mentalità, i loro bisogni di strumenti adatti alle loro diverse situazioni. Le dirigenze di Lotta pensano sempre in modo meccanicistico e pensano di poter dirigere meccanicamente il mondo da Genova (seduti su comode poltrone, ripetendo la frase "insistete!"). Prima o poi però, si dovranno anche loro piegare alla dura realtà.  

 

Noi leninisti di Berlino affermiamo che per diffondere il leninismo all’estero bisogna prendersi le proprie dure e dolorose responsabilità. I militanti, gli attivisti leninisti solo con il proprio trasferimento all’estero e usando sul luogo poi i metodi organizzativi più idonei, giusti, i corretti contatti e i giusti giornali (bisogna studiarsi la situazione in ogni nazione) possono espandere il leninismo. Uno sforzo notevole, ma non certo impossibile.

 

 

                Qui Berlino.

 

LA NECESSARIA SPERIMENTAZIONE PER LO SVILUPPO DEL LENINISMO.

 

Come detto, Lotta Comunista ha mandato degli attivisti qui a Berlino.

E non è per niente bello qui a Berlino vedere questi attivisti leninisti con posizioni serie, 

corrette, giuste (uguali alle nostre) girare a vuoto inconcludenti, sconsolati, perder tempo distribuendo volantini e un giornale incomprensibile (“ma non si capisce niente!” han esclamato un paio di miei attivisti tedeschi) che ovviamente nessuno legge, e che, oltre ad essere incomprensibile è anche completamente inadatto per la situazione tedesca. Dove invece come sottolineato, al di la di tante parole meccanicistiche, nella nuova situazione la sfida esige essere competenti, psicologici, e ben preparati se si vuole essere vincenti.   

 

Il movimento rivoluzionario internazionale ha bisogno, estremo bisogno (e di questo bisogna prenderne seriamente atto) che l’estesa organizzazione Lotta Comunista con le sue giuste e corrette posizioni di successo in Italia, trovi i sistemi più giusti e idonei per espandersi all’estero - e soprattutto sul suolo europeo - il più presto possibile e non si fossilizzi solo in Italia. E’ un fattore essenziale per la rivoluzione internazionale.  

Quindi li abbiamo invitati più volte qui a Berlino gli attivisti di Lotta – spiegando loro che il metodo da loro usato non funziona – li abbiamo esortati a collaborare con noi e sperimentare il nostro METODO DI LENIN. Metodo che loro non conoscono  e quindi non possono sapere se può funzionare o meno (e questo vale per tutto l’apparato del partito). Giusto da vederne la differenza e valutarne la validità - e magari con il loro aiuto si potrebbe prendere uno slancio notevole. Ma il rifiuto è sempre stato totale e netto. Naturalmente (purtroppo) su indicazione della dirigenza.  Andando a perdere così ulteriore tempo prezioso (… un peccato).  

 

Quindi anche qui a Berlino è facile prevedere come questi attivisti usando meccanicisticamente l’usuale sistema organizzativo italiano (come già avviene attualmente ad Atene e a Parigi, ecc.) gireranno a vuoto per anni, decenni senza poter concludere qualcosa. Con la conferma ancora una volta che su questi presupposti meccanicisti Lotta Comunista non avrà nessunissima possibilità purtroppo di portare le proprie notevoli giuste e corrette posizioni all’estero. Si perché, al di là delle enunciazioni retoriche di sviluppo del partito in Europa nelle conferenze e ai primi maggio, nei titoloni sul giornale e sui volantini, questo insuccesso è ormai fisso e chiaro (e sembra che solo i vertici di Lotta Comunista non se ne accorgano).

 

NON E’ BELLO VEDERE UN PARTITO, UN GRANDE PARTITO, NON CERCARE ALTRE SOLUZIONI A FRONTE  DEL PROPRIO INSUCCESSO.

 

Ma lasciamo come sempre ai compagni dei circoli riflettere su ciò e giudicare, tirarne le giuste conclusioni e muoversi nella giusta direzione.   

Sarebbe importante però che le dirigenze spiegassero bene ai militanti e agli attivisti, che, come detto, tanto si impegnano ogni giorno e si danno da fare (come noi) per la rivoluzione internazionale e quella europea, cosa succederà invece se la rivoluzione avverrà solo sul suolo italiano. Cosa aspetta loro un domani qualora la rivoluzione si limitasse solo all’Italia. E’ un presupposto scientifico essenziale per avere un’idea chiara di come si costituirà la situazione nel momento rivoluzionario.

Perché sarà proprio in questo momento sociale-economico catastrofico rivoluzionario, a rivoluzione avvenuta in Italia, che tutte le borghesie si concentreranno per attaccare ferocemente e violentemente soffocando e massacrando la rivoluzione in Italia. E che diventerà evidente in questa situazione di massima disperazione la grave responsabilità dei dirigenti di Lotta Comunista, che immensa e prepotentemente emergerà la responsabilità dei vertici del partito di non aver assolutamente cercato, prima, altre soluzioni per estendere lo sviluppo del partito sul continente europeo. …

[… e  non si dica poi che la cosa non è stata detta, discussa, scritta e ripetuta fino alla nausea …]

 

Da Berlino, la Redazione  e Claudio Piccoli

 

P.S.  L’IMPORTANZA DI UN GIORNALE COMPRENSIBILE.

Riguardante il nostro sito internet stiamo notando (dalle visualizzazioni e dalle mail che riceviamo) come vi sia un continuo e costante interesse da parte dai compagni dei circoli per il nostro giornale. Come l’attenzione verso i nostri articoli, argomenti e chiarificazioni sia forte.

Mantenendo salde le posizioni con una esposizione leggibile - come a suo tempo fatto da Lenin e i suoi bolscevichi - questa è una grande soddisfazione per noi, e una grande conferma contro chi sosteneva - e sostiene - che con questa impostazione di giornale ciò non sia possibile.

Ringraziamo i compagni dei circoli che ci scrivono, per i commenti, a volte anche critici, ma i più di apprezzamento, interessanti e talvolta anche costruttivi.   

 


 

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I LIMITI DI LOTTA COMUNISTA?

 

DOPO IL FLOP ESTERO, LOTTA COMUNISTA

SI RENDE RIDICOLA CON “GLI ANGELI ROSSI”.

     

 

       10 maggio 2020

 

Disfattismo rivoluzionario significa inserirsi massicciamente nelle lotte in Francia sia sindacali che di piazza a sostegno dei lavoratori francesi contro lo sfruttamento, il precariato, contro l’aumento delle tasse, ecc. In Italia a sostegno significa organizzare manifestazioni sindacali di solidarietà, collegamento di lotta, ecc. ecc.

 

 

Disfattismo rivoluzionario significa contro le guerre organizzare proteste, manifestazioni continue - o inserirsi in altre - coinvolgendo altri gruppi politici, associazioni, creando coordinamenti del momento o permanenti. Guerre di cui il capitalismo ne è strapieno, come in Libia, Siria, Yemen, Sudan, Ucraina, Afganistan, ecc. ecc. 

 

 

Disfattismo rivoluzionario significa essere contro il nazionalismo catalano e contro il governo spagnolo - per l’unità di tutti i lavoratori. Essendo i nazionalisti catalani e il governo spagnolo entrambi espressioni di frazioni di borghesie,  contro di esse organizzare e coinvolgere altre organizzazioni con manifestazioni, proteste, sia sul suolo italiano che spostandosi andando ad inserirsi anche nelle proteste sul suolo catalano-spagnolo, mobilitando attivamente l’organizzazione a sostegno dell’internazionalismo durante le manifestazioni.

 

 

 

 

Disfattismo rivoluzionario significa sostenere i duri scioperi e le proteste proletarie contro il carovita in Cile e in Iran, contro il duro sfruttamento e contro le dure repressioni attuate dai vari governi-regimi capitalisti. Organizzando meeting, raduni, manifestazioni varie, coinvolgendo altre organizzazioni  politiche, sindacati, ecc. a sostegno dei lavoratori in lotta, ecc. 

 

 

 

 

Disfattismo rivoluzionario significa inserirsi massicciamente e organizzati nelle proteste “Friday for Future e portare all’interno e far sentire le posizioni leniniste, ossia che “solo in un’altra società può essere risolto il problema ecologico”.

 

 

Disfattismo rivoluzionario significa essere contro il nazionalismo indipendentista dei curdi e contro i regimi siriano, turco, iraniano, per l’unità dei lavoratori che non hanno patria. Organizzando Sit in, tazebao, proteste, inserirsi in manifestazioni, ecc. coinvolgendo sempre altre organizzazioni, associazioni, sindacati.

 

 

Disfattismo rivoluzionario significa inserirsi in forza nelle varie mega proteste contro i G7 e portarvi all’interno le posizioni leniniste contro gli opportunisti e i capitalisti, contro lo sfruttamento, contro il precariato, ecc.

 

 

Disfattismo rivoluzionario significa contro il governo borghese italiano organizzare di continuo proteste nei luoghi di lavoro e nelle università. Creare coordinamenti nelle varie manifestazioni, coinvolgendo o aggregando, contro il precariato, stipendi bassi, contro le alte tasse sui salari, ecc. ecc.

 

 

Disfattismo rivoluzionario è denunciare come i capitalisti durante l’imperversare dell’infezione coronavirus - per non perdere profitti - facciano pressioni enormi sui vari governi perché i lavoratori tornino a lavorare anche se il contagio è ancora molto attivo aumentando il rischio di infezione e morti tra i dipendenti.

 

 

In altre parole   disfattismo rivoluzionario significa entrare nella lotta politica viva contro il sistema, fare politica rivoluzionaria viva, entrare nelle contraddizioni del capitalismo, esattamente come facevano i bolscevichi condotti da Lenin.

 

 

Cosa fa invece Lotta Comunista?

 

Per qualche euro in più  … porta a casa la spesa alle vecchiette.  Ricevendo gli elogi e il plauso di numerosi giornali della borghesia (sich!).  

 

 

 

                     Forse le dirigenze di Lotta dovrebbero rivedere, riaggiustare un po’ il loro attivismo politico.

 

                                                                                                                                                                                                                                          da Berlino, la Redazione 

 

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P.S     31 maggio 2020

 

           I compagni hanno per caso visto che anche il giornale dell'estrema destra si congratula di Lotta Comunista?

 

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                  31 ottobre 2019

 

Lotta Comunista ha mandato di nuovo degli attivisti qui a Berlino, i quali si sono messi in contatto con noi.

Gli attivisti proseguiranno con il lavoro tradizionale di Lotta Comunista di un solo giornale, noi continueremo

con il metodo di Lenin e i bolscevichi  di più giornali.

 

                                                                                                                                  da Berlino, Claudio Piccoli

 

 

- se si è dei veri rivoluzionari e si vedono delle modifiche da introdurre che possono migliorare l’organizzazione rivoluzionaria, cioè

l’espansione dell’organizzazione rivoluzionaria, abbiamo il dovere di proporre e sperimentare con forza questi miglioramenti-modifiche, che il partito (con entusiasmo) dovrebbe sostenere -

 

 

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     9 agosto 2019

RIFLESSIONI E RAGIONAMENTI SUL MANCATO SVILUPPO DEL PARTITO LENINISTA IN EUROPA

IL  20ennio PERDUTO DI LOTTA COMUNISTA

E IL FLOP DI BERLINO

 

LE DIRIGENZE DI LOTTA COMUNISTA PREFERISCONO BRUCIARSI L’EUROPA, PIUTTOSTO CHE SPERIMENTARE

NUOVI METODI DI ESPANSIONE 

 

 

 

         

 

Il partito bolscevico ha usato diversi metodi per espandersi, metodi che Lotta Comunista  oggi non usa. Ma che permisero a Lenin, loro capo e fondatore, di sviluppare un partito rivoluzionario in 15 anni e che da zero è potuto arrivare alla rivoluzione del ’17.

Avevano più giornali nazionali, alcuni dei quali (come la Pravda) di primo acchito, d’attacco, di battaglia, scritti in modo semplice, da diffondere come primo contatto, e altri di analisi e studio (come l’attuale giornale Lotta Comunista).  

Come tattica pratica, detta di “disfattismo rivoluzionario” i bolscevichi si inserivano nelle lotte altrui (anche se organizzate da partiti e movimenti opportunisti borghesi) dove proprio Lenin ne era maestro, per portarci all’interno le posizioni rivoluzionarie comuniste disfattiste e possibilmente influenzare le lotte stesse. Ma cosa fondamentale, per conquistare giovani manifestanti protestatari e indirizzarli alla causa comunista.

Sapevano tenere contatti continui con le altre organizzazioni politiche (come faceva Lenin per es. con i menscevichi, i socialisti, o gli anarchici) e i bolscevichi aderivano, assieme alla frazione socialdemocratica radicale tedesca di Karl Liebknecht e Rosa Luxemburg, alla 2° Internazionale opportunista. Per, da una parte continuare a portarvi all’interno le posizioni rivoluzionarie e conquistare nuovi adepti, dall’altra costituire momentanei raggruppamenti politici dove su alcuni punti comuni dar battaglia all’opportunismo stesso.   

Esempi famosi di questa efficiente tattica di intervento di “disfattismo rivoluzionario” politico di Lenin possiamo citarne i più famosi. Celebre è l’intervento di Lenin al Congresso della 2° Internazionale di Stoccarda del 1907, dove assieme alla Luxemburg e Martov (menscevico) fecero approvare una risoluzione dove si affermava che “in caso di guerra i comunisti si impegnavano a far cadere il sistema capitalistico”.    

Altro evento famoso di “disfattismo” è la nota partecipazione di Lenin e Trotskij alla riunione di Zimmerwald in Svizzera contro la guerra. La riunione non era stata organizzata dai rivoluzionari o dai comunisti come si potrebbe aspettarsi, bensì da opportunisti svizzeri capeggiati da R. Grimm aderenti alla 2° Internazionale interventista, ma essi contrari alla guerra. Lenin e Trotskij ne hanno visto la possibilità di intervenirvi e sfruttarla per la causa rivoluzionaria facendo approvare il noto documento contro la guerra.  

I dirigenti di Lotta Comunista, rigidi come sono nel rifiutare contatti politici a tutti i livelli con tutti e tutto, avrebbero partecipato alla corrotta e nazionalista 2° Internazionale o alla riunione di Zimmerwald organizzata dagli opportunisti svizzeri per portarvi le posizioni rivoluzionarie disfattiste? Da come adesso si pongono in tutte le situazioni politiche in giro per l’Europa noi siamo sicuri di no. Ma lasciamo ai compagni dei circoli giudicare.

 

Ma non solo.

IL FLOP DI BERLINO    

Forse non tutti sanno che recentemente Lotta Comunista è intervenuta con due iniziative a Berlino. Ovviamente usando sempre i propri metodi di lavoro soliti.     

Sono apparsi nelle università 2 serie di volantini (da noi visti per caso) firmati il primo “Bulletin des Internationalismus” (nome con cui LC si firma anche sul suo sito internet tedesco) e il secondo “Junge Internationalisten” (con le tipiche tematiche di L.C. e come punto di riferimento sempre la stessa persona) dove si invitava (foto a lato) a partecipare a due riunioni distinte: la prima nell’ottobre 2018, l’altra nel gennaio 2019. Nessuno ha visto (e nessuno ci ha  riportato di aver visto) come lavoro di invito alcuna diffusione del giornale. Non sappiamo l’esito di partecipazione perché noi, come detto, siamo venuti a saperlo dopo.

Dei due fatti importante da comunicare ai compagni dei circoli e che ci ha enormemente sorpresi e stupiti è che durante questa attività L.C. non ha preso nessun contatto con noi leninisti berlinesi, pur sapendo benissimo che siamo attivi nelle università. Noi gli attivisti di Lotta Comunista non li abbiamo mai ne visti ne sentiti, pur essendo noi sempre in diffusione e ben visibili fuori dalle università. Non si sono ne presentati (ciao, siamo di Lotta Comunista) ne ci hanno mai contattati.

Allora la domanda politica: perché questo comportamento? Perché evitarci? Qual è il significato politico di questo voler ignorarci? Abbiamo lo stesso obbiettivo rivoluzionario e le stesse posizioni leniniste (e si suppone che tra leninisti si voglia collaborare) perché allora non incontrarci? Almeno per parlare e confrontarsi, e magari fare anche qualcosa di utile assieme. Invece niente, assolutamente niente.  

Fatto sta, che dopo queste due iniziative la presenza di Lotta Comunista a Berlino è svanita, sparita, non si è più visto nulla e nessuno. Evidentemente il lavoro fatto non ha dato

nessun risultato. In pratica, il classico metodo di lavoro di L.C. a Berlino (come noi sottolineiamo) non ha prodotto nulla e gli attivisti se ne sono andati a … mani vuote.

Gli attivisti sono spariti:  delusi? Scoraggiati? O … giovani mandati allo sbaraglio?  Sicuramente un flop! Certo un flop. Perché il lavoro d’approccio è senz’altro sbagliato. Quindi tempo perso.

Ma forse no. Perchè per noi un effetto positivo l’iniziativa di L.C. a Berlino l’ha certamente avuta: gli attivisti che l’hanno condotta hanno potuto constatare di persona e potranno riportare che, fuori penisola, i metodi di lavoro tradizionali di L.C. non funzionano e devono essere modificati. 

La domanda politica su cui riflettere quindi è: ignorare tutto e tutti, è questo il sistema che le dirigenze di Lotta Comunista intendono quando affermano di voler recuperare il famoso “ritardo europeo del partito leninista?    

Se è questo, allora Berlino si conferma come l’ennesimo insuccesso. Complimenti!  

Per caso i vertici di LC si sono rassegnati e non volendo modificare i loro metodi organizzativi hanno forse deciso di aspettare il momento rivoluzionario per estendere il partito fuori Italia? Allora bisogna ricordare con forza alle dirigenze e ai militanti che tale comportamento d’attesa non è mai stato nella logica rivoluzionaria, ne del grande Marx, ne dell’altrettanto immenso Lenin, e pare di capire neanche del tenace fondatore e grande Cervetto. I quali si sono sempre spesi e prodigati nei lunghi momenti controrivoluzionari per tessere costantemente contatti e creare reti rivoluzionarie. 

Il flop di Berlino, l’insediamento solo italiano, rafforzano purtroppo in noi sempre più la convinzione che, visto il partito fermo a Parigi da 20anni e ad Atene da 30, le dirigenze di L.C. non hanno la minima idea di come operare e sviluppare il partito leninista fuori Italia.

 

ALTRA SITUAZIONE DA CHIARIRE.

Visto da qui da Berlino, è così incomprensibile, disarmante vedere come le dirigenze spendano soldi e tempo nell’organizzare riunioni europee sindacali di azienda o di categoria a Genova, cercandone con insistenza i contatti, promuoverne le iniziative. Cose che, se dal punto di vista di incentivo alla costituzione del sindacato europeo sono certamente positive, dal punto di vista pratico di colmare il “ritardo del partito leninista in Europa” (cosa decisamente primaria e super fondamentale per noi rivoluzionari) non servono assolutamente a nulla. Perché è noto che le varie dirigenze sindacali straniere che partecipano a queste iniziative a Genova sono burocrati sindacali super opportunisti, appartenenti a più svariati partiti più che mai corrotti (come l’SPD tedesca per es.) ai quali della rivoluzione e del leninismo non gliene importa assolutamente niente. Anzi se possono lo contrastano aspramente e attivamente (e come il passato dimostra, dove hanno ucciso i rivoluzionari). E le dirigenze di L.C. san perfettamente che è così.  

Incomprensibile, perché appunto dall’ALTRO LATO, come l’illuminante fatto di Berlino dimostra (Berlino dove prima del nostro arrivo, nessuno - ma proprio nessuno - conosceva Lotta Comunista) i vertici di L.C. si ostinano a rifiutare tutti i contatti politici-rivoluzionari sovranazionali, compresi noi leninisti.

Potrebbero invece per es. (seguendo i metodi di Marx e Lenin) promuovere aggregazioni antistaliniste e antinazionaliste a livello europeo (e oltre), organizzando manifestazioni internazionaliste contro, per es, il nazionalismo di Maduro e Guaidò, o contro il nazionalismo catalano e spagnolo, oppure contro il nazionalismo curdo e turco, ecc. Oppure, visto la stazza di L.C, il partito potrebbe promuovere una giornata di lotta europea in tutte le università europee contro il lavoro precario giovanile, ecc. Poi inserirsi nelle varie contestazioni europee, e così via (come idee, spunti).  

Non far questo, rifiutare ogni lotta e ogni contatto politico-rivoluzionario, ostinarsi all’isolazionismo italiano-genovese, tutto questo appare ai nostri occhi politici così assurdo, così incomprensibile. E grave è la responsabilità delle dirigenze di L.C. per il ritardo europeo del partito. Ma lasciamo anche qui i compagni dei circoli riflettere e dare il giudizio su queste ottusità che non servono a niente, ma che spiegano amaramente perché Lotta Comunista rimane strettamente rinchiusa nei confini italiani, assolutamente isolata e perché da molto tempo, troppo tempo, non riesce ad uscirne.

Lo SVILUPPO -  anche di un partito - presuppone, com’è di logica, massima elasticità, ricerca, osservazione attenta, e sperimentazione. Così funzionano sviluppo e scienza! Se i vertici di Lotta Comunista non si incamminano al più presto su questa strada il loro destino sarà segnato. Non esisterà nessuna  possibilità di partito europeo (se non qualche circolo qua e la) com’è ormai oggi più che mai dolorosamente chiaro. E fra 20 o 30 anni ci ritroveremo noiosamente a ridiscutere sempre di queste stesse cose, proprio come 20anni fa.    

IL VENTENNIO PERDUTO DI LOTTA COMUNISTA, appunto. E adesso possiamo aggiungere anche i  FLOP ESTERI  (forse anche quelli che non conosciamo) di Lotta Comunista.  

Criticare i sovranisti italiani è facile. Forse le dirigenze di LC dovrebbero meglio guardare all’interno di se stessi e vedere se tutto in casa propria va bene.

Perché il problema grave e serio è che, con insistenza e ottusità  SI CONTINUA A PERDERE TEMPO PREZIOSO PER LA COSTITUZIONE DEL PARTITO EUROPEO.  

 

                                                               Claudio Piccoli

                                                                                                       attivista di Lotta Comunista per 40 anni

                                                                                                                   ed ora in attività a Berlino con

                                                                                                                    "Der kommunistische Kampf"

 

P.s. Naturalmente si ribadisce ai compagni che l’articolo è un contributo alla riflessione e al dibattito sullo sviluppo del partito rivoluzionario, dibattito che non deve mai mancare. 



 

 

 

              

 

LOTTA COMUNISTA:

FORTE E INFLUENTE ORGANIZZAZIONE MARXISTA IN ITALIA.

IN ITALIA LA SUA FORZA,

MA ANCHE IL SUO LIMITE

 

 

 

 

Riteniamo utile pubblicare alcune lettere - con relative risposte - che ci sono pervenute  via e-mail  riguardanti il  precedente  articolo di aprile “LOTTA  COMUNISTA  NON  FARA’  LA  RIVOLUZIONE  EUROPEA” ,    come contributo  al  dibattito  dello  sviluppo del  partito  leninista in Europa.

 

 

  

 

 

1 settembre 2018 

 

“SIAMO ANCORA TROPPO POCHI PER L’ESTERO”

Ciao Claudio Piccoli,

sono L(…) di Milano. Ti scrivo perché ho letto il tuo articolo “Lotta Comunista non farà la rivoluzione europea”, che da una parte mi ha sorpreso e dall’altra ho trovato interessante.  (…) … sviluppare il partito in Europa è una cosa che ritengo fondamentale (…) … perciò ho ritenuto necessario parlarne con un dirigente del circolo che mi ha detto che “siamo ancora troppo pochi in Italia” per mandare attivisti all’estero e quindi quello che tu proponi non è ancora realizzabile (…).

 

Grazie L(…) di averci scritto …  

… così posso avere l’occasione di chiarire questo argomento. La frase “Siamo ancora pochi per mandare attivisti all’estero” ha una lunga storia nel partito che si protrae fino ai giorni nostri. Mi dispiace deluderti compagna, ma purtroppo questo non è il motivo del mancato sviluppo del partito leninista in Europa. Nel senso che per chi dirige Lotta Comunista non è il numero dei militanti il punto di svolta per mandare attivisti all’estero. Poiché i militanti di L. C. potrebbero essere anche il doppio, o il triplo di quelli attuali, o addirittura anche 10 volte tanti, ma chi dirige Lotta Com. non manderebbe comunque compagni all’estero. Se ti informi bene con le dirigenze del partito (come a suo tempo anch’io ho fatto) scopriresti che Lotta è del parere che non si deve assolutamente mandare leninisti italiani all’estero. Per principio. Assolutamente è contraria di programmare lo sviluppo del partito in Europa (o altro) con questo tipo di espansione. Perché per le dirigenze di Lotta C. è imperativo che devono assolutamente essere i comunisti esteri, i gruppi marxisti di altre nazioni che devono rivolgersi a Lotta Comunista e venire a lei, e non il contrario. O così o niente. Sembra un paradosso, ma i dirigenti di L.C.  “lo sviluppo del partito leninista in Europa”  lo intendono così.  Informati bene e vedrai.

Ma non è ancora tutto, purtroppo.

Qual’ora un gruppetto di marxisti esteri si rivolgesse a Lotta Com. perché d’accordo e condividente le posizioni di L.C. e volesse collaborare con essa, i dirigenti di L.C. allora pretenderebbero di essere loro a scrivere il giornale per i nuovi arrivati attivisti esteri. In altre parole, ai militanti leninisti di un’altra nazione che volessero cooperare con L.C. non verrebbe permesso di scriversi il proprio giornale. A loro spetterebbe certamente il compito di diffonderlo, ma non di scriverlo. A scriverlo sarebbero sempre e comunque i dirigenti italiani. Se questo è il criterio imperativo di L.C., capisci bene compagna, che nessun gruppo all’estero, piccolo o grande che sia, permetterebbe mai che qualcun altro scriva per loro. Anche questo non senso spiega perché L. C. non trova gruppi in Europa che aderiscono, e perché il partito leninista non si espande. Informati bene e senti cosa ti dicono.   

Io invece sono di tutt’altro parere. Per me invece è ovvio, e la mia esperienza qui a Berlino lo dimostra, che in ogni nazione gli attivisti, i militanti e i dirigenti leninisti abbiano una loro autonomia, la necessità di formarsi, crescere, fare le proprie esperienze, ricerche, temperarsi, per diventare competenti nel dirigere l’organizzazione rivoluzionaria internazionale. Naturalmente tutto questo in stretto contatto e coordinamento in un’unica organizzazione sovrazionale (come la III internazionale) così da preservare a livello globale l’unità delle posizioni leniniste, e confrontarsi tra organizzazioni anche nelle inevitabili diverse interpretazioni delle tattiche sui fatti quotidiani. Un futuro movimento leninista internazionale non potrà che essere, senza ombra di dubbio, unito sui principi e nelle posizioni di base da una parte, e flessibile nella tattica e nelle interpretazioni dei fatti dall’altra. Esattamente come nella III Internazionale di Lenin. Al contrario, pensare ad un futuro movimento leninista internazionale composto da più partiti di varie nazioni dove, come pensa attualmente la dirigenza Lotta Comunista, i leninisti italiani scrivono il giornale per tutte le organizzazioni internazionali, penso proprio sia utopia pura, un mondo che non esiste e non esisterà mai (e la conferma ce l’abbiamo sotto gli occhi tutti).

Si può aggiungere che Marx, Engels, Lenin, non si sono mai sognati di scrivere i giornali di organizzazioni comuniste di altre nazioni. Per loro fondamentale era che nella collaborazione internazionale tra i partiti rivoluzionari le posizioni fossero corrette. Cioè avere le stesse posizioni, lottare per gli stessi obiettivi, usare gli stessi metodi organizzativi.  

La persistente posizione dei dirigenti di Lotta Com. spiega l’attuale forte isolazionismo europeo e internazionale in cui L.C. da 20anni si è cacciata e da cui non riesce ad uscirne. E’ altrettanto facile prevedere che se manterrà questi presupposti di sviluppo estero, fra 20anni il partito sarà nelle stesse condizioni di oggi  e che sempre fra 20anni ci troveremo a discutere delle stesse cose di oggi, come 20anni fa. Un peccato!

Ci auguriamo che l’organizzazione cambi velocemente posizione così che la ripetizione nelle riunioni e sul giornale di impegno di “sviluppo del partito leninista in Europa” non sia più una frase vuota e retorica com’è oggi.

Grazie di averci scritto compagna, e verifica quanto ho scritto. Sarei molto felice di sbagliarmi.

Un cordiale saluto internazionalista.

Claudio Piccoli.

 

“Siamo in contatto con altri partiti in Europa”

Ciao compagni di Berlino.

Seguo il vostro sito già da tempo (…) e leggo il vostro giornale via web regolarmente. (…) … però dite che il partito non è presente nel resto d’Europa. A me sembra che i circoli in Francia, Spagna, Russia, Grecia, Brasile siano un buon inizio. (…) A me risulta poi che il partito ha buoni contatti con molti gruppi in giro per il mondo e mi dicono che soprattutto a Londra si sta costruendo qualcosa di buono. (…)

 

Ciao compagno.

Fa piacere sentire che sei molto attivo in Lotta Comunista e che trovi interessante e coerente anche il nostro giornale leninista di Berlino. (…)

(…) … riguardo i contatti, io personalmente non riesco a confermarti “il partito con buoni contatti all’estero”, visto che la mia esperienza qui a Berlino dice purtroppo tutt’altro. E’ stato uno shock per me constatare, quando ho cominciato qualche anno fa la mia attività qui di diffusione sulle università berlinesi, venendo così in contatto con tutte le varie organizzazioni marxiste, che nessuno aveva mai sentito parlare di ‘Lotta Comunista’. Anche tra gli attivisti marxisti più anziani di queste organizzazioni (soprattutto trotzkiste) nessuno conosce la parola “Lotta Comunista”! mi chiedevano: “forse intendi Rifondazione Comunista!”

‘Come mai?’ mi sono domandato.

Anche a me, in Italia nei lunghi decenni della mia attività nel partito mi era sempre stato detto che i contatti con le organizzazioni marxiste all’estero erano numerosi e constanti.

Ma qui ho scoperto, purtroppo, che nessuno conosce L.C.!  Un’amara sorpresa!  Conoscono Bordiga, Gramsci, Rifondazione Comunista, Toni Negri, ecc. ma di Lotta Comunista nessuno ha mai sentito parlare. Come mai? E Berlino non è Cannicatì, paesotto del sud Italia. Ma la capitale europea. Ma allora la domanda: questi contatti internazionali ci sono o non ci sono?

E’ qui che è cominciato a venirmi qualche dubbio.  

Stando qui in Germania la forte percezione a cui si arriva dopo un po’ di attività politica è che sembra proprio, ahimè! che L.C. le relazioni con le altre organizzazioni non le cerchi, non le interessino. Non gli interessa avere collegamenti politici con qualcuno. Questa è l’unica spiegazione che ci si può dare.

A riguardo il  “buon inizio di sviluppo europeo del partito” con i circoli di Parigi, Valencia, Atene, ecc. a cui tu ti riferisci, non posso altro che rimandarti ai concetti di mancata moltiplicazione, di quanto scritto nell'articolo “Lotta Comunista non farà la rivoluzione europea”. Alcuni dei circoli menzionati esistono già da parecchio tempo. Quello di Parigi per es. già da 20anni (credo che tu lo sappia già) e quello di Atene da più di 30. Il problema come detto, è che non si riproducono.

Per quanto riguarda Londra, io personalmente è da più di 20anni che sento dire nel partito che “con la capitale inglese abbiamo contatti molto buoni e promettenti” ma a tutt’oggi sento ancora gli stessi discorsi.   

I dirigenti di L.C. ripetono in continuazione che tutto va bene, che l’insediamento europeo procede. In realtà penso non sia così. Come sai, nell’articolo “Lotta Comunista non farà la rivoluzione europea” che tu assieme agli attivisti del tuo circolo avete letto, spiego il mio punto di vista del perché di tale stop europeo, e cosa, soprattutto in base alla mia esperienza qui a Berlino, il partito dovrebbe modificare per proseguire nella sua espansione extra Italia. Temo però compagni, ho la netta sensazione che i vertici L.C. non prendano seriamente, sottovalutino il problema e siano più concentrati sullo sviluppo del partito sul territorio italiano (dove, bisogna dirlo, va molto bene) che per il resto d’Europa. Spero proprio che focalizzino il problema in fretta, prima che sia troppo tardi.

Compagno, grazie per il tuo interessamento e un augurio di buon proseguimento di attività a te e ai compagni del circolo.

Saluti internazionalisti. Claudio Piccoli

 

 

“SVILUPPARSI IN ITALIA PER SVILUPPARSI ALL’ESTERO”

Salve redazione, vi scrivo da Genova.

Ho letto l’articolo -LC non farà la rivoluzione in Europa- e non sono d’accordo con voi. (…) … penso sia importante svilupparsi in Italia perché un grande partito leninista può diventare così forte attrazione ed esempio per tutti quelli che fanno politica rivoluzionaria in Europa e vogliono costruire un partito veramente internazionale. (…) … quando vedono che un partito in Italia come Lotta Comunista è forte, che organizza scioperi e difende la classe operaia, allora può essere un forte richiamo anche per partiti rivoluzionari che si danno da fare fuori Italia. Per me questo è il sistema giusto per svilupparsi nel mondo. (…)

 

Ciao compagno,

come vedi è sempre con molto interesse che si segue la questione dello sviluppo del partito in Europa e fuori. (…)  Da sempre le dirigenze di L.C. sostengono che “il Partito si deve rafforzare in Italia” così da diventare un “forte richiamo” per le organizzazioni marxiste estere.

Questa impostazione di sviluppo estero ha naturalmente una sua logica e un suo ragionamento. Però, bisogna chiarirlo, ci devono essere dei presupposti ben precisi perché lo sviluppo fuori Italia con questo sistema possa funzionare. Ossia che la forza e l’estensione del partito e le sue azioni possano essere reclamizzate all’estero, propagandate negli altri paesi in modo che chi ne è interessato ne venga a conoscenza e si possa coalizzare a Lotta Comunista. Se questo non avviene, se nessuno fuori Italia sa, è a conoscenza della forza del partito rivoluzionario Lotta Comunista, è ovvio, questa potenza rimane ignorata, sconosciuta.

La domanda è: chi potrebbe reclamizzare L.C. fuori Italia? Far conoscere le sue battaglie, i suoi scioperi guidando il sindacato, la sua forza numerica, il suo primo maggio, le sue partecipate conferenze? La borghesia con i suoi mezzi di informazione certamente no, questo si sa. La stampa capitalista non ha certo interesse a far pubblicità a chi gli mette i bastoni tra le ruote. Lo si vede bene in Italia, dove i media ignorano Lotta Comunista. E lo si vede ancor più all’estero dove le masse non sanno neanche che esiste. Potrebbe farlo se stessa, ma per sua scelta preferisce spendere energie minime per questo (a Berlino per es. – lo scrivevo anche ad altri compagni - L.C. è completamente sconosciuta tra i marxisti). Per cui la sua notorietà rimane ovviamente all’interno della penisola.

Seguendo questa politica di dare la preferenza di concentrarsi preferibilmente in Italia Lotta Comunista potrebbe diventare paradossalmente numerosissima nella penisola e contemporaneamente essere totalmente sconosciuta negli altri paesi, e di conseguenza non essere di attrazione per nessuno. … finchè, (come successo ai bolscevichi), non farà la rivoluzione in Italia. Allora si, è chiaro, tutto cambierà. Ma fino a quel momento con questo sistema, questo è il mio parere, L.C. dovrà scordarsi il radicamento europeo..

A meno che, si potrebbe obbiettare (e questo non è da escludere) improvvisamente, per qualche inaspettato motivo, Lotta Comunista diventi famosa in Europa. Certo, anche questa potrebbe essere un’ipotesi. Però, com’è adesso evidente, questo non è l’attualità.

Perciò,in questa situazione, come procedere al radicamento europeo?

E’ stato appunto in questa discussione che circa 20anni fa, quando nasceva il circolo di Parigi, mentre il partito si organizzava per diventare così forte e famoso da diventare attrazione in Europa, che proponevo in contemporanea all’attesa, che venissero sperimentate le mie tesi contenute nell’attuale articolo “L.C. non farà la riv. europea” ad alcuni vertici di L.C. - tra cui anche ad uno dei fondatori-. La mia ipotesi era: intuendo che molto probabilmente nessuno sarebbe venuto a conoscenza di noi fuori Italia, era venuto il momento di mandare attivisti giovani italiani fuori in Europa per fondare circoli, usando più giornali come fatto a suo tempo dai bolscevichi (non usandone uno solo come attualmente in It.), si scrivessero i loro giornali, ecc. ecc.    

Il mio stupore forte di allora fu nel vedere che, i vertici LC con cui discutevo, senza neanche porsi il problema se la mia proposta poteva funzionare o no, rifiutavano categoricamente. Rifiutavano senza portarmi esempi (come era consuetudine fare nel partito) per dimostrare che il mio progetto non poteva funzionare perché già sperimentato, ecc. Era un NO secco, perché  “il partito la pensa così!”.   Si può immaginare  il mio sbalordimento …   

A distanza di 20anni tutto conferma quello che allora supponevo e proponevo. Tutto purtroppo è ancora fermo ad allora: il circolo di Atene, quello di Parigi e Nizza. Certo, poi se ne sono aggiunti uno a Valencia, uno in Russia e l’ultimo in Brasile. Meglio di niente, sicuramente, ma insignificanti dal punto di vista rivoluzionario e forte testimonianza di un metodo di espansione internazionale che non funziona.

L’esperienza qui a Berlino dice che, se usata in grande scala può funzionare egregiamente e dare finalmente slancio allo sviluppo del partito in Europa. Almeno, la mia proposta è, il partito lo potrebbe sperimentare,. Mi sembra però che le dirigenze L.C. siano ancora molto lontane dall’essere aperte e elastiche per  lanciarsi in una sfida fuori dai loro schemi organizzativi. Preferiscono sempre la politica di “diventare più forti in Italia per poi espandersi all’estero”.  … aspettando … proprio non si sa che cosa. Perdendo così occasioni e tempo prezioso.   

Grazie di averci contattato, compagno.

Un augurio di buon lavoro a tutti voi e un cordiale saluto.                                         

                                                                                                                                             Claudio Piccoli.



 

 

 

 

 

 

STUDIO E ANALISI DI UNA GRANDE ORGANIZZAZIONE RIVOLUZIONARIA

LOTTA COMUNISTA NON FARA’ LA RIVOLUZIONE EUROPEA

LA RIVOLUZIONE IN ITALIA CERTAMENTE SI,

MA QUELLA EUROPEA ASSOLUTAMENTE NO.   UN VERO PECCATO!

 

 15  aprile 2018

 

Lotta Comunista farà certamente la rivoluzione in Italia. Le sue posizioni corrette, il suo comportamento pratico coerente, il suo numero consistente di attivisti, tutto lascia pensare, come ai tempi dei bolscevichi, che Lotta Comunista guiderà la rivoluzione in Italia quando il momento giusto giungerà. E come l’Ottobre rivoluzionario del ’17 sarà un evento eccezionale, dirompente, progressivo e fantastico. E’ l’unica organizzazione esistente che sia in grado di poter far questo. E con orgoglio lo affermiamo al mondo.

Ma, .. anche una grande organizzazione come Lotta Comunista ha un suo problema. Non riesce ad uscire dall’Italia, non riesce a superare la barriera nazionale. Vale a dire che, nonostante la sua enorme consistenza numerica (e in continua ascesa) nella penisola italiana, non riesce ad espandere la sua presenza oltr’alpi. Negli altri paesi europei Lotta Comunista è praticamente inesistente.   

E’ da tempo, da decenni ormai, che i dirigenti del partito parlano, nelle riunioni e sul giornale, della necessità di sviluppare l’organizzazione in Europa e come esempio da seguire per un futuro partito leninista europeo, con orgoglio citano sempre il circolo di L.C. a Parigi (oltre agli altri piccoli circoli come a Nizza, quello a Valencia in Spagna, o quello in Grecia e uno in Russia).

Ma bisogna essere realisti. E’ da più di 20 anni che esiste l’importante circolo di Parigi (che forse fra 10anni, o fra 20, diventeranno 2). Ma per pensare ad un qualcosa che possa portare ad una rivoluzione in Francia bisogna contare su almeno 150 circoli nella nazione. Senza una così consistente ed estesa presenza sovvertitrice in Francia non è possibile ottenere nulla.

A questo punto la cruda, ma realistica domanda: come può dopo più di 20 anni dalla sua nascita il circolo di Parigi rimanere l’unico circolo nella capitale? E come mai i circoli operai non si estendono a decine (o centinaia) sul territorio francese o in tutta Europa come dovrebbe essere? Eppure, da come ne parlano i responsabili del partito nelle riunioni e sul giornale, sembra che l’insediamento leninista europeo sia in normale attuazione e senza grossi problemi.

Qualcosa non funziona nello sviluppo del partito leninista europeo? E’ tutto a posto? La strategia è quella giusta?  

Siamo purtroppo convinti di no.

Vista da Berlino la politica estera comunista di Lotta Comunista appare (è duro da affermare) come non funzionante, un fallimento (con i fatti che purtroppo stanno lì a dimostrarlo). Un vero flop!   … Peccato!

Se all’interno dell’Italia il partito appare sano, numeroso, esteso, vivace e in continuo allargamento, cioè il partito rivoluzionario più grande d’Europa e sicuramente del mondo (da tenersi ben stretto) fuori Italia però è il deserto più totale nello sviluppo di Lotta Comunista. In altre parole il partito si trova totalmente isolato nel contesto europeo e internazionale.

Quindi, se l’espansione interna italiana prosegue senza sosta, cosa può essere che frena l’espansione all’estero di un partito così ben organizzato e preparato, che può vantare essere l’unico a livello internazionale ad avere un così alto numero di aderenti attivi?

A nostro avviso è il metodo organizzativo di espansione usato in Italia che non può funzionare, non può essere replicato meccanicisticamente all’estero (è evidente visto da Berlino). Più di 20anni per espandere un circolo a Parigi non lo si può certo considerare un successo, se messo a paragone con i bolscevichi sotto la guida di Lenin, che in 15 anni, anche se il contesto era diverso, hanno costituito un partito in Russia e fatto anche una rivoluzione. E’ palese che qualcosa non va. Si può ben comprendere quindi l’angoscia, se non l’incubo dei dirigenti di Lotta Com. nell’annunciare continuamente la formazione del partito leninista europeo, ma in realtà dopo ancora dopo 20 anni trovarsi al palo di partenza. 

 

 

Se Lotta Comunista vuole rimettersi in gioco a livello europeo, per noi è chiaro, deve modificare e adeguare senz’altro la sua macchina organizzativa alle situazioni reali estere.

La nostra sperimentazione qui a Berlino ci dice e ci conferma, che per accelerare il suo 

sviluppo all’estero L.C. dovrebbe mandare decine, centinaia, se non migliaia di giovani fuori Italia, che formino circoli in tutta Europa. Questa è la priorità per l’organizzazione a questo stadio. Così che i giovani si fondino con gli attivisti locali, diventino parte integrante  della popolazione locale, scrivano da se stessi i loro giornali, formandosi così come specialisti. Un solo giornale (e per lo più nella forma comprensibile solo ai pochi) come presenta L.C. in Italia, da riproporre all’estero per le altre nazioni non funziona.

Esattamente come usato dai bolscevichi con Lenin e dai socialdemocratici tedeschi con Marx, bisogna considerare la possibilità e la necessità di usare più giornali in contemporanea nella diffusione, a secondo delle necessità e situazioni, che aiutino l’espansione veloce del partito. 

E questo sia con giornali semplici e comprensibili d’attacco per il primo contatto (come stiamo sperimentando con successo a Berlino con “Der kommunistische Kampf”) che in contemporanea, con giornali di più approfondito studio, qual è l’attuale giornale “Lotta Comunista”. Certamente un solo giornale non basta.

Da Berlino è chiaro anche, che per Lotta Comunista è necessario sviluppare i contatti con le altre organizzazioni marxiste (Lenin era maestro in questo) e partecipi alle proteste europee, anche se organizzate da altri, sulle diverse controversie e problematiche. Naturalmente tenendo strette le proprie più che corrette posizioni, per portare nelle lotte le proprie parole d’ordine e concetti (tutt’ora completamente assenti nelle manifestazioni europee). Così facendo può entrare in contatto con varie organizzazioni europee e internazionali (o perlomeno con quelle che si ritengono rivoluzionarie) favorendo così confronti costruttivi (è bene ancora ripetere che Lenin e Marx erano proprio specialisti in questo). Avendo modo così di avvicinare migliaia di 

giovani, che, bisogna aver chiaro, non sono tutti scapestrati e superficiali come potrebbe sembrare, ma molti di loro sono alla ricerca di capire, conoscere, approfondire, come l’esperienza di Berlino dimostra.

Vediamo anche la possibilità, molto utile per la penetrazione delle idee leniniste, di formare un coordinamento europeo (o meglio ancora internazionale) con le organizzazioni marxiste antinazionaliste per formare un fronte internazionale anticapitalista e antistalinista.

Secondo noi, è grazie, ad oltre la costante diffusione dei giornali,  all’insieme e uso sapiente di questi molteplici sistemi che i bolscevichi diretti da Lenin hanno potuto costituire in 15 anni una potente organizzazione rivoluzionaria e portarla poi con successo alla rivoluzione.

 

 

IL VENTENNIO PERDUTO DI LOTTA COMUNISTA.

(che potrebbe diventare presto il TRENTENNIO o addirittura il QUARANTENNIO)

E’ per il fatto di non aver considerato (tra cui anche le nostre proposte) di sperimentare e modificare il proprio metodo organizzativo 20anni fa, quando Lotta Comunista cominciava, dopo la nascita del circolo di Parigi, a programmare lo sviluppo del partito leninista in Europa, che si può parlare del  VENTENNIO PERDUTO DI LOTTA COMUNISTA.

A questo punto è palese e evidente la necessità urgente per questo grande e valido partito di organizzarsi per adottare senza restrizioni di apertura mentale nuovi criteri di sviluppo e mettersi in corsa per la rivoluzione europea. Se questo sarà, cioè riuscire in questo intento, sarà una evento veramente eccezionale! Eccezionale per la storia e per il progresso dell’umanità.             

 

                                Claudio Piccoli

                                                                               attivista di Lotta Comunista per 40 anni

                                                                                     ed ora in sperimentazione a Berlino con

                                                                                              "Der kommunistische Kampf"

                                                         



100° ANNIVERSARIO della RIVOLUZIONE RUSSA

 

 

A CENT’ANNI DALLA RIVOLUZIONE ESISTE UN PARTITO RIVOLUZIONARIO CHE PUO’ RIPETERE L’EVENTO?

IL FENOMENO    LOTTA COMUNISTA

ENORME PARTITO MARXISTA RIVOLUZIONARIO EXTRAPARLAMENTARE

 

 (traduzione da "Der kommunistische Kampf"  ottobre 2017) 

 

Molte sono le organizzazioni in Europa e nel mondo oggigiorno che si richiamano al marxismo, così com’erano numerose le organizzazioni socialiste che ai tempi dei bolscevichi si definivano rivoluzionarie.

Come distinguere quindi, se una organizzazione è effettivamente rivoluzionaria e se avrà successo?

Dipende dal suo programma, dal suo reale e conseguente comportamento pratico, dal suo grado di consistenza numerica.

Nel multiforme mondo marxista, tra i gruppi più significativi coerentemente marxisti dobbiamo senz’altro segnalare le organizzazioni della Sinistra Comunista (Die kommunistische Linke) veri e seri comunisti di tutto rispetto, molto numerosi nel dopoguerra, ma ora sulla soglia della scomparsa a causa di carenze organizzative. Poi, in diverse sfumature abbiamo le organizzazioni trotzkiste, alcune delle quali molto serie e coerenti nelle loro pratica politica, ma senza peso dal punto di vista politico poiché presenti in piccoli o piccolissimi gruppi. Poi troviamo le organizzazioni staliniste e maoiste, si definiscono marxiste, in realtà sono nazionaliste, il loro obbiettivo, come l’evidenza dimostra a Cuba o in Cina o nell’ex Ddr o Unione Sovietica, è il capitalismo di stato in un solo paese, quindi nulla a che spartire con il socialismo.

Poi esiste LOTTA COMUNISTA. 

In questo universo marxista Lotta Comunista rappresenta la diversità, la riuscita. Corrisponde a tutti i requisiti che possiamo trovare nei bolscevichi.

Si richiama a Lenin e considera Stalin un controrivoluzionario. Le sue posizioni politiche e teoriche internazionaliste corrette e il suo metodo di organizzazione efficace diverso da tutti gli altri gruppi, ha fatto si che da piccolo gruppo qual’era negli anni ’50 in Italia, diventasse l’enorme partito extraparlamentare del giorno d’oggi con molte migliaia di militanti in continua espansione. I suoi innumerevoli attivisti di tutte le età, svolgono un’attività intensa nelle grandi fabbriche italiane del nord industrializzato e i giovani sono presenti attivi in quasi tutte le università italiane ed anche in alcune in Europa.

L’organizzazione Lotta Comunista in sintonia con il marxismo, considera il parlamento uno strumento della dittatura della borghesia e il suo astensionismo conseguente serve a rimarcare che la lotta proletaria va fatta all’infuori del parlamento, nelle fabbriche, nelle piazze, nelle scuole.

E’ una politica coerente di grande risultato, attrae giovani in continuazione dalle scuole e dalle università e sempre in maggiore quantità dalle fabbriche e dai luoghi di lavoro di tutti i settori.

E’ esattamente il lavoro che si ripete come ai tempi dei bolscevichi nei lunghi anni precedenti la rivoluzione.  Un lungo lavoro paziente, nell’ombra, dove il marxismo viene portato all’interno delle masse lavoratrici sfruttate dalle quali poi se ne trae la formazione di specialisti rivoluzionari. Un lavoro efficace, di successo, che ha permesso ai bolscevichi guidati da Lenin di arrivare alla rivoluzione. Un lavoro che anche noi qui in Germania con entusiasmo eseguiamo.

LOTTA COMUNISTA quindi, un esempio da seguire. Posizioni politiche bolsceviche corrette, un comportamento politico coerente senza ombre e un sistema organizzativo efficace tratto dall'esperienza pratica bolscevica.

A cent’anni dall'evento memorabile della rivoluzione d’ottobre possiamo senz’altro dire che la lotta della classe sfruttata per la sua liberazione dall’oppressione per una società superiore procede senza perdere colpo.

E oggi si può senza indugio affermare che tra le tante organizzazioni marxiste rivoluzionarie che lottano per l’emancipazione dell’umanità, Lotta Comunista ne è la punta avanzata.

Siamo con Marx quando afferma che nessuno può fermare la ruota della storia. 

100° ANNIVERSARIO della RIVOLUZIONE RUSSA

 

 

GRANDE ORGANIZZAZIONE  DEL MOVIMENTO OPERAIO

LOTTA COMUNISTA 

   LOTTE  E  CONFERENZE

 

  

 (traduzione da "Der kommunistische Kampf"  novembre 2017)

 

 

Nello scorso numero di ottobre abbiamo ampiamente descritto LOTTA COMUNISTA, estesa organizzazione marxista rivoluzionaria extraparlamentare. E’ l’anniversario dei 100 anni della rivoluzione bolscevica e vogliamo capire se quell’evento si potrà ripetere.

In questi cento anni trascorsi, le contraddizioni capitalistiche che sconvolsero l’allora epoca non solo non sono scomparse o scemate, ma si presentano aumentate esponenzialmente. La classe lavoratrice sfruttata mondiale, che all’epoca della rivoluzione russa era relativamente ristretta sul pianeta (sui 100 milioni in totale) oggigiorno è enormemente cresciuta, diventando con lo sviluppo dei nuovi paesi emergenti, secondo i dati ufficiali, addirittura due miliardi. Possiamo quindi considerare che, se Marx vedeva nella classe operaia l’elemento che realizzerà la rivoluzione, possiamo oggi verificare che questo elemento è diventato ancora più deflagrante, essendo diventato chiaramente l’ampia maggioranza  della popolazione attiva e in continua espansione. 

Quindi oggi i presupposti esplosivi per gli assalti rivoluzionari contro le borghesie sfruttatrici sono oggettivamente aumentati rispetto a 100 anni fa, momento della rivoluzione russa.

Ma i lavoratori sfruttati e sottomessi che a malavoglia sopportano le angherie della classe dominante hanno bisogno di guide, di esperti per poter combattere e con successo superare l’ingiusta società per eliminare le problematiche e le catastrofi che essa produce. Ed ecco quindi nella società il naturale formarsi di organizzazioni che lottano, propongono e si battono per un diverso mondo sociale.

Siamo convinti che LOTTA COMUNISTA sia la più efficace tra queste organizzazioni. Il suo programma di deciso superamento del sistema capitalistico, la sua enorme organizzazione, il governo operaio con la necessaria dittatura del proletariato sui borghesi reazionari, in linea con Marx e i bolscevichi che propone, il suo astensionismo parlamentare e il suo intenso lottare quotidiano con e tra i lavoratori, ci fa senz’altro dire che di certo è nella direzione giusta per l’assalto rivoluzionario, in analogia con i bolscevichi.

In occasione del centenario dell’ottobre bolscevico l’organizzazione ha indetto una serie di conferenze in tutte le città delle nazioni in cui è presente. La partecipazione registrata è stata imponente, molte migliaia di persone hanno dato la loro adesione: lavoratori, studenti, sindacalisti, professori, pensionati, casalinghe.

Questo a sottolineare la fiducia che questa organizzazione si è conquistata tra le masse proletarie. Non trascurabile è il fatto che il nucleo originario di Lotta Comunista contava negli anni ’50 solo un pugno di militanti. E adesso è così estesa.

Non solo, ma importantissimo, i suoi aderenti e attivisti stanno in questo 

momento guidando e dirigendo fortissimi scioperi nella città industriale-portuale di Genova, una città paragonabile ad Amburgo qui in Germania. Anche questo è un elemento di non poco conto per capire come agisce nella  pratica un’organizzazione rivoluzionaria. 

Da come si sviluppa e visto il successo, pensiamo che effettivamente le posizioni di LOTTA COMUNISTA siano il futuro del movimento rivoluzionario proletario. Senza dubbio un esempio da seguire per chi lotta per una società superiore.

Ai lavoratori genovesi e a Lotta Comunista va tutta la nostra solidarietà e appoggio per le dure lotte in corso. 



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