Perché gli Usa si ritirano dalla Siria: SIRIA: TRUMP SACRIFICAI CURDI PER TENERSI STRETTO ERDOGAN

(titolo: LA CASA BIANCA ANNUNCIA IL RITIRO DELLE TRUPPE)
(titolo: LA CASA BIANCA ANNUNCIA IL RITIRO DELLE TRUPPE)

 

SONO GLI INTERESSI CHE MUOVONO I BORGHESI,

NON GLI IDEALI DI SOLIDARIETA’

 

IL PRESIDENTE TURCO. Perché il presidente della Turchia Erdogan è così nettamente contrario alla formazione di uno Stato Curdo sul vicino territorio  siriano? 

 

Teme che questo darebbe il pretesto a loro volta ai curdi turchi  di pretendere e combattere per avere uno Stato Curdo anche in Turchia da poter  annettere a quello siriano (e iracheno) per formare un unico grande Stato Curdo indipendente nel Medio Oriente. Questo è quello che i curdi da decenni rivendicano e che da sempre aspirano.  

GLI AMERICANI. Gli americani sono amici della Turchia, la quale appartiene alla NATO, l’alleanza militare guidata appunto da Washington. Ma gli americani sono anche amici dei curdi siriani (quelli non voluti dai turchi) i quali sono stati utilizzati dagli Usa in Siria, certamente per combattere il Califfato, ma anche e soprattutto per destabilizzare il presidente siriano Assad filorusso, promettendo loro alla fine della guerra appunto la formazione di un proprio stato indipendente curdo sul territorio siriano.

DILEMMA. Ora, visto che il presidente turco Erdogan amico degli americani non vuole assolutamente lo Stato Curdo in Siria, a guerra praticamente finita gli Usa si trovano di fronte alla scelta di dover o rinunciare alla promessa fatta ai curdi e tenersi stretto l’alleato Turchia nella NATO e abbandonare i combattenti curdi al loro destino e alla sconfitta politica (e militare), oppure sostenerli fino in fondo nel progetto della costituzione del proprio stato e correre il forte rischio che i turchi come reazione (e come vuole Putin) si stacchino dalla NATO e passino nel fronte avversario di Russia, Cina, Iran e Siria.

(titolo: Commento al ritiro Usa dalla Siria: REGALO PER ERDOGAN)
(titolo: Commento al ritiro Usa dalla Siria: REGALO PER ERDOGAN)

SCELTA TURCA. Sacrificare i curdi siriani e sostenere la Turchia, visto l’importanza strategica che la nazione svolge nella scacchiera del Medio Oriente è per gli Stati Uniti e gli occidentali l’opzione capitalistica più logica dal punto di vista  strategico dell’Amministrazione Trump. Visto che a questo punto, negli interessi capitalistici generali delle borghesie occidentali i curdi non hanno più alcun peso.

PROPAGANDA. Come conseguenza di questa scelta svanirà così anche tutto quel consenso dei media che ha sempre sostenuto i curdi nella loro guerra e lotta per l’indipendenza, presentandoli come eroi, martiri e quant’altro per arrivare ad ottenere il loro stato autonomo capitalistico.

Questi repentini cambi di posizioni dei mezzi di informazione che rispecchiano gli interessi delle varie borghesie, appartengono delle disgustose, ciniche regole capitalistiche nella lotta tra borghesie per la spartizione del mercato globale. Uno scontro dove le etnie e le religioni vengono utilizzate e strumentalizzate per propri scopi.

L’ATTUALE SITUAZIONE. Al momento in cui scriviamo (inizio gennaio) il contesto siriano viene descritto dalla stampa come, dopo il ritiro dell’esercito americano, l’esercito turco si stia posizionando al nord della Siria per attaccare le enclave siriane sotto controllo delle milizie curde nelle città di Kobane, al Raqqa e Deir el Zor, situate nel nord-est siriano. Però, vista la situazione disperata e senza via d’uscita, i combattenti curdi dell’ Ypg hanno deciso di consegnare le città e i loro territori all’esercito siriano anziché combattere. Questa evoluzione della situazione sembra andar bene persino anche al presidente turco Erdogan, perché significa che i curdi consegnandosi ai siriani rinunciano di fatto alla formazione del proprio Stato in Siria, proprio come Erdogan esige.   

SIRIA RICOMPOSTA. Con quest’ultima resa curda, in pratica la Siria si ricompone come prima della guerra iniziata nel 2011. Adesso come di norma, subentrerà la fase di mediazione tra le varie etnie sociali delle varie zone siriane per trovare gli equilibri necessari per governare il paese.

Il presidente siriano Assad viene acclamato dalla stampa internazionale come il vincitore di questa guerra civile. In realtà il vero vincitore è il presidente russo Putin, che da esperto stratega e guerrafondaio ha condotto la regia della guerra portando Assad alla vittoria.

RIFIUTO AL CAPITALISMO. E’ sempre da ricordare che nella crudeltà della realtà capitalistica tutto questo, per chi l’ha vissuto, è costato alcune centinaia di migliaia di morti, distruzioni immani, fame, povertà, disperazione.

Acclamare la fine della guerra senza descriverne e sottolineare il meccanismo perverso che l’ha prodotta è da vigliacchi. Un meccanismo che, come a tutti è chiaro, in contemporanea sta causando tante altre guerre.

E’ per questo che c’è bisogno di un’altra società. Superiore.


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