VATICANO

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-STUDIO SULLA SITUAZIONE NELLA CHIESA CATTOLICA-

GUERRA PER BANDE IN VATICANO 

 

USO DEGLI SCANDALI SUI PRETI PEDOFILI COME LOTTA POLITICA TRA LE FAZIONI DI CARDINALI PER ELIMINARSI A VICENDA

                                                                                                                           20 gennaio 2018

 

“Dio è amore, fratellanza, tolleranza, giustizia, povertà”. E’ “l’oppio per i popoli” così ben citato da Marx. La realtà: nelle organizzazioni religiose, tutte senza esclusione di sorta, che con tanta veemenza distribuiscono “l’oppio dei popoli”, vige da sempre una lotta senza quartiere per la gestione delle finanze, il controllo del potere, la direzione dell’organizzazione. La chiesa cattolica non fa eccezione.   

Mentre le chiese musulmane si stanno trucidando sanguinosamente tra di loro in Medio Oriente con centinaia di migliaia di vittime, in Vaticano si sta attraversando ormai da decenni una crisi profonda di notevoli proporzioni, causa la forte diminuzione di partecipazione dei fedeli e il crollo di vocazioni di preti. In questa rovinosa situazione solo i vescovi se la passano comodamente bene, mentre i preti sono sovraccarichi di lavoro dovendo occuparsi di più parrocchie contemporaneamente con orari senza fine. L’andamento nettamente negativo della partecipazione comporta come logica conseguenza una riduzione di entrate finanziarie non trascurabile per le casse vaticane. La  risposta dei vertici cattolici a questa crisi, su come arginare il problema e attirare di nuovo i fedeli, è cercare il trasformismo, cioè un adeguamento religioso ai tempi, con “aperture religiose e sociali” anche clamorose. Si può osservare che questa crisi non è altro che una delle tante crisi che tutte le religioni nei diversi secoli o millenni hanno attraversato e dovuto superare per adeguarsi ai vari mutamenti delle società, a volte anche epocali.    

Prima Wojtyla, poi Ratzinger e adesso Bergoglio, tutti gli ultimi papi stanno cercando di traghettare l’organizzazione religiosa cattolica (venditrice del niente come le altre, o di fumo, come preferiscono dire molti) ma sempre con un ruolo forte nella società, a passo con i tempi sociali. Ma come tutti i trasformismi, i mutamenti, anche questo per il Vaticano comporta scontro all’interno della chiesa stessa, con componenti cattoliche anche estese, fermamente contrarie ai “cambiamenti”.

Sull’ obbiettivo ”rinnovamento”, la nuova (chiamiamola così) presidenza Bergoglio dall’inizio del suo mandato ha impostato il suo programma “politico” su tre punti: “Riforma finanziaria”, “Apertura ai nuovi soggetti sociali”, “Lotta ai preti e vescovi pedofili”.   

 

LA RIFORMA FINANZIARIA.  Nonostante le enormi entrate finanziarie di più di 1 miliardo che giungono dall’8 per mille, più le numerose donazioni e gli sconti fiscali, ecc. le casse vaticane piangono. Le spese per “La Santa Sede” sembrano essere un pozzo senza fondo. La gestione è costantemente in perdita in tutte le sue componenti, non solo per il Vaticano come Palazzo, ma anche i grandi ospedali romani a direzione cattolica come l’Idi, il nosocomio dermatologico più grande d’Europa e l’altro grande ospedale del Vaticano, il Bambin Gesù, accusano centinaia di milioni di rosso, per non parlare degli innumerevoli immobili in possesso della curia. Il compito di coprire questi non trascurabili buchi spetta alla maggiore delle due banche vaticane, lo IOR, l’Istituto Opere Religiose (l’altra banca è il Banco di Santo Spirito). 

Lo scopo dichiarato della governance Bergoglio è di metter fine a questa rovinosa conduzione finanziaria. A tal proposito, per far quadrare i conti, nel 2014, poco dopo l’elezione del nuovo papa, in Vaticano è stato istituito un nuovo ministero: il “Superorganismo della Segreteria e del Consiglio dell’Economia”, diretto da un quadrunvirato: il cardinale australiano George Pell coadiuvato dal suo segretario Danny Casey, dal presidente dello IOR de Franssu, e da Joseph Zahra, finanziere maltese membro del Consiglio dell’Economia vaticana.

Ma la situazione di far rientrare i conti si è presentata da subito più problematica del previsto. La gestione molto severa per ridurre le perdite da parte di Pell e del suo entourage, provocando il rischio di far chiudere l’Idi, il nosocomio dermatologico romano con 1500 dipendenti, ha coagulato immediatamente la reazione fragorosa di tutti i cardinali che a questi istituti in perdita sono collegati, fermando il processo in corso. A tre anni dall’inizio del “risanamento” e dallo scontro che ne è scaturito, la situazione in perdita sembra non aver avuto alcun miglioramento, si sia impantanata in una fase di stallo, con ancora un nulla di fatto. Con l’aggravante per i vertici vaticani, che il direttore del superorganismo, il cardinale Pell, è dovuto rientrare di fretta in Australia perché indagato per pedofilia dalla procura del paese.  

 

APERTURA AI NUOVI SOGGETTI SOCIALI  (comunione ai divorziati e risposati, apertura ai gay, apertura al tema ‘fine vita’, agli immigrati musulmani, e non ultimo l’apertura ai preti sposati) -   La rivista vaticana “La Civiltà Cattolica” scrive nel gennaio 2014 come per Bergoglio sia prioritario che l’educatore  «deve interrogarsi su come annunciare Gesù Cristo ad una generazione che cambia». Sono parole rivolte ai cardinali, che hanno il significato di una chiesa che non si può estraniare ad una società in mutamento dove il numero dei preti crolla, i  divorziati aumentano a dismisura e sono destinati a diventare la maggioranza della popolazione, dove gli omosessuali trovano il loro spazio nella collettività, dove si dibatte sull’eutanasia e dove gli immigrati musulmani arrivano a centinaia di migliaia. Il papa ritiene le aperture su queste tematiche sociali fondamentali per la sopravivenza della chiesa cattolica stessa. Saranno però anche il vero e grandissimo problema per il Vaticano, poichè sono il vero osso duro da far accettare a tutte le componenti rissose di cardinali. Perché aperture di questa portata cozzano contro i principi basilari su cui la religione cattolica stessa è fondata e questo molti prelati (tra cui lo stesso superministro Pell) non lo possono accettare.

Nonostante il problema sia fortemente avversato e gli ostacoli di resistenza siano notevoli, il vertice del Vaticano diretto da Bergoglio sta procedendo.

Il modificare una religione in realtà non pone grandi problemi ai suoi fautori, poiché in una religione fondata 

sulla fantasia com’è, si può cambiare tutto e il contrario di tutto, senza che assolutamente nulla nella

quotidianità cambi.  

Ma l’insistere sul proseguimento alle “aperture” e i pronunciamenti continui ufficiali al proposito da parte di Bergoglio, ha visto come reazione il coalizzarsi della vasta schiera di porporati assolutamente decisi ad ostacolare il processo. Questa opposizione ha preso poi anche una sua vera forma politica concretizzatasi in un documento ufficiale firmato da 62 cardinali, il “DUBIA”, sottoscritto anche da prelati di primo piano come i cardinali Bürke, Brandmueller, Caffarra e Meisner. Documento che naturalmente è stato presentato al papa come proposta alternativa alle sue aperture. 

La controreazione dei vertici Bergoglio-vaticani al “movimento” avverso d’opposizione è stata non di discussione e confronto ma di far cadere più teste possibili sul fronte avverso, tra cui l’esponente più autorevole, il cardinale tedesco Müller.   

In un’intervista di chiarimento al giornale “Corriere della Sera” del 26 nov 2017 dal titolo: «Mi vogliono guida di un gruppo contro il Papa» Müller afferma che come controreazione al comportamento di Bergoglio «si rischia una separazione che potrebbe sfociare in uno scisma».

Altre fonti sostengono che in Vaticano si stia costituendo una fronda di cardinali piuttosto vasta il cui intento sarebbe far dimettere anche questo papa.

 

LOTTA AI PRETI PEDOFILI.  Se la questione “aperture” verso le nuove figure sociali è il punto più importante per i vertici vaticani, il problema “preti pedofili” è quello più delicato. Gli scandali sui preti pedofili vengono usati in Vaticano senza riserve e limiti nello scontro tra le varie fazioni di cardinali (che potremmo definirle anche ‘bande’) nelle loro divergenze sia sul tema “finanza” che sul problema “aperture”, per eliminarsi a vicenda ed indebolire i fronti avversari. In altre parole, visto la cospicua presenza all’interno della chiesa di preti e vescovi pedofili, molestatori, corrotti ed altro, e di cardinali che li coprono (una vera “associazione a delinquere” direbbe un magistrato) ogni gruppo o fazione di cardinali denuncia nascostamente, fa arrivare ai mezzi di informazione pubblici più o meno segretamente, chi del fronte avversario è coinvolto in questi crimini e da chi ne viene protetto, in modo che sia i preti, ma soprattutto i vescovi e cardinali responsabili siano costretti a dimettersi. 

E’ così che attualmente si svolge la lotta in San Pietro.

Sul problema pedofilia, prima Ratzinger e adesso il governo Bergoglio ne hanno fatto una “vergogna” da combattere.

La rivista “L’Espresso” dell 11 luglio 2017 nell’articolo «Pedofilia, finanza, dottrina: ecco cosa sta frenando la rivoluzione di Bergoglio»,  riporta che i sostenitori del papa affermano, per dimostrare la sua determinazione nel combattere la piaga dei preti pedofili, che Bergoglio all’inizio del suo mandato «ha fatto cose rivoluzionarie, creando la Commissione per la tutela dei minori, il tribunale per i vescovi insabbiatori rei dei “reato d’abuso episcopale” e firmando il motu proprio “Come madre amorevole”».  Ma la stessa rivista nelle righe successive riporta sconsolata come i risultati pratici che le leggi fin qui hanno prodotto siano stati … zero: «… Il tribunale contro i vescovi che coprono i maniaci, annunciato nel giugno 2015, a oggi non ha mai visto la luce. Nel 2016 il ‘motu proprio’ “Come una madre amorevole” dedicato al tema della pedofilia, non ne fa alcun cenno». In breve, accusa la rivista, queste misure non sarebbero nient’’altro che provvedimenti “di facciata”, che realisticamente non possono avere nessun effetto. 

Il papa ha subito dure contestazioni di massa nella sua visita di gennaio in Cile (è stato colpito anche da un oggetto in testa). I giornali europei ne hanno parlato sottovoce. Il motivo delle contestazioni sempre lo stesso: preti e vescovi pedofili che sarebbero stati coperti dalle massime autorità ecclesiastiche cilene, ma non solo cilene, si ritiene anche dal Vaticano, Bergoglio compreso. Infatti i massimi prelati cileni sembrano godere un’estrema fiducia da parte del nuovo papa, tanto che Bergoglio li ha difesi fino allo stremo dalle accuse e che addirittura 2 di loro, l’arcivescovo Ricardo Ezzati e il suo predecessore Francisco Javier Errazuriz, li ha voluti nel famoso c 9, l’esecutivo vaticano che dirige l’estesa chiesa cattolica nel mondo (di cui anche il cardinale Pell ne fa parte).    

 

RIUSCIRA’ IL NUOVO GOVERNO BERGOGLIO nel suo intento di traghettare la chiesa cattolica nel “risanamento finanziario”, nel “rinnovamento sociale” e nel debellare “la piaga della pedofilia”?

Tutt’ora gli specialisti in materia esprimono in merito grosse perplessità.

-         - Il risanamento finanziario sembra essersi arenato e il suo dirigente è dovuto volare in Australia per difendersi dall’accusa di pedofilia.

-               - Contro le aperture del papa su divorziati, gay, ecc. si è formata e si sta rafforzando un’ampia opposizione che minaccia addirittura uno scisma.

-              - Sulla lotta contro i preti pedofili e i cardinali che li proteggono la battaglia sembra già persa in partenza, visto che se dovesse veramente procedere il Vaticano rimarrebbe quasi senza preti e cardinali.

 

Che dire? 

Anche le organizzazioni religiose al servizio dei ricchi capitalisti hanno le loro difficoltà e problemi. Noi non possiamo che gioire.

Nonostante che i mezzi di informazione li sostengano senza riserve, nonostante che già dalle scuole d’infanzia ai bambini venga fatto il lavaggio del cervello che Dio è buono e i preti sono i suoi santi servitori, nonostante tutto questo sempre più masse proletarie si allontanano dalle chiese. Da tutte indistintamente e in tutto il mondo. E’ l’effetto naturale e inevitabile dello sviluppo sociale capitalistico. Il lavoratore diventando salariato, il suo più grande problema non è più Dio, ma diventa il salario, lo stipendio. Tutto nella sua situazione di dipendente ruota adesso attorno a questo fatto oggettivo: più salario significa più vita, più benessere per la famiglia e così via. Quindi per ottenere più salario il proletario deve occuparsi di socialità, politica, economia e dei suoi interessi, e Dio passa in second’ordine e le chiese si svuotano.

Naturalmente la borghesia cerca di colmare questo allontanamento sociale dalle religioni, che per essa significa calo del controllo sulle masse sfruttate, con altre ideologie borghesi altrettanto dannose per la classe proletaria, come aver fiducia nella “nuova Europa buona”, o difendersi dal nuovo pericolo “dell’estremismo islamico” (che nella pratica si traduce tenere le distanze dagli immigrati)  o diffidare del “comunismo”, e così via.

Le religioni servono ai capitalisti per controllare politicamente i lavoratori. Nel socialismo le chiese scompariranno, definitivamente.        

 

"Der kommunistische Kampf" n°24 - aprile 2018


 

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RICORRENZA DEL 60° ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DELL’UNIONE EUROPEA

 

L’EUROPA BUONA “DELLA PACE ” CHE PARTECIPA  A TUTTE LE GUERRE IN CORSO.

 

 

LA RELIGIONE AL SERVIZIO DELL’IMPERIALISMO EUROPEO

 

Una particolare attenzione merita il discorso  tenuto dal papa Bergoglio a Roma il 24 marzo 2017 di fronte ai capi di stato e di governo dell’Unione Europea in occasione del 60° anniversario della firma dei trattati di Roma che sancirono la nascita dell’ Europa unita.

Nel  discorso di apertura il papa Bergoglio non ha risparmiato elogi ad un’Europa definita piena di pregi e determinata nel bene a superare le sfide del futuro.

Per capire i contenuti del discorso riportiamo i tratti più significativi estraendoli dalla rivista ufficiale cattolica “Famiglia Cristiana” del 24 marzo.

Quando in quel lontano marzo del 1957 fu firmato il Trattato di Roma, spiega Bergoglio, “furono gettate le basi politiche, giuridiche e sociali della nostra civiltà” che hanno determinato “il più lungo tempo di pace degli ultimi secoli”. In quel progetto europeo erano “i giovani chiamati a realizzare le promesse dell’avvenire” guidati da un “appassionato impegno per il bene comune”.

Prosegue: “All’origine della civiltà europea si trova il cristianesimo, senza il quale i valori occidentali di dignità, libertà e giustizia risultano per lo più incomprensibili” (…) “l’anima dell’Europa rimane unita perché, oltre alle sue origini comuni, vive gli identici valori cristiani e umani, come quelli della dignità della persona umana, del profondo sentimento della giustizia e della libertà, della laboriosità, dello spirito di iniziativa, dell’amore della famiglia, del rispetto della vita, della tolleranza, del desiderio di cooperazione e di pace, che sono note che la caratterizzano”.

Dopo di che il papa affronta il problema della crisi. … Si è di fronte ad una “crisi economica, crisi della famiglia e dei modelli sociali consolidati, crisi delle istituzioni, crisi dei migranti”…. Che risposte ritiene di dare a questi problemi?: “Le risposte le ritroviamo proprio nei pilastri sui quali essi hanno inteso edificare la Comunità Economica Europea e che ho già ricordato: la centralità dell’uomo, una solidarietà fattiva, l’apertura al mondo, il perseguimento della pace e dello sviluppo, l’apertura al futuro” e cioè “riconoscere un bene più grande che porterà beneficio a tutti”, perché “i populismi fioriscono proprio dall’egoismo, che chiude in un cerchio ristretto e soffocante e che non consente di superare la limitatezza dei propri pensieri e guardare oltre”. E ribadisce: “L’Europa ha un patrimonio ideale e spirituale unico al mondo  che merita di essere riproposto con passione e rinnovata freschezza e che è il miglior rimedio contro il vuoto di valori del nostro tempo, fertile terreno per ogni forma di estremismo”“L’Europa ritrova speranza quando investe nello sviluppo e nella pace”.

Poi la conclusione: “Da parte mia non posso che assicurare la vicinanza della Santa Sede e della Chiesa all’Europa intera, alla cui edificazione ha sempre contribuito e sempre contribuirà”.

Un “Inno all’Europa” potremmo definirlo. Tutto è così bello, tutto così fantastico.

 

Tutt’altra cosa vedono i marxisti e tutto diverso viene vissuto dalle masse lavoratrici.

Non si capisce cosa intenda Bergoglio quando afferma che in quel lontano 1957, allorchè fu firmato il Trattato di Roma “furono gettate le basi politiche, giuridiche e sociali della nostra 

civiltà” che hanno determinato “il più lungo tempo di pace degli ultimi secoli”, visto che l’Europa, solo parlando degli ultimi tre decenni ha visto nel ’91 una guerra in Croazia benedetta a suo tempo da papa Wojtyla,  poi guerre in Bosnia, Jugoslavia, Kosovo, Macedonia. Le nazioni europee hanno poi partecipato nel 2001 con gli Usa alla guerra di Afghanistan,  all’invasione dell’ Iraq e poi negli ultimi anni alle guerre in Siria, Libia, Mali. Non ultimo da dimenticare, la guerra in Ucraina.  

Sarebbe questo “ più lungo tempo di pace degli ultimi secoli” di cui Bergoglio parla?

 

Poi il papa vede nell’Unione Europea “gli identici valori cristiani e umani, come quelli della dignità della persona umana, del profondo sentimento della giustizia e della libertà, della laboriosità, dello spirito di iniziativa, dell’amore alla famiglia, del rispetto della vita, della tolleranza, del desiderio di cooperazione e pace, che sono note che la caratterizzano”. Difficile trovare conferme in queste affermazioni. Difficile vedere il “desiderio di cooperazione e pace”, il “rispetto della vita”, il “profondo sentimento della giustizia e della libertà”  nelle centinaia di migliaia di morti per ogni guerra, soprattutto civili, bambini e donne, nelle immani distruzioni, disperazioni, fame e povertà che le numerose guerre europee hanno causato,.

 

Proseguendo, Bergoglio poi sostiene che i populismi non sono le proteste delle masse lavoratrici sottoposte ad uno sfruttamento sempre più intenso, disoccupazione, aumento della precarietà giovanile, bassi stipendi, ecc. come ormai quasi tutte le fonti specialistiche riconoscono, ma afferma che “i populismi fioriscono proprio dall’egoismo (…) che non consente di superare la limitatezza dei propri pensieri”.

A questo punto la conclusione de capo religioso non può che essere scontata : “Da parte mia non posso che assicurare la vicinanza della Santa Sede e della Chiesa all’Europa unita”… Plateale.

E’ evidente che la chiesa è un tutt’uno con la borghesia, in un gioco di squadra per il massimo sfruttamento delle masse lavoratrici.

Non chiarendo le contraddizioni del sistema e da cosa queste sono causate contribuisce all’assoggettamento del lavoratore sfruttato e al mantenimento di questa società con tutte le sue enormi disfunzioni e guerre.

 

Ha proprio ragione Marx quando afferma che: “le religioni sono l’oppio dei popoli”. L’oppio è quella sostanza che fa vedere cose che non esistono, e in questo caso è appunto “l’Europa della pace, dei valori umani, della civiltà …”

 

"Der kommunistische Kampf" n°24 - luglio  2017


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