GUERRA IN MEDIO ORIENTE

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CONTRO LA GUERRA,

A FIANCO DEI LAVORATORI PALESTINESI E ISRAELIANI

 

I MARXISTI NON STANNO MAI DALLA PARTE DI UNA DELLE COMPONENTI IN GUERRA CAUSATA PER INTERESSI CAPITALISTICI. I MARXISTI SOSTENGONO I LAVORATORI DI ENTRAMBE LE PARTI COINVOLTE LORO MALGRADO NELLA GUERRA, CONTRO I PROPRI CAPITALISTI.     

CONTRO LA GUERRA

RIVOLUZIONE

 

Esattamente così: le guerre non sorgono mai per caso, sono sempre causate dai capitalisti per i propri interessi. Capitalisti che in queste situazioni coinvolgono sempre i proletari, li manipolano affinchè combattano, si facciano uccidere per i LORO INTERESSI AFFARISTICI.  Naturalmente tutto questo è causa di inumane sofferenze.

E’ ciò che sta succedendo adesso anche nello scontro armato tra palestinesi e israeliani nella Striscia di Gaza.

In questa zona petrolifera martoriata da infinite guerre capitalistiche per il petrolio vi è coinvolta anche la guerra senza fine tra Israele e i palestinesi, iniziata nel dopoguerra quando è sorto lo stato di ebraico.  

E’ su pressioni internazionali che Israele nel 2012 ha concesso ai palestinesi (soprattutto ai ricchi palestinesi) la sovranità nella Striscia di Gaza, affinché avessero un loro territorio, un loro stato, come da loro sempre richiesto.

Ma nei decenni la politica dei governi (naturalmente borghesi) israeliani è sempre stata diretta in modo da impedire che lo stato (capitalistico) palestinese della Striscia di Gaza non diventasse troppo “forte” da rappresentare un pericolo per Israele.

Essendo che i palestinesi sono suddivisi in componenti sostenute e finanziate da stati arabi come Egitto, Iran, Iraq, Siria, ecc, quando una di queste componenti si rafforza troppo all’interno dello stato palestinese, agli occhi degli israeliani questo può diventare un “pericolo terroristico”.   

Per cui agiscono militarmente. Sistematicamente nei decenni i vari governi di Israele sono intervenuti con l’esercito per indebolire queste componenti armate palestinesi.

Gli israeliani adottano un sistema ben preciso per arrivare allo scontro con i palestinesi. In pratica gli israeliani, quando per loro è arrivato il momento di agire, con vari pretesti provocano i palestinesi, i quali reagiscono scomposti, anche con le armi, dando così il motivo al governo di Israele di far intervenire l’esercito e distruggere quelle parti palestinesi nella Striscia ritenute “pericolose”. E’ ciò che sta avvenendo anche adesso proprio nell’attuale scontro.  

Per cui nei decenni causa gli scontri e le guerre, la “questione palestinese” irrompe regolarmente sulla scena, con tutte le sue nefaste conseguenze.

I palestinesi si definiscono rivoluzionari, comunisti, marxisti, ma con queste definizioni loro non intendono arrivare ad un socialismo senza classi come dovrebbe essere, ma all’indipendenza capitalista del loro stato. Infatti chi dirige e finanzia i combattenti palestinesi sono miliardari arabi e palestinesi, diventati ricchi con il petrolio.  

Per i marxisti è chiaro, lo ripetiamo, la causa anche di questa guerra va ricercata negli interessi affaristici riguardanti lo scontro tra le potenze (anche internazionali) nella zona per il controllo del petrolio, dove anche i ricchi capitalisti palestinesi svolgono un ruolo.

E’ fisso che i marxisti nelle guerre non si collocano mai al sostegno di una o dell’altra parte delle borghesie predone in lotta, siano esse anche palestinesi o israeliane. Perché il solo motivo della guerra sono i miliardi che i ricchi capitalisti cercano alla fine di ricavarne, non altro.

I marxisti sostengono invece incondizionatamente i proletari, i lavoratori sfruttati coinvolti nelle guerre, senza distinzione di patria o etnia, contro le proprie ricche borghesie. Per una società superiore senza guerre.

 

E’ LA NOSTRA LOTTA COMUNISTA.

 

I LIMITI DELLA BORGHESIA NEL COMBATTERE L’INFEZIONE COVID

COMBATTERE LA PANDEMIA O

SALVAGUARDARE I

PROFITTI CAPITALISTI? 

QUESTO E’ IL DILEMMA CHE ATTANAGLIA

I GOVERNI BORGHESI DI TUTTO IL MONDO

 

 

 

 

 

PER COMBATTERE EFFICACEMENTE LE CONTRADDIZIONI DEL SISTEMA L’UMANITA’ HA BISOGNO SENZ’ALTRO DI UN SALTO DI QUALITA’ IN UNA SOCIETA’ SUPERIORE.

 

Anche se la pandemia infuria, le potenti organizzazioni affariste capitaliste fanno enormi pressioni sui governi perché venga messo come punto centrale dell’operato esecutivo la salvaguardia dei profitti.

Per loro, per i capitalisti, cioè gli industriali, l’oligarchia finanziaria, le multinazionali, i negozianti, i centri vacanzieri, ecc. il punto focale del loro pensiero è sempre lo stesso: far soldi. Prima di qualsiasi altra cosa viene il guadagno. Anche se questo significa creare pericolose situazioni come sottovalutare la minaccia di una pandemia infettiva mortale.

Ed ecco che i politici di tutto il mondo, che ovviamente si prestano al servizio dei capitalisti, ma che non possono sottovalutare il pericolo di un disastro infettivo, si trovano nel dilemma di come gestire al meglio questa particolare pericolosa situazione. Ossia, danneggiare al minimo i profitti di industriali e bottegai mentre si cerca di combattere efficacemente la pandemia.

Trovare questo equilibrio-compromesso, con i capitalisti che premono a dismisura, ovviamente non è facile. E’ così che ogni governo borghese cerca una sua propria strategia.

 

-           I PAESI ASIATICI  Cina e Corea del Sud hanno adottato lo stesso sistema, ferreo, per uscirne. Probabilmente per il forte senso di disciplina che caratterizza le popolazioni asiatiche, il capitalismo di stato cinese a direzione stalinista e il capitalismo privato sudcoreano a direzione democratica, emettendo le stesse ferree restrizioni - che sono state rispettate e hanno funzionato - sono riusciti in poco tempo a risolvere la questione infettiva del Covid.

 

-           I PAESI EUROPEI hanno adottato più o meno le stesse misure. All’inizio hanno intrapreso un mixum di severe restrizioni, che poi in un successivo momento su forte pressione di industriali, albergatori e bottegai, sono state allentate. Per poi introdurne di nuove restrittive. Con il risultato che la pandemia si sta protraendo molto nel tempo creando i noti disagi sociali.

 

-           Tutt’altro l’atteggiamento dei governi USA, BRASILE, INDIA. Qui i capi di governo ostentano il netto appoggio agli affaristi capitalisti dei propri paesi. Per non danneggiarne gli affari e conseguenti profitti, questi governi non volendo da subito (anzi si sono opposti) emettere dure restrizioni per impedire l’entrata del virus e poi la diffusione, hanno favorito così l’esplodere e il diffondersi velocemente della mortale infezione all’interno, portando i tre enormi paesi alle note devastanti situazioni infettive, sociali ed economiche.

 

TUTTO QUESTO CI DICE che l’infezione Covid durerà ancora a lungo nel tempo prima che venga debellata o si esaurisca da sola.

 

Ai capitalisti che dominano la società e dirigono di fatto i governi, poco importa se il costo sociale sarà di parecchie centinaia di migliaia di vittime o di milioni, purchè vengano garantiti i loro alti profitti.

Com’è evidente, per i capitalisti (che sono anche la causa delle guerre) le persone non hanno nessun valore. Perché per loro il vero valore è IL PROFITTO, ottenere un BUON PROFITTO.

E’ per questo motivo che l’umanità non ha più bisogno del capitalismo, con la sua concorrenza, gli affari, ecc. causa delle note e disastrose contraddizioni sociali. L’umanità ha invece bisogno  non del falso socialismo della Cina o dell’ex Unione Sovietica e DDR, ma di un altro tipo di società, dove in un sistema di suddivisione dei beni la produzione possa essere goduta da tutti.

 

Un salto di qualità in una società superiore quindi, per far si che le persone possano vivere dignitosamente.


 

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ESISTE OGGI IL PERICOLO

DI UNA GUERRA ATOMICA?

 

SONO CREDIBILI TUTTI GLI ALLARMISMI CHE VENGONO DIFFUSI IN QUESTA DIREZIONE?

NELL’IMMINENZA NOI RITENIAMO DI NO.

 

 

 

       Tutto questo subbuglio che il presidente americano Trump nel mondo ha creato, il riarmo nucleare dell’Iran e del Nord Corea, l’allarmismo che proviene dai media dove si ventila una possibile degenerazione e sfuggita della situazione che potrebbe trasformarsi in un immenso nuovo scontro tra potenze e addirittura in una guerra atomica. Tutto questo ovviamente mette paura. Certamente. E’ il terribile passato che ritorna e ce lo ricorda.

       Sicuramente il mondo capitalistico non è quella società tranquilla che molti democratici borghesi auspicherebbero e pubblicizzano, ma, come la cruda realtà ci comprova, una società estremamente instabile, imprevedibile e talvolta anche improvvisamente supercaotica. Pensare ad un sistema capitalistico tranquillo, è come immaginare un oceano le cui acque possano rimanere eternamente placide. No, questo non è possibile ne credibile in questa società. La concorrenza tra capitalisti è la causa che scatena, pensando agli oceani, le imprevedibili burrascose tempeste. E tutto ritorna a far paura. Questa la realtà.

       Nello scontro di concorrenza che scuote le nazioni, l’imperialismo americano si trova oggi nella situazione, nella lotta per la supremazia di conquista di mercati e nazioni, a fronteggiare l’ascesa del nuovo e potente imperialismo: quello cinese. E mentre l’imperialismo cinese di soppiatto si espande affondando senza rumore le proprie radici commercial-affaristiche nei vari continenti, l’imperialismo americano, ancora relativamente dominante, reagisce platealmente per ostacolarlo e fermarlo. E’ il meccanismo diabolico del profitto che dirige questo comportamento incontrollabile di scontro tra capitalisti, portando ai noti disastri del passato e ai conflitti che tormentano la società: un imperialismo emerge se l’altro soccombe. Le catastrofi che ne conseguono sono perciò inevitabili, come ben sappiamo (o intuiamo). Quindi gli imperialismi e le borghesie inevitabilmente trascinate e coinvolte in questo perverso sistema non possono altro che essere sempre sotto enorme pressione.   

       E’ un funzionamento di sistema capitalistico già noto da molto tempo, e così ben analizzato e descritto da Marx. 

       Quindi anche la corsa agli armamenti, il lievitare delle spese militari, l’aumento delle bombe atomiche, fanno parte dell’attuale imprevedibile controverso sistema. Si può supporre che la dura lotta di concorrenza tra capitalisti oggi sia arrivata ad un punto tale da essere addirittura esplosiva da degenerare in uno scontro armato generale con uso di bombe atomiche, come alcuni affermano e come già successo in passato? E’ sempre un rebus fare previsioni nel capitalismo, ma noi marxisti pensiamo di no, riteniamo che oggi la situazione non sia così esplosiva. Che prima o poi, secondo l’analisi marxista, la concorrenza farà esplodere ancora la situazione come già successo, di questo è certo. Perché la guerra è nella natura perversa del profitto, e l’umanità si dovrà preparare purtroppo ancora una volta a questi disastri capitalistici. Ma per il momento noi riteniamo non sia ancora arrivato questo catastrofico momento, che alcuni invece (anche correnti marxiste) suppongono.  

      Certamente lo scontro e le provocazioni che il presidente americano Trump ha portato contro Russia, Cina, Iran, Venezuela, Corea del Nord, India, Turchia, ecc. è notevole e farebbe supporre che un’evoluzione di guerra sia sulla soglia di casa. 

Ma noi, a differenza di altri, riteniamo che queste provocazioni, questo allarmismo provocato da Trump sia stata solo una tattica per raggiungere altri scopi, come scriviamo da tempo nei nostri diversi articoli. Una tattica per arrivare ad isolare le nuove borghesie emergenti dalle potenze occidentali e nazioni loro alleate. Borghesie emergenti che non si vogliono sottoporre al diktat americano,.

       Perché l’aumento delle spese militari, degli eserciti, delle bombe atomiche, che sono le braccia armate dei capitalisti, gli allarmismi che ne conseguono e che vengono usati in dati momenti per spaventarsi a vicenda tra capitalisti, appartengono sempre allo sporco gioco dei capitalisti per intimorire gli avversari. Perciò noi, come detto, non vediamo una situazione così rovinosa. E non pensiamo che nell’imminente le bombe atomiche vengano usate. Riteniamo invece che le preoccupazioni che vengono diffuse siano strumentali e molto esagerate. 

      Certamente tutta questa aggressività capitalistica sul pianeta non lascia certo dormire sonni tranquilli. E’ per quello che rinnoviamo l’appello ad aspirare assolutamente e lottare per una società diversa, superiore, che possa porre fine a tutto questo terrore e disastro continuo. 

 

CIRCOLANO DELLE IPOTESI ORRENDE CHE

NON COMPAIONO SUI GIORNALI

CORONAVIRUS : LA PAURA STRUMENTALIZZATA E

AMPLIFICATA DAI MEDIA

 

 

 

 

CIRCOLA L’IPOTESI CHE GLI AMERICANI ABBIANO INTRODOTTO IL VIRUS A WUHAN E NE ABBIANO FAVORITO LA DIFFUSIONE NEL MONDO PER SCREDITARE IL CONCORRENTE IMPERIALISTA CINA.

OPPURE CHE LA MALATTIA, IN REALTA’ NON COSI’ PERICOLOSA, SIA STATA DEMONIZZATA DAI MEDIA OCCIDENTALI SEMPRE CON LO SCOPO  FINALE DI INDEBOLIRE L’ECONOMIA CINESE.

 

Se così fosse, con la guerra batteriologica l’umanità si troverebbe di fronte ad un altro terribile problema causato dallo scontro tra i capitalisti delle diverse nazioni.

Questa ipotesi che circola, che siano stati adesso gli americani a causare l’infezione pandemica coronavirus con il loro laboratorio situato proprio a Wuhan in Cina, sarebbe un’ipotesi non poi così fantascientifica come potrebbe apparire, visto che com’è noto i capitalisti di tutti i paesi senza tanti problemi creano speculazioni, corruzioni, crisi, guerre, fame, distruzioni, ecc. ecc, ma potrebbe avere una sua logica nella concorrenza tra capitalisti.

Da quando il governo borghese americano di Washington ha dichiarato come “primo pericolo” per gli interessi (affaristici) americani nel mondo la “Cina e la Russia” e stato tutto un susseguirsi di ritorsioni contro questi due paesi capitalistici con guerra di dazi, di sanzioni sia militari che economiche e finanziarie, restrizioni commerciali, ecc.

Creare ora contro il concorrente imperialista Cina, che si sta espandendo velocemente nel mondo, una forte ostilità, dovuta come causa responsabile di una infezione mondiale, potrebbe essere senz’altro nell’interesse dei capitalisti concorrenti alla Cina.

Creare il terrore a livello mondiale (nel momento in cui scriviamo tutta l’Europa sta entrando nel panico, l’Asia pure, e la California americana ha dichiarato lo stato d’emergenza anche se non si registra nessun caso di infezione coronavirus): può essere anche questo un freddo e calcolato sistema capitalistico per “isolare” il concorrente.

Perché nel panico che sta dilagando, ovviamente la causa, agli occhi delle masse nel mondo, viene vista appunto la Cina, e solo la Cina.

Quale situazione migliore per i cinici interessi dei capitalisti occidentali?

Chi andrà ancora a fare il turista in Cina? Chi compererà ancora in occidente i prodotti cinesi? Chi fra gli investitori occidentali farà ancora affari con i cinesi? Quanti milioni – o forse miliardi - di persone odieranno dopo questa infezione-panico il paese Cina?

Tutto questo quindi si trasformerà in un grosso affare per i capitalisti occidentali!

Visto da questo punto di vista, se (e ripetiamo se) la pandemia-infezione coronavirus è stata veramente volutamente causata, una sua cinica logica nel mondo capitalista ce l’ha, eccome!

Ma si può anche certamente constatare, che lo stesso risvolto a favore dei capitalisti occidentali l’infezione lo porterà lo stesso, anche se non causata volutamente.  

OVVIAMENTE NON VOGLIAMO DIFENDERE I CAPITALISTI CINESI, CHE SE NECESSARIO, NEL CINICO E CORROTTO MONDO CAPITALISTA, AVREBBERO FATTO LO STESSO PER I LORO INTERESSI.

Il tragico è, che mentre si alzano le proteste per il cambiamento climatico (causato sempre dal capitalismo) la spietata società capitalista riserva anche problemi ben più gravi e drammatici.

Il corrotto e incontrollabile capitalismo è causa di crisi, guerre, sfruttamento, disparità sociali e distruzioni. Per uscire perciò da questo angosciante circolo vizioso non ci può altro che essere la sola e unica soluzione logica:

 

L’UMANITA’ HA BISOGNO DI UN ALTRO TIPO DI SOCIETA’: UNA SOCIETA’ SENZA PIU’ CAPITALISMO!


 

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KLIMA PROTEST :

Lärm ohne Zukunft

(“Rumore senza futuro“)

 

ANCHE LA BORGHESIA DEVE

AMMETTERE CHE ANCHE SUL TEMA

“CLIMA”  MARX HA RAGIONE

 

PER IL MARXISMO: IL PROBLEMA INQUINAMENTO NON PUO’ TROVARE SOLUZIONE NEL SISTEMA CAPITALISTICO, MA PUO’ ESSERE RISOLTO SOLO ELIMINANDO IL PROFITTO STESSO.

 

 

 

 “Fridays for Future [venerdì per il futuro] fa rumore, ma chiaramente non porta al futuro”, questa è la conclusione del giornalista nel titolo della testata “Frankfurter Allgemeine”  riguardo le proteste contro l’inquinamento e il cambiamento climatico, per le quali gli studenti avevano organizzato una grande manifestazione ad Aachen, appunto il venerdì 21 giugno.

L’articolo lascia chiaramente intendere che la manifestazione (così come altre su questo tema, es. la precedente a Francoforte) non servono a niente. Con sorprendente realismo per un giornale borghese qual è appunto il “Frankfurter Allgemeine”, il giornalista scrivente afferma: “E’ di un opportunismo imbarazzante che alti scienziati (“Scientists for Future”) saltino sul treno degli studenti, e che i politici responsabili facciano come se essi fino adesso non avessero fatto nulla nell’ambito della protezione del clima”. In parole semplici per il giornalista è veramente imbarazzante che dei grandi scienziati (“Scientists for Future”) per combattere il problema degrado ambientale si affidino (“saltino sul treno”) degli studenti, e che i politici tacciano sul problema (degrado) ammettendo così  “fino ad adesso” di non aver “fatto nulla nell’ambito della protezione del clima”. E il quotidiano ha pienamente ragione quando proclama questo.      

Perché dovrebbe essere proprio la scienza e gli scienziati che tecnicamente dovrebbero occuparsi di risolvere il problema inquinamento e il degrado ambientale, accusando se necessario proprio il sistema di esserne la causa che lo impedisce, poichè mette come primo principio sociale appunto il profitto. Invece di far questo, il “Scientists for Future” opportunisticamente applaude e sostiene degli studenti che genericamente protestano e che a loro volta sicuramente non avranno nessuna possibilità di successo. E i politici opportunisti che acclamano le manifestazioni ecologiste, così facendo ammettono che la politica in pratica è impotente di fronte al problema e si affida alle inefficaci proteste delle scuole. Politici che così facendo si rendono a loro volta ridicoli e grotteschi. Perché è chiaro, matematico, che le manifestazioni di questi adolescenti non porteranno assolutamente a nulla.  

Possiamo constatare che l’articolo è straordinariamente realista riguardo al problema. E noi come marxisti non possiamo altro che confermarne le riflessioni. 

Perché come riprova dell’inefficacia delle attuali proteste basti ritornare col pensiero agli anni ’70 dove esistevano in tutta Europa - Germania, Francia, Gran Bretagna, Italia, Olanda, ecc. - enormi movimenti ecologisti comprendenti decine e decine di migliaia di aderenti attivi, che hanno lottato duramente contro il degrado ambientale. Enormi movimenti ecologisti che hanno organizzato forti e violente proteste contro il sistema capitalistico inquinato. Si scontravano perfino con la polizia nelle piazze e organizzavano enormi meeting e raduni. Risultato? Nulla. Oggi possiamo constatare che tutto è come prima. E dopo una decina d’anni di battaglie, dopo aver duramente lottato e non aver raggiunto nulla, i movimenti ecologisti verdi si sono estinti e sono scomparsi. Oggi non esistono più. Il sistema del profitto è proseguito come se loro non fossero mai esistiti, come se non avessero mai fatto niente (infatti gli adolescenti d’oggi accusano ancora e sempre il sistema di essere all’alto grado di degrado ambientale).     

E oggi come controprova dell’irrisolvibilità del problema nel sistema capitalistico possiamo anche e addirittura usufruire dell’esempio pratico, dell’esperienza pratica governativa di uno di questi movimenti ecologisti “verdi” arrivato ai vertici della società: i “Grünen” qui in Germania. I Grünen che, nonostante a suo tempo avessero violentemente protestato nelle piazze, urlato contro il degrado, poi presentato una moltitudine di proposte contro il deterioramento ecologico, contro il nucleare, ecc. una volta arrivati al governo, cioè nientemeno che all’esecutivo della nazione, non hanno modificato - come tutti possono vedere - assolutamente una virgola del problema. Giunti al governo hanno solo ripetuto le promesse fatte precedentemente (vedere “Der kommunistische Kampf” luglio 2019) promesse che son rimaste nell’aria, e che i giovani ecologisti d’oggi riprendono per portarle di nuovo come loro bandiera.

Quindi non si può altro che essere d’accordo sulle considerazioni pessimiste ma realiste del “Frankfurter Allgemeine”. Non ci si può aspettare nulla di nuovo dal “nuovo e giovane movimento ecologista”. Solo la vergogna degli scienziati che lo sostengono e dei politici che lo incoraggiano e lo sfruttano.

Come considerazione non si può altro che ripetere che gli esempi sopra riportati confermano ancora una volta come la società capitalista segua inesorabilmente la sua legge del profitto e non sia modificabile. O la si cambia in toto oppure trascina con se la società in tutte le sue angoscianti contraddizioni. Anche su questo aspetto il marxismo dimostra la sua superiorità d’analisi: solo la soppressione del profitto potrà risolvere il gravoso e irrisolto problema dell “Ambiente”. Ed è su questo che ci si deve quindi impegnare e lottare.

 

“guerra alla guerra”

I PORTUALI DI GENOVA CONTINUANO A RIFIUTARSI DI CARICARE ARMI

SULLE NAVI

 

 

 

 

 

Già in maggio dell’anno scorso i portuali di Le Havre prima e quelli di Genova poi non hanno voluto caricare armi su una nave. Armi che sarebbero servite per essere impiegate nella guerra in Yemen, quindi destinate ad uccidere.

Quel fatto non è rimasto però isolato, e la “guerra contro la guerra” sta continuando. I portuali di Genova stanno proseguendo nella lotta politica di rifiutarsi di caricare armi sulle navi. Cioè di caricare “strumenti di morte”.

A fine dicembre un presidio di portuali costituitosi sotto la prefettura di Genova e  sostenuto da organizzazioni come Amnesty International e Emergency ha ribadito con forza e categoricamente che nel porto di Genova non dovranno più attraccare navi che trasportano strumenti di morte, navi di qualsiasi nazionalità e per qualsiasi destinazione.

L’IPOCRISIA BORGHESE

Un gesto sicuramente corretto e molto positivo. Un contributo concreto contro la guerra. Un comportamento efficace, ed opposto se messo a confronto alle parole vuote e ipocrite contro la guerra di molti politici e intellettuali finti “umanitari” che si pronunciano essere contro i conflitti e le stragi militari con il solo scopo di raccogliere voti.

Infatti il presidente della regione Liguria, a fronte della secca e intransigente posizione dei portuali, si è lamentato che questo boicottamento potrebbe danneggiare le industrie belliche italiane – e in special modo l’industria di stato italiana “Leonardo”. Secca la risposta dei portuali, affermando che l’industria citata può produrre materiale civile anzichè di morte.

L’obbiettivo dei portuali è far si che il governo italiano prenda ufficialmente posizione contro il transito e il commercio di armi nei porti italiani e ne impedisca la circolazione.

LA LOTTA SI ESTENDE.

Alla lotta dei portuali genovesi si sono uniti anche i portuali dei terminal di Spagna, Francia e Belgio (sempre del porto di Genova).

L’ipocrita stampa borghese si mostra scandalizzata quando in Iraq sotto i bombardamenti (russi) muoiono dei bambini, ma non dice una sola parola che in Yemen le armi prodotte in Europa e che transitano a Genova, come documentato dall’ONU, hanno causato “più di 60mila vittime, milioni di sfollati e un disastro umanitario con 90mila bambini morti per malnutrizione, il tutto con la complicità dei governi occidentali” (The Medi Telegraph – 21 dic. 2019).

La lotta contro la guerra dei portuali quindi è più che mai giusta e coerente.

“Noi non ci stiamo a essere complici di questi sporchi affari si legge nel volantino distribuito al presidio – nemmeno se appartengono alla nostra industria di Stato come Leonardo, che ha scelto di anteporre le produzioni militari a quelle civili ...”. Così prosegue poi la richiesta del Collettivo Autonomo dei Lavoratori Portuali, richiesta tanto semplice quanto radicale: “La guerra deve uscire dal nostro porto. Non siamo disposti a tollerare che un rifornimento continuo ed essenziale alla guerra, quindi alla morte e alla miseria per milioni di persone, abbia nella nostra città una sua tappa”. (ibidem).

LE CAUSE DELLE GUERRE.

La piaga delle guerre che infestano oggi il mondo è un prodotto del capitalismo, della concorrenza capitalistica. Quindi è solo eliminando il capitalismo, cioè eliminandone la causa, che è possibile eliminare la piaga delle nefaste guerre.  La coerente guerra alla guerra prosegue quindi su tutti i fronti capitalistici.

 

 

 

 



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