MARXISMO
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19 marzo 2024
“Troppe crisi per il dio mercato.
Non è che alla fine aveva ragione Karl Marx?”
(“il Fatto Quotidiano” - 11 agosto 2023)
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Presentiamo qui alcune nostre considerazioni sull’articolo apparso su “il Fatto Quotidiano” del 11 agosto 2023
“Troppe crisi per il Dio mercato. Non è che alla fine aveva ragione Marx?” che possono
essere utili per capire come ragionano i massimi dirigenti economici-finanziari del capitalismo.
Molto interessante è vedere questi “guru” della finanza e dell’economia considerati menti eccelse nel loro mondo affaristico quando tutto in economia va bene, entrare in confusione quando insorgono le inaspettate crisi. Crisi che loro ‘menti eccelse’, ‘santoni’ della finanza non hanno saputo ne prevedere ne evitare.
E’ in questi momenti, con fare non più arrogante, in fase depressiva e atteggiamento modesto che cominciano a ricercare, indagare, le ragioni della loro insipienza in questi imprevedibili profondi eventi. E incredibilmente appare loro Marx, riscoprono Marx che li può aiutare nel dilemma. Il tanto avversato e disprezzato Marx che però ha analizzato così bene e dettagliatamente il sistema capitalistico in tutti i suoi aspetti, anche le crisi.
La loro speranza è: può questa analisi così precisa e ben dettagliata da Marx aiutarci ad evitare le crisi, così che l’accumulazione del capitale avvenga senza disastri? E cominciano a studiarsi e ad approfondire il “Capitale”: ‘salario’, ‘prezzo’, ‘profitto’, ‘sfruttamento’, ‘plusvalore’, ‘saggio di profitto’, ‘concorrenza’, ‘accumulazione originaria’, ‘profitto industriale’, ‘profitto finanziario’, e, ah, ecco: le ‘crisi’!
E qui però ricevere una brutta, ma brutta notizia: le crisi nel sistema capitalistico sono ‘parte integrante del sistema stesso’, ‘imprevedibili’ e ‘inevitabili’.
Il tanto da loro superdecantato e osannato sistema capitalistico-affaristico, che secondo le loro teorie può portare solo sviluppo e crescita, è anche causa di paurose crisi. Ma non solo; crisi che a cicli sono destinate inesorabilmente a estendersi su scala planetaria, fino al tracollo totale dei mercati, con seguenti vasti collassi e catastrofi economiche sociali. E di seguito guerre per la conquista e spartizione dei mercati condotte da nazioni, nazioni e governi controllati dalle aziende. Il tutto, e qui arriva il botto finale, regolarmente confermato dalla realtà e sistematicamente comprovato dalla storia. Lo stato depressivo sale quindi alle stelle.
A questo punto sull’argomento, è bene inoltrarci negli interessanti commenti che uno dei massimi quotidiani italiani, “il Fatto Quotidiano” del 11 agosto 2023 con il titolo “Troppe crisi per il Dio mercato. Non è che alla fine aveva ragione Marx?” riporta.
E’ ‘Mauro Del Corno’ per il giornale che scrive: «”Ogni volta che il marxismo viene dichiarato morto e sepolto, ed è successo non so quante volte, si scatena l’ennesima ondata di crisi e le nuove generazioni riscoprono il valore di queste idee. In fondo non potrebbe essere diversamente, le contraddizioni del capitalismo generano crisi economiche, sociali, politiche e ambientali e ogni generazione che ne subisce le dure conseguenze cerca di comprenderle e ipotizzare una via alternativa”, spiega a Fq Millenium David Ruccio, professore emerito di economia all’università di Notre Dame ed autore del libro ‘Marxian Economics’».
Il marxismo viene dato per morto, ma le crisi che inesorabilmente colpiscono il sistema fanno riscoprire agli economisti l’analisi di Marx, essenziale per la comprensione del capitalismo. Nonostante si cerchi di screditare e accantonare Marx, alla fine è a lui che bisogna rivolgersi per capire il meccanismo in tutti i suoi aspetti e avversità.
Prosegue l’articolo: «L’economista Vladimiro Giacché è uno studioso delle teorie di Marx ma la sua carriera professionale si è svolta sinora nel mondo dell’alta finanza. Prima a Capitalia e Banca Profilo al fianco del banchiere Matteo Arpe, e ora responsabile della ricerca per Banca del Fucino. “Quando nel 2009 ho pubblicato un’edizione degli scritti di Marx sulla crisi” racconta a Fq Millenium, “mi sorprese l’interesse mostrato da Arpe, con cui collaboravo, e da Alessandro Profumo [uno dei massimi banchieri italiani. ndr]. Ma in fondo si trattava di una sorpresa ingiustificata visto che le teorie di Marx rappresentano un’analisi dell’economia capitalistica e sono utili a chiunque desideri capire le linee di tendenza, i trend economici di fondo, a maggior ragione di fronte alla scarsa comprensione delle radici della crisi da parte dell’economia mainsteram, sia neoclassica sia neokeynesiana. La cosa paradossale, semmai, è che questi strumenti di analisi [marxismo, ndr] siano stati completamente dimenticati dalla politica”.
Vladimiro Giacchè, economista e membro dell’alta finanza, quando nel 2009 nel pieno dell’allora crisi finanziaria, pubblica gli scritti di Marx, è sorpreso dell’interesse che mostrano i massimi banchieri sull’argomento. Ma in fondo dice, è logico l’interesse per l’analisi marxista, visto che è l’unico strumento valido per la comprensione delle “linee di tendenza” del sistema e le altre teorie ‘neoclassiche’ e ‘keynesiane’ non danno spiegazioni esaurienti, falliscono, nell’interpretazione dell’economia capitalista.
L’articolo si fa poi sempre più interessante e continua: «Dopo la caduta del muro di Berlino i libri di Marx sono passati dai salotti alle soffitte. Dal 2008 in poi si è però assistito ad un ritorno di interesse per le tesi del filosofo tedesco che, con alti e
bassi, non si è mai spento. “I politici che cercano di capire il caos che segue il panico finanziario, le proteste e gli altri malesseri che affliggono il mondo farebbero bene a studiare un economista morto molto tempo fa: Karl Marx”, ha detto non molto tempo fa George Mangnus, autorevole consulente economico del colosso bancario svizzero Ubs. Riviste insospettabili, tra cui l’Economist, hanno dedicato approfondimenti a queste teorie che sembrano attrarre in modo particolare i più giovani. Di recente il settimanale tedesco ‘Der Spiegel’ ha messo Marx in copertina domandandosi: “Aveva ragione lui?”.
Tutta l’alta borghesia finanziaria europea riscopre nei momenti di crisi, l’utilità delle teorie di Marx. Per i giovani che guardano al futuro e vogliono capire, l’analisi marxista diventa ancora più attraente, interessante.
L’autore dell’articolo, Mauro Del Corno, procede poi riportando che in Gran Bretagna la regina Elisabetta avrebbe chiesto agli economisti analisti: «“Perché non avete previsto la crisi”? E non una crisi ‘qualsiasi’, ma la più grande dai tempi del crollo del ’29”. Gli economisti non sono stati in grado di rispondere. Non hanno saputo rispondere semplicemente perché secondo i loro libri quella crisi non doveva esserci. In molti hanno pensato e continuano a pensare che ad essere sbagliato sia il mondo e non le loro teorie. Qualcun altro ha però iniziato a porsi qualche interrogativo sulla validità delle tesi economiche dominanti. E a rileggere i libri di chi queste crisi le aveva previste e descritte benissimo, tra questi Karl Marx. Nella sua visione, il capitalismo è destinato inesorabilmente a generare crisi, su scala sempre più larga, per effetto delle sue contraddizioni interne. Così sino alla inevitabile implosione finale. Nessuna speranza che il mercato si autoregoli, semplicemente non è ha la capacità. E non bastano neppure sostegni esterni qua e là, convinzione che sottende invece alle teorie dell’economista inglese John Maynard Keynes».
Il commento alla domanda della regina che Mauro Del Corno autore dell’artico dà, è corretta e seria: “Non hanno saputo rispondere semplicemente perché secondo i loro libri quella crisi non doveva esserci”. Aggiungendo che, la spiegazione va ricercata in chi “queste crisi le aveva previste e descritte benissimo, tra questi Karl Marx”. Il quale “Nella sua visione, il capitalismo è destinato inesorabilmente a generare crisi, su scala sempre più larga, per effetto delle sue contraddizioni interne. Così sino alla inevitabile implosione finale. Nessuna speranza che il mercato si autoregoli, semplicemente non è ha la capacità” Esattamente così. Corretto Mauro Del Corno. Bravo!
Interessante poi è la citazione: “In molti hanno pensato e continuano a pensare che ad essere sbagliato sia il mondo e non le loro teorie”. E’ una affermazione che si sente spesso tra i professori del mondo finanziario fanatici sostenitori del capitalismo, ed è veramente strabiliante nella sua stupidità. L’arroganza sarebbe: “io ho ragione, è la realtà che è sbagliata!”. In altre parole è come dire: uno scienziato in laboratorio a cui l’esperimento di continuo non riesce dice: “io ho ragione, sono gli elementi che sbagliano!”. Pazzesca la insipienza capitalista..
E’ da riportare anche un’altra “stupidità capitalista”. Marx viene definito “filosofo”. Marx non è stato solo ‘filosofo’, è un rivoluzionario! Un rivoluzionario pratico-teorico estremamente attivo, che ha dedicato tutta la sua vita alla battaglia rivoluzionaria
Che ha dovuto per necessità rivoluzionaria, assieme ad Engels, approfondire notevolmente tematiche economiche, filosofiche e sociali, per dimostrare nella realtà tutta la necessità pratica della lotta comunista. Tutti studi che dimostrano nettamente come l’umanità sia indirizzata e abbia bisogno di una società superiore, nel superamento del controverso capitalismo.
Per concludere. A noi marxisti le analisi di Marx non servono, com’è nello scopo dei banchieri e degli analisti dell’alta finanza, per capire come accumulare più soldi, come inutilmente diventare più ricchi. Assolutamente no.
Il sistema che è “destinato inesorabilmente a generare crisi su scala sempre più larga per effetto delle sue contraddizioni interne” manda nel ‘panico’ non solo gli addetti alla finanza, ma genera situazioni catastrofiche anche nelle masse. E il fatto che sarà “così sino alla inevitabile implosione finale. Nessuna speranza che il mercato si autoregoli, semplicemente non è ha la capacità” conferma che la lotta rivoluzionaria intrapresa da Marx e da noi con tenacia e sicurezza perseguita, è giusta e necessaria. Che l’umanità ha bisogno di una società superiore.
Claudio Piccoli
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23 settembre 2023
COME IL MARXISMO INTERPRETA
CORRETTAMENTE LA SOCIETA’
Marxismo
Il marxismo è una scuola di pensiero politica, economica, sociale, basata sulle teorizzazioni di Karl Marx e Friedrich Engels, tedeschi del XIX secolo, oltre che economisti, sociologi e filosofi socialisti. Nato nella seconda metà dell' Ottocento nel contesto europeo della seconda rivoluzione industriale e della questione operaia, il marxismo si è poi diffuso in tutto il mondo.
Interpretare correttamente la società capitalistica non è facile. Anche perché l’informazione che la società borghese propaga distorce la realtà e causa deliberatamente confusione, per perseguire gli interessi dei vari gruppi capitalisti che dominano le nazioni e sono presenti in tutti i paesi.
L’informazione per es. diffusa in Germania è diversa da quella in Francia, Spagna, Italia. E totalmente diversa è quella propagandata in Cina o negli Stati Uniti, e come noto, sia l’informazione diffusa in Russia esattamente l’opposto da quella riportata in Europa.
Al che, la domanda: qual è l’informazione giusta, corretta, realista? Quella europea, quella cinese, quella russa o nelle altre nazioni?
Per capire bisogna approfondire, analizzare, ricercare. Ma soprattutto bisogna interpretare. E per saper interpretare bisogna essere esperti, competenti, non dilettanti. Questo è fondamentale.
Bisogna conoscere ed essere consapevoli degli interessi in gioco, i meccanismi che li muovono e gli obbiettivi che ogni borghesia si prefigge, e che ovviamente nella propria nazione nasconde. Obbiettivi che quasi sempre, com’è naturale, sono in contrasto e totale antitesi con gli interessi di borghesie concorrenti di altri paesi. E’ questo che spiega il perché l’informazione di un determinato paese differisce da un altro, in quanto i gruppi capitalisti che dominano la nazione, essendo proprietari dei media, controllando l’informazione e i politici, riportano con i loro mezzi notizie e informazioni che riguardano la difesa dei propri interessi nazionali, diversi da quelli di gruppi concorrenti di altre nazioni. Quindi bisogna conoscere il meccanismo che li muove, capire le situazioni e correttamente interpretare.
E’ qui che entra in azione l’analisi marxista, è qui che svolge il suo ruolo.
L’analisi marxista ha la grande proprietà di non aver interessi capitalistici da difendere. Può quindi fare un’analisi della situazione completamente distaccata, realistica degli eventi, e capire i giochi e gli interessi in campo. Ed essere pertanto la più vicina alla realtà, in assoluto. Questo è l’enorme vantaggio dell’analisi marxista.
Facciamo un esempio pratico, significativo, odierno: la guerra in Ucraina.
I media europei riportano sia il sadico dittatore Putin la causa della guerra, per mania di espansone e grandezza. Tutt’altra la motivazione sostenuta in Russia,
esattamente l’opposto. La causa della guerra risiede nella milizie nazifasciste ucraine che nel Donbass fanno strage di civili di etnia russa (con relative foto) che vanno assolutamente fermati nelle loro crudeltà, così da riportare la nazione Ucraina alla civiltà.
Ovviamente la stragrande maggioranza delle persone in Europa crede alla versione europea e in Russia a quella opposta propagandata dai media russi.
Tutta diversa è invece l’interpretazione dell’analisi marxista, che non ha interessi capitalisti da difendere, ne in Europa ne in Russia: la guerra non è uno scontro tra malvagi, vale a dire tra il cattivo e brutale Putin contro le selvagge e crudeli milizie nazifasciste ucraine. Dalla nostra analisi e ricerca emerge che, il motivo della guerra ha radici chiare di interessi capitalistici affaristici. Risiede (come del resto sempre) nello scontro di interessi tra grandi multinazionali: multinazionali europee contro multinazionali russe, che controllando e dirigendo i governi dei propri paesi si stanno contendendo militarmente il “mercato” Ucraina. In quella che viene definita la lotta per “le sfere di influenza”. In altre parole i grandi gruppi industrial-finanziari europei e russi stanno cercando di rubarsi l’un l’altro la nazione “Ucraina” per poi in quella zona liberamente poter condurre i propri affari, con ovvii relativi enormi guadagni.
Questa è quanto emerge dalle nostre ricerche, l’interpretazione marxista, realistica, che non ha interessi in campo.
Gli USA si sono inseriti subito nella guerra, anche se nella zona non hanno grossi interessi diretti, approfittando della situazione per abbattere il concorrente imperialistico Mosca. Esattamente come quanto successo nella prima e nella seconda guerra mondiale, dove gli USA anche se in Europa non avevano interessi economici da difendere, si sono inseriti però nella guerra europea per abbattere l’allora emergente aggressivo imperialismo europeo: la Germania. Distruggendolo.
E’ così che funziona il capitalismo, nei suoi interessi crudeli e spietati.
Su queste basi l’analisi marxista analizza gli eventi, non sulla malvagità delle persone, che sono sempre presenti e si possono trovare dappertutto.
Certamente è questa l’interpretazione degli eventi più realistica, corretta, che più si avvicina alla realtà. Grazie all’analisi marxista.
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MARX IL RIVOLUZIONARIO
AL SERVIZIO DELL’EMANCIPAZIONE
Ha dedicato tutta la sua vita alla lotta per una società superiore.
UN ESEMPIO DA SEGUIRE
L’impostazione del lavoro rivoluzionario di Marx la si può riassumere in questa citazione di Pavel Annenkov: “Il 30 marzo 1846 a Bruxelles si tiene una riunione alla quale sono presenti Marx, Engels, Weitling, il belga Philippe Gigot, i tedeschi Edgar von Westphalen, il cognato di Marx Joseph Weydemeyer, Sebastian Seiler, e il russo Pavel Vasil’evic Annenkov che scrive una relazione della seduta: «Weitling parlò per primo, ripetendo tutti i luoghi comuni della retorica liberale e avrebbe senza dubbio parlato più a lungo se Marx non l’avesse interrotto, la fronte aggrottata per la collera. Nella parte essenziale della sua risposta sarcastica, Marx dichiarò che sollevando il popolo senza fondarne in pari tempo l’attività su basi solide, lo si ingannava. Far nascere speranze fantastiche non portava alla salvezza, ma piuttosto alla perdita di coloro che soffrivano; rivolgersi agli operai e soprattutto agli operai tedeschi, senza avere idee strettamente scientifiche e una dottrina concreta, significa trasformare la propaganda in un gioco privo di senso, peggio, senza scrupoli. Weitling replicò che con la critica astratta non si sarebbe potuto ottenere nulla di buono e accusò Marx di non essere altro che un intellettuale borghese lontano dalle miserie del mondo. A queste ultime parole Marx, assolutamente furioso, diede un pugno sul tavolo così forte che il lume ne tremò, e, alzandosi di scatto gridò: «Fino ad ora l’ignoranza non ha mai servito nessuno!»
(Pavel Annenkov, cit. in U. Cerroni, cit., 27). Per Marx, combattere seriamente il capitalismo significava perciò operare su basi “scientifiche”, concrete, solide, non superficiali, su “speranze fantastiche”. E questo sarà la bussola che orienterà il grande rivoluzionario per tutta la sua vita politica. L’agire deve essere guidato dallo studio e lo studio deve servire per l’agire: questo il credo ferreo adottato dal rivoluzionario Marx, che fin da giovane partecipa a tutti i moti rivoluzionari, partendo dal grande sconvolgimento del 1848 che determinerà in tutta Europa l’ascesa della borghesia.
Ed è proprio dalla sua analisi scientifica che Marx già da giovane, assieme ad Engels, può vedere da subito che il nascente proletariato, allora piccolissima minoranza nella società capitalista, nel futuro sarebbe così enormemente diffuso fino a diventare predominante nella società, per diventare poi il motore che sopprimerà e supererà il controverso sistema capitalistico. Da questa visuale Marx si attiva quindi per organizzare, sia teoricamente che organizzativamente, il proletariato, futuro elemento degli stravolgimenti sociali.
Comincia questa sua intensiva attività politica con il fondare nel 1847, non ancora trentenne, assieme ad Engels, la “Lega dei Comunisti”. Così cita l’articolo 1 dello stesso Statuto di fondazione: «Scopo della Lega è il rovesciamento della borghesia, la soppressione dell'antica società borghese fondata sugli antagonismi di classe e l'instaurazione di una nuova società senza classi e senza proprietà privata». E già da subito è evidente che i due dirigenti comunisti hanno già chiaro che per raggiungere l’obbiettivo dell’abbattimento del perverso sistema mercantile la loro appena costituita organizzazione ha bisogno di basi teoriche molto solide affinchè la lotta possa essere efficace. Per cui Marx ed Engels scrivono il “Manifesto del Partito Comunista” come base programmatica.
Con questo fondamentale scritto analitico il nascente movimento ha perciò adesso la possibilità di intraprendere con consapevolezza i suoi primi passi di lotta, su basi reali, scientifiche, non con idee di fantasia o dettate dalla passione come avveniva prima con i “socialisti utopisti”. Sarà il primo elemento di coscienza concreta nella lotta contro la borghesia, che in seguito tutti i comunisti del mondo adotteranno.
Essendo che tutto il lavoro per Marx - in collaborazione con Engels - è in funzione della rivoluzione, scrive molteplici trattati scientifici, in modo che la lotta proletaria, possa raggiungere con consapevolezza l’obbiettivo dell’abbattimento capitalistico.
In questa prospettiva il rivoluzionario nel 1844 scrive “i Manoscritti economico-filosofici”, nel 1845 “La sacra famiglia”, le Tesi su Feuerbach (1845), L'ideologia tedesca (1845), Miseria della filosofia (1847), nel 1849 “Lavoro salariato e capitale” , “Il 18 brumaio di Luigi Napoleone” (1852), “Grundrisse” (1857-1858), “Per la critica dell'economia politica” (1859), l'incompiuta opera de “Il Capitale” (1867), “La guerra civile in Francia (1871) e “la Critica del Programma di Gotha” (1875). A questo va aggiunto tutto il lavoro sul "Materialismo storico".
Tutte analisi politiche, sociali, economiche e filosofiche, scritte, va ripetuto, spesso in modo semplice, non per compiacere se stesso, ma con lo scopo preciso di sostenere e organizzare la lotta politica rivoluzionaria.
In contemporanea ovviamente intensissima è la sua attività pratica.
Dopo la "Lega dei Comunisti" del 1847, Marx fu tra i fondatori della "Prima Internazionale" nel 1864, per la quale scrive il discorso di apertura dello statuto dell'Associazione. All'interno dell'Internazionale è responsabile per la Germania e successivamente anche per i Paesi Bassi e della Russia. In questo periodo è molto attivo nel lavoro di chiarificazione politica e di orientamento dell'organizzazione, conducendo al contempo una lotta decisa contro i socialisti utopisti, la corrente borghese radicale e gli anarchici.
Nel 1875, con il suo trattato "Critica del programma di Gotha", delineò le linee programmatiche fondamentali su cui si sarebbe fondato il Partito Socialdemocratico di Germania, che Marx ed Engels avrebbero guidato fino alla loro morte.
È difficile trovare nella storia una dinamica rivoluzionaria teorica e pratica così intensa allo stesso tempo. Molto lontano dalla rappresentazione borghese di un Marx descritto "solo" come filosofo. Si tratta di una attività rivoluzionarie di altissimo livello che ha fatto la storia. UN ESEMPIO DA SEGUIRE.
Un riferimento particolare al famosissimo "Il Capitale": un'analisi così reale e dettagliata della società capitalista che anche molti avversari politici ne riconoscono la validità scientifica. L'analisi scientifica completa di Marx e il suo lavoro pratico con la "Lega dei Comunisti", l'"Internazionale" e il "Partito Socialdemocratico di Germania" sono oggi i criteri pratici granitici su cui si basano tutte le organizzazioni che lottano contro il perverso capitalismo. E così sarà fino al suo rovesciamento finale. Un grande ringraziamento al grande Marx.
29 giugno 2022
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MARX: SCIENZIATO E RIVOLUZIONARIO
Il marxismo è il metodo scientifico che ci permette di capire l’intricata e apparente incomprensibile realtà che ci circonda.
Le classi dominanti in ogni paese operano sistematicamente per impedire che la concezione marxista, il suo metodo d’analisi, i suoi principi, penetrino tra le masse proletarie. Numerosi sono i metodi utilizzati, quello più ricorrente ai giorni nostri consiste nella falsificazione metodica: intellettuali, professori, giornalisti, opinionisti, economisti, comodi sulle loro poltrone, criticano ogni giorno il marxismo.
Così scriveva Lenin nel 1917 sulle pagine di “Stato e rivoluzione”: “Accade oggi alla dottrina di Marx quello che spesso è accaduto nella storia alle dottrine dei pensatori rivoluzionari e dei capi delle classi oppresse in lotta per la liberazione. Le classi dominanti hanno sempre ricompensato i grandi rivoluzionari durante la loro vita con implacabili persecuzioni […]. Ma, dopo morti, si cerca di trasformarli in icone inoffensive, di canonizzarli per così dire, di cingere di una certa aureola di gloria il loro nome, a ‘consolazione’ e a mistificazione delle classi oppresse, mentre si svuota del contenuto la loro dottrina rivoluzionaria, se ne smussa la punta, la si svilisce. La borghesia e gli opportunisti si accordano oggi per sottoporre il marxismo a tale ‘trattamento’”.
Le leggi di funzionamento del sistema capitalistico individuate da Marx vengono però, nonostante la potente confusione operata dalla stampa e le tv borghesi, confermate ogni giorno. Per chi ha l’attenzione di osservare,
approfondire e capire, può vedere chiaramente che, come affermato da Marx, è senz’altro l’economia che determina la politica, sono gli affari capitalistici che muovono governi, partiti, società, nazioni e che le masse salariate vengono soggiogate e sfruttate brutalmente.
Ma Marx (con Engels) non è stato solo uno scienziato dell’economia e il fondatore del Materialismo Storico, ma anche e soprattutto un eccezionale rivoluzionario pratico. Per lui e per Engels, la scienza del funzionamento capitalistico doveva essere uno strumento pratico di comprensione della realtà da introdurre nella classe sfruttata proletaria perché la sua lotta contro l’oppressione e per la liberazione diventasse una lotta cosciente, per raggiungere la società superiore comunitaria, cioè il comunismo.
E non viene mai sottolineato abbastanza lo straordinario lavoro pratico rivoluzionario svolto da Marx ed Engels: assieme a Bebel e Liebknecht costituiranno e svilupperanno nella seconda metà dell’800 il Partito Socialdemocratico rivoluzionario tedesco; nel 1865 parteciperanno alla costituzione della Prima Internazionale, dalla quale si formeranno poi in tutto il mondo partiti rivoluzionari marxisti comunisti. Proseguiranno poi nel seguire costantemente questi partiti rivoluzionari.
E’ grazie a questo loro lavoro pratico che la scienza marxista ha potuto diffondersi in tutto il mondo e che noi oggi la possiamo utilizzare.
Come si vede, un lavoro incredibilmente portentoso, che smentisce l’opinione borghese che viene diffusa a larghe mani di un Marx semplicemente “filosofo” o “economista”, un opinione che, come direbbe Lenin: “svuota del contenuto la loro dottrina rivoluzionaria, se ne smussa la punta, la si svilisce”.
Spetta a noi adesso …..
“Der kommunistische Kampf” – gennaio 2016
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L’AIUTO DEL “CAPITALE “ DI MARX
La stampa e i media dicono solo una parte della verità. E’ noto.
Ed è altrettanto vero che vediamo nella società molte cose che non funzionano. Si parla di benessere sociale ma ci sono sacche di povertà. Si parla di diritti dei lavoratori, ma nelle fabbriche i lavoratori sono sfruttati e devono sottostare alle rigide regole dei padroni. Una parte di salari sono molto bassi. Il lavoro precario aumenta. Si parla di diritti, ma ci sono disuguaglianze sociali enormi. Gli immigrati supersfruttati sono trattati incivilmente mentre i super miliardari festeggiano. Si parla di democrazia, ma gli elettori non contano nulla e i parlamentari fanno quello che vogliono. Si inneggia alla pace e alla civiltà, mentre il pianeta è infestato di guerre. E così via.
Com’è possibile allora capire?
Capire come funziona questo mondo che sembra incomprensibile nei suoi meccanismi, inestricabile e impenetrabile nella sua immensità, capire quali sono e da che cosa provengono i vari problemi?
Un sistema c’è.
Mentre la borghesia con la sua stampa e sostenitori da una sua versione della società, esiste un sistema che permette di scoprire e capire veramente tutti i meccanismi che muovono l’economia capitalistica, anche in quelli più intricati, nascosti, e soprattutto non detti. E’ un metodo che permette addirittura di fare anche un certo numero di previsioni, che poi regolarmente si avverano.
Questo STUDIO, questa realistica ANALISI della società, la possiamo trovare nel ‘CAPITALE’ di Karl Marx.
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Qui possiamo trovare tutte le spiegazioni che noi cerchiamo su come funziona l’attuale società, la società capitalistica. La spiegazione di tutto ciò che i media e i politici non dicono, distorcono, nascondono, manipolano.
E’ da questa ANALISI-STUDIO che è possibile arrivare a decifrare come funziona il sistema del LAVORO. Tutto ciò che riguarda lo sfruttamento, il profitto e il plusvalore, motivi per cui i ricchi diventano sempre più ricchi aumentando costantemente i loro
capitali e le loro ricchezze. E dall’altro il motivo dei bassi salari, dell’intensità dei tempi di lavoro, del lavoro precario e della disoccupazione, che smonta totalmente quanto affermato dai padroni, di essere coloro che “danno” da lavorare alla gente e di farlo per il “bene comune”.
Dal “Capitale” è possibile capire da dove provengono le costanti inevitabili catastrofiche CRISI ECONOMICHE. Parte integranti del sistema affaristico. Cosa che nella storia su questo aspetto molti hanno tentato di negare Marx, affermando che sbaglia nella sua analisi, sostenendo invece che i capitalisti sono diventati così “intelligenti” che mettendosi d’accordo tra di loro possono evitare le crisi. Tutto inutile: le terribili crisi sempre sopraggiunte stanno a dimostrare che l’analisi del ‘Capitale’ è corretta.
E’ possibile capire LA FUNZIONE DEI PARTITI e dei PARLAMENTI al servizio e sotto stretto controllo del sistema industrial-finanziario, mentre i media si sforzano di far credere che sono indipendenti e si prodigano per il benessere della società riempiendosi la bocca con la parola ‘democrazia’.
E’ possibile capire da dove provengono le MOSTRUOSE GUERRE. Non causate da “cattivi” come i politici e i media presentano, bensì dalla costante lotta militare tra capitalisti stessi per sottrarsi a vicenda fette di mercato. Come politica militare per abbattere la concorrenza. Dove banche e imprenditori attraverso i propri governi nazionali perseguono, da veri briganti, la spartizione dei mercati internazionali (con il pretesto appunto, di abbattere i malvagi).
Ed è infine possibile capire come i viscidi capitalisti abbiano tutto l’interesse a nascondere, distorcere l’imbarazzante e terribile realtà capitalista, per non rendere pubblico che loro stessi sono la causa, i responsabili, dei repellenti problemi che affliggono la società. Problemi che in alcuni momenti assumono anche dimensioni drammatiche.
In altre parole è con L’AIUTO dell’ANALISI e dello STUDIO che troviamo nel ‘CAPITALE’ che possiamo diradare quella nebbia che avvolge tutto il sistema e lo nasconde. Che possiamo finalmente comprendere questa società in TUTTI I SUOI ASPETTI. Nebbia e confusione che media e politici si incaricano ogni giorno di produrre affinchè i proletari non capiscano e si organizzino ribellandosi contro.
Un TESORO POLITICO - SOCIALE IMMENSO quindi. Da usare costantemente..
“Der kommunistische Kampf” – ottobre 2021
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Punti fermi della scienza marxista
CHE COS’E’ IL COMUNISMO?
Karl Marx
Moltissimi giovani sono interessati e ci pongono in continuazione questa domanda. La nuova società comunista è il punto fondamentale che muove le aspirazioni delle persone che vivono in questa società tormentata da mille contraddizioni, crisi e guerre. E’ normale quindi cercare di capire bene.
Definizione di comunismo: Il comunismo non è la statalizzazione dei beni di produzione come gli stalinisti, i maoisti e alcune correnti trotzkiste affermano. E’ certamente la statalizzazione dei beni di produzione, ma in un mercato dove i prodotti non vengono più venduti, ma suddivisi tra la popolazione per il benessere comune.
Quando si afferma che il comunismo è “da ogn’uno secondo le sue capacità, ad ogn’uno secondo i suoi bisogni” ovviamente si intende, ed è universalmente riconosciuto, che questo avviene in un mercato dove le merci non vengono più vendute, commercializzate per trarne un guadagno, dove esistono ancora i lavoratori dipendenti sfruttati dallo stato nazionalista, il quale per trarre un guadagno vende i prodotti in un mondo pieno di concorrenza, con crisi e guerre, sfruttamento, fame e povertà, ma in mercato dove i prodotti sono suddivisi tra la popolazione per il bene comune.
ED E’ POSSIBILE ARRIVARE A QUESTO!
Riportiamo al lettore anche una citazione di Engels che ci chiarisce egregiamente il falso comunismo statale nazionalista (o stalinismo).
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F. Engels
“Di recente però, da quando Bismarck si è dato a statizzare, ha fatto la sua comparsa
un certo socialismo falso, e qua e la è persino degenerato in una forma di compiaciuto
servilismo, che dichiara senz’altro socialista ogni forma di statizzazione”.
”Antidühring” 1878
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IL RIPETERSI DEGLI ASPETTI NEGATIVI DEL SISTEMA CAPITALISTICO INDIVIDUATI DA MARX
SOTTACIUTI DALLA STAMPA BORGHESE
Marx vede il funzionamento del sistema capitalistico-affaristico muoversi a cicli. Lunghi cicli di sviluppo e corti momenti di crisi, anche molto profondi, che possono scaturire in guerre, distruzioni, fame, morti.
La stampa borghese parla di un grande Marx, ma se ne guarda bene di spiegare i contenuti delle sue analisi, del suo pensiero e soprattutto non parla volentieri degli aspetti negativi del sistema capitalistico da lui individuati.
Quando però questi gravi aspetti negativi puntualmente accadono, la stampa borghese accuratamente cerca di evitare di riprendere l’analisi scientifica marxista per chiarirne le cause. E fa sembrare le cose totalmente diverse.
Prendiamo per esempio il fatto ripugnante delle guerre: per la stampa borghese le cause non sono mai gli affari, come ben spiegato da Marx, non è mai il sistema capitalistico e il suo malsano funzionamento, sempre alla ricerca del massimo guadagno, ma guarda caso le cause sono sempre da imputare agli esseri umani, ai “nemici”, cioè sono i governanti delle nazioni avversarie che improvvisamente diventano cattivi , feroci, malvagi. Per la stampa borghese, popolazioni che prima erano del tutto normali, improvvisamente vengono pervase dalla malvagità.
Com’è possibile?
E quello che forse noi ignoriamo è che, dalla parte opposta (cioè dalla parte del nemico) viene detta la stessa cosa di noi, cioè della nostra popolazione: che siamo improvvisamente diventati cattivi, malvagi e da eliminare.
Quando poi veniamo a sapere che i nostri nemici la pensano così di noi, la stampa e i politici del nostro paese sostengono che i nostri nemici non ragionano con la loro testa ma vengono influenzati dalla stampa, che non hanno autonomia di pensiero e che vengono bombardate ogni giorno da notizie di parte. La tv, la stampa e i politici del nostro paese ci vogliono far credere che noi invece siamo liberi nel pensare, che non veniamo influenzati ogni giorno dalla stampa padronale, che le nostre scelte sono autonome e libere da qualsiasi influenza.
Ovviamente è vero il contrario. La stampa, le tv e i politici del nostro paese operano sistematicamente per legarci al carro della propria borghesia, esattamente come fanno le borghesie di tutto il mondo.
Il capitalismo non è “la società migliore che si possa avere” come tanti pensano e come continuamente ci viene fatto credere. I lunghi periodi di benessere in cui viviamo non ci devono far illudere che le contraddizioni del capitalismo siano sparite o che siano solo un triste ricordo del passato o che riguardino solo “gli altri”. Gli affari non conoscono pausa e le crisi, come ben tutti sappiamo, sono sempre in agguato e quando meno te l'aspetti esplodono,
Avere perciò ben chiaro questo concetto , approfondire e non lasciarsi influenzare è indispensabile.
Una società superiore senza contraddizioni è possibile e soprattutto necessaria, ci dobbiamo però impegnare per ottenerla.
“Der kommunistische Kampf” – dicembre 2015
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IL MARXISMO, L’UTILE CHIAVE PER CAPIRE
COME FUNZIONA LA SOCIETA’
LA VERITA’ DEI RICCHI E LA VERITA’ DEL PROLETARIATO
G. V. è una nostra attivista internazionalista. Nel suo lavoro politico quotidiano si è fatta molta esperienza nella diffusione del giornale marxista e nel formare e organizzare persone interessate alla società superiore.
Le chiediamo come reagiscono i giovani quando gli si chiede se capiscono come funziona la società in cui viviamo.
Dom: – I giovani sono interessati a capire il funzionamento della società?
Risp: – “Una parte di giovani sono certamente interessati a capire o sono incuriositi. Capire come funziona la società però non è una cosa semplice. I meccanismi che la regolano sono complessi e intricati. E’ un po’ come capire come funziona il corpo umano. Con un po’ di interesse e pazienza però si può arrivare a capire bene”.
Dom: - E i giovani che si fermano dimostrano già di sapere qualcosa di questo argomento?
Risp: - “Molti naturalmente pensano già di sapere, ma poi discutendo si accorgono che le idee proprio chiare non le hanno, che a loro alcuni concetti fondamentali mancano. Li vedi in forte imbarazzo dopo un po’ che si discute. In realtà la gente comune e i giovani, senza saperlo, ripetono quello che sentono alla tv o quello che leggono sui giornali. Inconsapevolmente ripetono quelle notizie e quei ragionamenti che i ricchi attraverso i loro media –tv, giornali, politici ecc. hanno interesse che vengano diffusi”.
Dom: - Vuoi dire che i giornali e le tv non dicono tutta la verità e che esiste un’altra verità?
Risp: - “Certamente! Le tv e i giornali non dicono tutto ed esiste un’altra realtà. Bisogna però approfondire e essere abbastanza esperti per trovarla, realtà che è poi quella del proletariato, quella che i lavoratori dipendenti vivono tutti i giorni. Se ci pensiamo bene, i ricchi che sono una minuscola parte della popolazione non possono dire alla stragrande maggioranza che loro la sfruttano regolarmente, che grazie a questo sfruttamento guadagnano montagne di soldi, che le crisi e le guerre sono la causate dagli affari nell’intento di arrivare a guadagnare sempre di più”.
Dom: - Puoi essere più chiara in proposito?
Risp: - “Certo! Sulla montagna di soldi che i ricchi guadagnano: il PIL, cioè la ricchezza nazionale, l’anno scorso nel 2015 è cresciuta del 1,7%, nel 2014 del 1,6%, nel 2013 dello 0,3% ecc. (fonte: Statistisches Bundesamt), questo significa che le imprese e le banche stanno guadagnando moltissimi soldi. Ma dove vanno a finire questi soldi prodotti dai lavoratori? Ne usufruiscono i lavoratori? Visto la ricchezza prodotta i salari dovrebbero di conseguenza salire, invece i dati e le statistiche (che naturalmente non vengono diffuse dai grandi media, ma rimangono nelle piccole riviste specializzate) dicono e dimostrano che addirittura il salario reale dei lavoratori da parecchi anni non copre, nonostante i numerosi e duri scioperi, nemmeno l’aumento dell’inflazione (fonte: Statistisches Bundesamt), cioè non copre nemmeno l’aumento dei prezzi! Incredibile! Questo vuol dire che i lavoratori e le loro famiglie di questi guadagni, che non sono pochi, non beccano assolutamente niente, ma tutto rimane nelle tasche degli impresari e delle banche. Questo i politici, le tv e i media non lo dicono assolutamente! Ma questa è la vera realtà, la realtà che rimane nascosta. E sta succedendo addirittura che gli impresari e le banche sulle loro tv, giornali ecc. si lamentano perché le cose a loro non vanno “proprio” così bene come vorrebbero, avrebbero bisogno di guadagnare ancor di più! Pazzesco! … Sulle guerre: nella loro verità i ricchi attraverso i loro media ci dicono che le guerre sono causate da nemici cattivi, persone malvagie che vogliono farci del male. Ci dicono che l’uomo è fatto anche di una parte cattiva e che quindi ci dobbiamo difendere da queste persone nemici cattivi, li dobbiamo sconfiggere, eliminare. Se si va all’approfondimento si scopre un’altra verità. Si scopre che è esattamente come diceva il famoso generale von Clausewitz e cioè che le guerre sono ‘la continuazione della politica con altri mezzi’. Vale a dire che i ricchi non si fanno nessun scrupolo, quando gli affari non vanno bene, a passare dalla politica di pace alle guerre per eliminare la concorrenza e così continuare ad ottenere guadagni. Ma nessun commentatore, giornalista o politico, ma proprio nessuno, dice questo, solo noi marxisti! ! La malvagità e la cattiveria delle persone con le guerre non ha assolutamente niente a che fare, è solo una invenzione dei ricchi per coinvolgerci, trascinarci a sacrificarci ancora una volta per i loro interessi. La realtà è, che è il sistema ad essere perverso, malvagio, da cambiare!”
Dom: - Quindi dici, si può arrivare bene a capire?
Risp: - “Ma certamente! Però non bisogna fermarsi ad ascoltare le tv, i giornali, ecc. cioè i cosiddetti mezzi di informazione e i politici ecc. Bisogna aver chiaro che sono i portavoce del padronato, cioè dei ricchi. Bisogna andare oltre. Noi come proletariato che miriamo al superamento di questa società piena di contraddizioni abbiamo assolutamente bisogno DI CAPIRE! Capire come funziona il sistema! E il marxismo è senz’altro la chiave d’interpretazione, l’ottimo e adatto strumento per questo scopo. Di conseguenza abbiamo la possibilità di capire come poi ci dobbiamo organizzare per arrivare alla società superiore. Noi come proletariato possiamo arrivare ad avere la verità reale, la NOSTRA verità!
"Der kommunistische Kampf" - giugno 2016
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I GRANDI REVISIONISTI DI MARX
fine 1800: BERNSTEIN
SMENTITO CLAMOROSAMENTE DALLA STORIA
Quante volte sentiamo dire che Marx è superato? In continuazione! Alla tv, nei dibattiti, nelle tavole rotonde, non vi è persona che non affermi questo ( e in proposito chiediamoci: come mai questi presunti ultrademocratici conduttori televisivi non invitano mai i veri marxisti a questi dibattiti?). Nelle scuole, nelle università i professori parlano di un grande Marx, che ha visto giusto nel funzionamento del capitalismo, ma che ha sbagliato sulla rivoluzione, quindi da non prendere come esempio.
La critica a Marx non è però una novità nella storia!
Ci sono stati momenti nel passato in cui la critica ha avuto un eco così grande che qualcuno si era spinto addirittura a dare Marx definitivamente per sorpassato.
ILLUSI!
Prendiamo il caso interessante del revisionista Eduard Bernstein.
Tedesco, nato il 1850, morto il 1932.
Segretario di Engels, era considerato a fine ‘800 con Kautsky uno dei massimi marxisti esistenti ed è stato uno dei dirigenti e fondatore con Bebel e Liebknecht padre, del Partito (allora rivoluzionario) Socialdemocratico Tedesco (SPD).
Ma alla morte di Engels (1895) comincia a criticare il marxismo. Fuorviato dal lungo ciclo di sviluppo capitalistico di fine ‘800 e di conseguenza dal lungo ciclo di benessere e pensando che questo lungo ciclo non sarebbe più finito, Bernstein comincia a sostenete che Marx si era sbagliato sulla crisi di sovrapproduzione, sovrapproduzione che nella visuale marxiana avrebbe causato profonde crisi, guerre, che a loro volta avrebbero dato la possibilità di aprire la strada a rivoluzioni. Bernstein comincia a sostenere che il caotico sistema capitalistico può essere controllato dai capitalisti attraverso accordi tra di loro, così da mitigare la concorrenza, evitando così le crisi. Visto che dal suo punto di vista le crisi non sarebbero mai arrivate, sostiene che il proletariato, pur mantenendo sempre l’obbiettivo della conquista del potere, deve però arrivarci non attraverso rivoluzioni, ma attraverso riforme, attraverso il parlamento.
Quello che arriverà qualche anno dopo, crisi, guerre, crisi di sovrapproduzione e successivamente ancora guerre, smentirà clamorosamente ciò che sosteneva.
Ma la critica a Marx che Bernstein aveva sviluppato, aveva trovato sui giornali del suo tempo, naturalmente controllati dalla borghesia, un clamore incredibile. Ci si può ben immaginare come ai ricchi non sembrasse vero che uno dei due massimi esponenti del marxismo mondiale ripudiasse il marxismo stesso! Un’occasione per loro senz’altro da non perdere, per dare spazio sui loro giornali e denigrare Marx!
Saranno Lenin, Kautsky, Rosa Luxemburg , che si scaglieranno senza riserve contro le tesi di Bernstein per ripristinare la chiarezza scientifica del marxismo. Poi, dagli eventi successivi, puntualmente confermata.
Se noi prendiamo le critiche che oggi vengono rivolte al marxismo: Marx superato; la società d’oggi è
profondamente cambiata da quella da lui analizzata; la classe operaia si è evoluta e non pensa più alla rivoluzione; non esiste nessun ciclo capitalistico; i capitalisti adesso sono intelligenti
e sanno come gestire la situazione, ecc. ecc. come si può ben notare, non sono poi molto cambiate da quelle dei tempi di Bernstein. Se noi per esempio le critiche che Bernstein muoveva a Marx le
mettessimo in bocca a tanti intellettuali di oggi, nessuno si accorgerebbe che sono identiche alle sue. E’ molto strano, che i critici del marxismo d’oggi, che affermano di essere sopra le parti,
democratici, si ritengono sapientoni, gran intelligenti, istruiti, pomposi, smerdosi, non si rendano conto che la storia ha in continuazione e in mille maniere confermato Marx e non
Bernstein. E per capire questo non è che bisogna essere tanto dei geni! Eppure queste considerazioni non trovano una parola nei dibattiti televisivi, nelle tavole rotonde, nelle
lezioni.
Come mai?
Eppure anche adesso, chi è attento può constatare che tutte le caratteristiche capitalistiche individuate da Marx sono presenti e che il ciclo capitalistico sta seguendo la sua parabola come ai tempi di Bernstein.
"Der kommunistische Kampf" - aprile 2016
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MARXISMO PRATICO – ATTUALITA’
I GOVERNI: ESPRESSIONE DELLE BORGHESIE!
COME MAI I POLITICI DICONO UNA COSA E POI NE FANNO UN’ALTRA?
Tutti pensano che il parlamento sia l’espressione della volontà popolare perché i partiti, i parlamentari vengono votati dalla popolazione.
Questo è quello che appare. In realtà però, all’approfondimento, non risulta essere così.
Certo, i parlamentari vengono votati, ma bisogna capire bene come funziona il meccanismo, quali sono i trucchi di questo meccanismo. E’ molto importante!
Innanzitutto: i partiti presentano i loro candidati. Ma cosa ne sa, cosa conosce veramente l’elettore di questi candidati? Questi fanno un sacco di promesse, dicono tante cose, l’elettore deve fidarsi, ma cosa conosce realmente l’elettore di queste persone, delle loro vere intenzioni? Niente, assolutamente niente!
Primo: questi partiti, questi candidati, dicono veramente tutto in campagna elettorale o tengono nascosto qualcosa?
Secondo: succede sempre, che dopo ogni tornata elettorale, poco tempo dopo che il nuovo governo si è insediato ed ha cominciato a operare, che gli elettori percepiscano che qualcosa non va, che il nuovo governo sta operando diversamente da come aveva promesso in campagna elettorale.
A questo punto però, se gli elettori delusi volessero cambiare il governo, il parlamento, questo non è più possibile, perché la legge fissa che il parlamento si rinnova ogni 4 anni.
Quindi gli elettori delusi devono tenersi questo governo anche se in campagna elettorale ha detto cose e dopo ne fa altre.
Conclusione: chi vota non ha nessuna garanzia che quello che viene promesso venga poi mantenuto!
Quindi, gli elettori non hanno nessun controllo su chi hanno votato! La conseguenza è chiara, gli elettori non hanno nessun controllo neanche sul Parlamento!
E’ questo il nocciolo, il fulcro del meccanismo, il trucco!
I Parlamenti, i governi, grazie al fatto che possono stare in carica 4 anni indipendentemente da tutto, una volta votati possono fare tutto quello che vogliono , anche il contrario di quello che hanno promesso ai loro elettori!
Il Parlamenti sono quindi studiati in modo da risultare COMPLETAMENTE AUTONOMI dalla popolazione! Vengono si votati dalla popolazione, ma poi ne sono completamente svincolati.
Ma che senso ha tutto questo?
Il marxismo vede come classe dominante nella società capitalistica la borghesia. In che modo la borghesia domina il proletariato, cioè la classe sfruttata dei lavoratori dipendenti?
Uno degli strumenti è proprio il Parlamento .
PARLAMENTO CHE E’ FATTO IN MODO CHE I LAVORATORI NON POSSANO CONTROLLARE !
Certo, questo ha un costo per il padronato: il costo è la progressiva sfiducia dei lavoratori verso le istituzioni.
Infatti il numero dei votanti verso i parlamenti nel tempo non è stato di continuo aumento, ma di costante calo. Se per es. prendiamo l’ultima elezione in Gran Bretagna del 7 maggio di quest’anno, troviamo che ha votato il 66% della popolazione (nel 1950 era l’80%). In Germania i votanti alle ultime elezioni del 2013 sono stati il 71,5% ( nel 1953 erano l’86%). Ma dove si vede bene che i lavoratori si sentono presi in giro dai parlamentari sono state le votazioni comunali avvenute nel 2014 in Italia (dove ci sono grossi problemi economici e sociali), nella regione, per così dire “rossa” dell’ Emilia Romagna, dove la delusione (o il disincanto) dei lavoratori ha fatto precipitare il voto al 37,7% (alle comunali precedenti era stato del 68,1% e alle elezioni nazionali del 1948 i votanti erano il 92,23%)!
Agli occhi dei lavoratori quindi diventa sempre più chiaro che il parlamento non lavora per loro, che non è un loro strumento!
Engels, maestro e cofondatore del comunismo scientifico, ci da delle spiegazioni di come è strutturata questa società, con una citazione contenuta nell’Antidühring del 1878, che non è una citazione astratta di altri tempi, ma un realissimo concetto pratico odierno: “Lo stato moderno, qualunque ne sia la forma, è essenzialmente una macchina capitalistica, uno Stato dei capitalisti, il capitalista collettivo ideale”. E per “stato moderno” si intende ovviamente il parlamento e i partiti che vi lavorano.
Oppure possiamo prendere le affermazioni di Marx contenute ne “L'ideologia tedesca”: lo Stato «non è altro che la forma di organizzazione che i borghesi si danno per necessità, tanto verso l'esterno che verso l'interno, al fine di garantire reciprocamente la loro proprietà e i loro interessi» .
Ed ecco che comincia a diventar chiaro, a concretizzarsi il perché “i parlamentari, i partiti, dicono una cosa e poi ne fanno un’altra!”
E diventa chiaro il perché i marxisti definiscono i parlamenti di tutto il mondo espressione delle borghesie dominanti, strumento fatto apposta per coinvolgere e controllare politicamente e psicologicamente i lavoratori.
"Der kommunistische Kampf" - giugno 2015