MARX: SCIENZIATO E RIVOLUZIONARIO

 

 

Il marxismo è il metodo scientifico che ci permette di capire l’intricata e apparente incomprensibile realtà che ci circonda.

Le classi dominanti in ogni paese operano sistematicamente per impedire che la concezione marxista, il suo metodo d’analisi, i suoi principi, penetrino tra le masse proletarie. Numerosi sono i metodi utilizzati, quello più ricorrente ai giorni nostri consiste nella falsificazione metodica: intellettuali, professori, giornalisti, opinionisti, economisti, comodi sulle loro poltrone, criticano ogni giorno il marxismo.

Così scriveva Lenin nel 1917 sulle pagine di “Stato e rivoluzione”: “Accade oggi alla dottrina di Marx quello che spesso è accaduto nella storia alle dottrine dei pensatori rivoluzionari e dei capi delle classi oppresse in lotta per la liberazione. Le classi dominanti hanno sempre ricompensato i grandi rivoluzionari durante la loro vita con implacabili persecuzioni […]. Ma, dopo morti, si cerca di trasformarli in icone inoffensive, di canonizzarli per così dire, di cingere di una certa aureola di gloria il loro nome, a ‘consolazione’ e a mistificazione delle classi oppresse, mentre si svuota del contenuto la loro dottrina rivoluzionaria, se ne smussa la punta, la si svilisce. La borghesia e gli opportunisti si accordano oggi per sottoporre il marxismo a tale ‘trattamento’”.

Le leggi di funzionamento del sistema capitalistico individuate da Marx vengono però, nonostante la potente confusione operata dalla stampa e le tv borghesi, confermate ogni giorno. Per chi ha l’attenzione di osservare, approfondire e capire,  può vedere chiaramente che, come affermato da Marx, è senz’altro l’economia che determina la politica, sono gli affari capitalistici che muovono governi, partiti, società, nazioni e che le masse salariate vengono soggiogate e sfruttate brutalmente.

Ma Marx (con Engels) non è stato solo uno scienziato dell’economia e il fondatore del Materialismo Storico, ma anche e soprattutto un eccezionale rivoluzionario pratico. Per lui e per Engels, la scienza del funzionamento capitalistico doveva essere uno strumento pratico di comprensione della realtà da introdurre nella classe sfruttata proletaria perché la sua lotta contro l’oppressione e per la liberazione diventasse una lotta cosciente, per raggiungere la società superiore comunitaria, cioè il comunismo.

E non viene mai sottolineato abbastanza lo straordinario lavoro pratico rivoluzionario svolto da  Marx ed Engels: assieme a  Bebel e Liebknecht costituiranno e svilupperanno nella seconda metà dell’800 il Partito Socialdemocratico rivoluzionario tedesco; nel 1865 parteciperanno alla costituzione della Prima Internazionale, dalla quale si formeranno poi in tutto il mondo partiti rivoluzionari marxisti comunisti.  Proseguiranno  poi nel seguire costantemente questi partiti rivoluzionari.

E’ grazie a questo loro lavoro pratico che la scienza marxista ha potuto diffondersi in tutto il mondo e che noi oggi la possiamo utilizzare.

Come si vede, un lavoro incredibilmente portentoso, che smentisce l’opinione borghese che viene diffusa a larghe mani di un Marx semplicemente “filosofo” o “economista”, un opinione che, come direbbe Lenin:  “svuota del contenuto la loro dottrina rivoluzionaria, se ne smussa la punta, la si svilisce”.

 

Spetta a noi adesso …..

INTERVENTO MILITARE IN SIRIA: LA GERMANIA MANDA 1200 SOLDATI.

 

 

ANCHE L’IMPERIALISMO TEDESCO PROSEGUE LA SUA MARCIA MILITARE DI ESPANSIONE NEL MONDO

Le stragi di Parigi del 13 novembre sono servite alle borghesie europee per raccogliere il consenso popolare per intervenire militarmente in Siria.

La Francia, che già interveniva militarmente bombardando la Siria, ha potuto così senza alcun contrasto sociale intensificare il suo intervento. Il governo del padronato inglese ha colto l’occasione per farlo votare  in parlamento e si appresta ad iniziarlo. Anche la borghesia tedesca, che vede un vantaggio in questa guerra e vuole svolgere la sua funzione imperialista ha sfruttato l’occasione delle stragi e potuto, senza tante opposizioni sociali, procedere alla preparazione dell’intervento militare.  

Nella sua storia, l’imperialismo tedesco, dopo una lunga fase di astensione alla partecipazione alle guerre, durata diversi decenni dovuta alla sconfitta nella seconda guerra mondiale, è intervenuto  militarmente nel 1995 nella guerra di Jugoslavia e nel 2001 ha partecipato alla guerra in Afghanistan. Ne è poi seguito di nuovo una fase di astensione che ha visto l’imperialismo tedesco non partecipare alla guerra contro l’Iraq nel 2003 e a quella in Libia del 2011. In seguito a queste astensioni molti ingenui ed illusi avevano pensato che il capitalismo tedesco fosse un capitalismo “buono”. INGENUI ED ILLUSI per l’appunto, perché nel sistema capitalistico non può esistere un capitalismo “buono”.

Adesso il padronato tedesco è di nuovo sulla scena e si sente  pronto  a riprendere la sua marcia di espansione militare anche con  guerre.

Nei  primi giorni di dicembre  (quindi neanche un mese dopo gli attentati di Parigi) il governo tedesco ha votato l’intervento militare in Siria, dove, come è noto, infuria la guerra civile, con l’invio di 1.200 soldati, di aerei da combattimento e di una nave da guerra. Per inviare effettivamente i soldati  il governo aspetta il consenso dell’ONU, ma per l’esecutivo tedesco questa è solo una questione burocratica, la scelta e la decisione è già stata ufficialmente e definitivamente presa,  con l’unanime e forte consenso di tutta la stampa, vale a dire dei grandi gruppi industriali e bancari tedeschi.

Quali sono i motivi e gli obbiettivi  che la ricca borghesia tedesca con questo intervento militare vuole ottenere?

Quelli di sempre e quelli che tutte le borghesie perseguono: accaparrarsi nuove fette di mercato nel mondo, in modo da aumentare il giro di affari e di conseguenza anche i guadagni a scapito delle borghesie concorrenti.

Difficile dire quali siano gli obbiettivi specifici. Di solito vengono tenuti ben nascosti sia dai politici che dalla stampa. Alla popolazione viene solo detto che c’è un nemico cattivo da combattere. Gli obbiettivi possono essere diretti, cioè instaurare nuove fabbriche o aprire nuove banche nelle zone conquistate, oppure indiretti, cioè indebolire l’avversario concorrente  con benefici che arriveranno poi in un secondo momento.

Alla nostra analisi, i nostri approfondimenti, ci dicono che nel prossimo futuro anche il padronato tedesco aumenterà le sue azioni militari all’estero. Perché la concorrenza e lo scontro tra i padronati a livello mondiale  si è notevolmente intensificato negli ultimi tempi dopo l’emergere delle nuove potenti borghesie come quella cinese, indiana, brasiliana, ecc. Nuove potenti borghesie che sono alla ricerca frenetica (e lo saranno sempre di più) di nuovi mercati dove  operare i loro affari anch’essi destinati ad aumentare. E il potente padronato tedesco, che non vuole perdere fette di mercato e quindi di guadagni, certamente non si  tirerà indietro in questo scontro, costi quello che costi, come già successo in passato.

Quindi il futuro sarà così contrassegnato. E’ il ciclo perverso del capitalismo. Capitalismo che non è solo benessere, ma come già detto anche causa di crisi e guerre. Una grande delusione per i pacifisti e per i convinti sostenitori del capitalismo che spesso incontriamo.

Nessuna sorpresa e nessuna novità invece per i concreti marxisti coscienti come noi, ma solo conferme.

 

Solo le rivoluzioni proletarie potranno fermare le guerre. Il resto sono solo utopistiche illusioni!


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-SCONTRO TRA BORGHESIE-

 

L’ARABIA SAUDITA A CAPO DI UNA ALLEANZA DI 34 STATI MUSULMANI PER COMBATTERE L’IS

 

L’Arabia Saudita è accusata dalla stampa di essere lo stato musulmano più fondamentalista, integralista e radicale esistente al mondo. Viene accusata in continuazione di essere la nazione che, su commissione degli Stati Uniti, è stata la causa del  sorgere del problema Is: “loro non hanno arginato il terrorismo, ma acceso” (Tagesschau – 15.12.2015). Infatti l’Arabia Saudita durante l’invasione russa dell’Afghanistan del 1979-89 aveva costituito in quella nazione le famose scuole coraniche fondamentaliste per formare integralisti religiosi (i famosi“mujaheddin” ) da scagliare contro i russi, gli stessi integralisti che oggi formano l’Is.  E’ accusata inoltre, assieme agli Usa e alle nazioni europee, di aver sostenuto e utilizzato questi fanatici religiosi all’inizio della guerra civile siriana (e di esserne anche la causa), guerra  tutt’ora in corso, contro il governo filorusso  Assad.

In Arabia Saudita non è permessa l’opposizione politica. La borghesia monarchica che controlla lo stato perseguita con estrema durezza chi non è dell’opinione del regime, con incarcerazioni fino a condanne a morte. Le esecuzioni, che spesso vengono eseguite nelle pubbliche piazze sono estremamente crudeli, con lapidazioni, decapitazioni, crocifissioni e esposizione pubblica per lungo tempo dei corpi giustiziati (vedere in internet il caso Ali Mohammed Al Nimr). Crudeltà che riportano alla mente il Medio Evo. Viene anche spesso riportato dai giornali che i concetti religiosi integralisti in uso in Arabia Saudita sono uguali a quelli degli integralisti dell’Is: “La differenza ideologica tra l’Is e l’Arabia Saudita è molto piccola” spiega “Der Spiegel” del 15.12.2015. Logico, se si pensa che questi fanatici Is sono stati formati e creati dall’Arabia Saudita  nelle sue scuole coraniche.

Dopo tutto questo è sconcertante che adesso  l’ Arabia Saudita sia stata messa a capo di una vasta alleanza di stati musulmani (borghesie, per i marxisti) con l’intento di combattere e di eliminare la piaga Is in tutto il mondo.

E ancora più incredibile è, che dopo tutte le atrocità che vengono commesse nel paese, l’Arabia Saudita sia la nazione che dal 2016 alle Nazioni Unite guiderà il “Consiglio per i diritti umani dell’Onu”! (“Arabia Saudita, record di esecuzioni, ma è a capo del Consiglio dei Diritti umani Onu. Ecco perché.” – Gianni Rosini, 26 sett. 2015- “Il Fatto Quotidiano”).

A questo punto viene logico chiedersi: come può accadere una cosa del genere? E’ forse uno scherzo?

La stampa dei paesi occidentali, le televisioni, sono sempre strapiene di conferenze, dibattiti, servizi, su quelli che vengono definiti i concetti fondamentali di una nazione civile ai giorni nostri: “difesa dei valori umani”, “democrazia”, difesa dei diritti”, “civiltà”, “parità”, “difesa del verde”, “lotta contro l’inquinamento” ecc. ecc.

Come è riuscita allora una nazione dove tutti questi valori mancano a diventare  capo all’Onu del “Consiglio per i diritti umani”? E guidare anche una coalizione di 34 paesi musulmani con l’obbiettivo di combattere “l’integralismo islamico nel mondo”? Com’è possibile?

Nel sistema capitalistico tutto è possibile!

Cose che sembrano incredibili hanno purtroppo invece una loro logica. Una logica che i giornalisti, anch’essi scandalizzati, non vogliono mettere in risalto, cercano di nascondere.

La chiara spiegazione  è che nel mondo capitalistico, nel mondo degli affari,  al di la delle tante ciance, non esiste NESSUN VALORE MORALE,   NESSUN ALTO PRINCIPIO, ma esiste solo la legge del FAR SOLDI! E su questo ruota tutto!

Gli alti valori di cui tanto si parla NELLA REALTA’ NON ESISTONO!

E la cruda logica politica senza nessun principio morale ci dice che gli Stati Uniti (cioè la borghesia americana) e gli stati europei ( vale a dire i padronati europei ) con la Germania  in testa, per perseguire i loro interessi, hanno bisogno nella zona del Medio Oriente di alleati per controllare da una parte, una zona fondamentale nel pianeta dove mezzo mondo si rifornisce di petrolio, dall’altra di combattere le borghesie concorrenti.

E  l’Arabia Saudita è proprio adatta al caso loro. Poi anche se la borghesia che gestisce il potere nel paese è schifosa, ripugnante, sanguinaria, non ha nessuna importanza, l’importante E’ FAR SOLDI!

E questo è il motivo del perché Usa e Europa sostengono l’Arabia Saudita dittatoriale e antidemocratica e il suo schieramento. Mentre la Russia, la Cina e i Brics sostengono invece sempre contro l’Is, l’altro schieramento capeggiato dall’Iran. 

Poi, fatto molto importante per le borghesie occidentali,  è che nei loro paesi continui la sceneggiata, dove sociologi, politologi, uomini di cultura, grandi professori, preti, ecc. continuino a parlare di “valori” “diritti” ed esportazione di questi  .…

Che dire di una tale situazione?

Noi che vogliamo capire quello che succede, dobbiamo stare attenti e approfondire. Dobbiamo sforzarci di capire come funziona questo strano sistema capitalistico. Sarà difficile, ma non impossibile.

Dobbiamo cercare di capire cosa si nasconde dietro ai giochi di prestigio che la borghesia mette in atto per incantarci, confonderci, ingannarci, prenderci in giro, così da continuare a mantenere il suo dominio sulla società. 

LA GUERRA:

“LA CONTINUAZIONE DELLA POLITICA CON ALTRI MEZZI” 

 

                                                                                                         Carl von Clausewitz                                                                                                       

Carl von Clausewitz, generale dell’esercito prussiano, uno dei massimi esperti militari della borghesia nascente all’inizio dell’800. Osservatore e studioso scrive il libro “La guerra”.  Clausewitz scruta, dalla sua carica di generale, i politici della sua epoca che per raggiungere i loro scopi, non esitano a passare senza problemi dalla pacifica diplomazia politica alla crudeltà della guerra. Così si esprime il generale nella sua opera: “Affermiamo invece che la guerra non è se non la continuazione del  lavoro politico, al quale si frammischiano altri mezzi. Diciamo: vi si frammischiano altri mezzi, per affermare in pari tempo che il lavoro politico non cessa per effetto della guerra, non si trasforma in una cosa completamente diversa, ma continua a svolgersi nella sua essenza, qualunque sia la forma dei mezzi di cui si avvale; e che le linee generali secondo le quali si svolgono gli avvenimenti bellici e alle quali essi sono legati, non sono che i fili principali della politica, penetrati attraverso l’intreccio della guerra e svolgentisi di continuo fino alla pace”. (Clausewitz “La guerra”)

Questa trasformazione della politica in guerra e poi a sua volta della guerra in politica viene interpretata da Clausewitz, che non è un materialista, ma che vive ancora nell’era idealista, come frutto dell’egoismo e del cinismo dei politici. Il grande generale non ha ancora scoperto cosa sta dietro ai politici,  cos’è che li muove, da cosa sono determinati.

Saranno Marx ed Engels che daranno un contenuto reale, scientifico, al cos’è che determina la politica, cosa la dirige, cosa la conduce. Essi dimostreranno che non è l’egoismo delle persone che provoca le guerre, ma il meccanismo in cui le persone vivono, che le costringe ad adattarsi ad esso  e ad assumere  un determinato comportamento.

Dimostreranno che in precedenti sistemi sociali vissuti dall’umanità il meccanismo produttivo era diverso e anche il comportamento delle persone perciò era diverso.

Se esaminiamo per esempio l’epoca delle tribù primitive (il comunismo primitivo), epoca durata all’incirca 10.000 anni,  il prodotto non veniva venduto e la cacciagione e il raccolto veniva distribuito equamente all’interno della tribù stessa   (quindi qui non troviamo nessun segno di egoismo). Ma se, in questo sistema produttivo-sociale, dall’esterno un estraneo metteva in pericolo la tribù, questo veniva combattuto. Una necessità di sopravvivenza.

E questa è stata una dei tipi di organizzazione sociale che ha caratterizzato lo sviluppo dell’umanità. Poi abbiamo avuto la società schiavistica e poi ancora quella medievale con sistemi produttivi ancora diversi e comportamenti sociali corrispondenti altrettanto diversi.

Nell’odierno capitalismo è la necessità del guadagno che muove tutto il meccanismo sociale. Una ricerca del massimo guadagno che avviene attraverso la vendita dei prodotti, che è inesorabile, non lascia scampo ne un attimo di sosta. Continuerà così finchè un’altra società, una società superiore, dove i prodotti ritorneranno ad essere suddivisi equamente tra la popolazione, attraverso rivoluzioni non la sostituirà.

Ma il sistema capitalistico presenta ancora enormi contraddizioni. Oltre allo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, il suo funzionamento è fatto in modo che, se il mercato dove le merci trovano la vendita é sufficientemente grande da assorbire i prodotti senza problemi e garantire a tutti  il guadagno,allora la concorrenza tra i capitalisti può svolgersi in clima di pace e i contrasti tra di loro possono trovare un compromesso politico pacifico o parzialmente pacifico. Ma tutt’altra situazione si crea quando, causa lo sviluppo capitalistico, ad un certo momento vengono ad esserci  troppe merci in circolazione in concorrenza tra di loro e la vendita diventa difficoltosa, il mercato comincia a saturarsi, i guadagni diminuiscono e le grandi fabbriche cominciano a fallire una dopo l’altra. Allora, come si è già verificato altre  volte in passato, per il capitalista, per l’affarista, per i ricchi, insorge l’esigenza di eliminare anche fisicamente la produzione concorrente. E questo loro lo trovano del tutto normale. Per poter continuare a guadagnare non ne vedono nessuna differenza, nessun problema  passare da una fase di pace ad una di guerra,. E quindi muovono i politici e tutto il loro apparato in modo che venga coinvolta tutta la società per raggiungere questo scopo.

Il concetto imperativo capitalista è, come ben si sa:  il guadagno prima di tutto! Il resto non ha nessuna importanza! Anche se questo costa, come detto, distruzioni, catastrofi, morti. Non viene valutato la possibilità che si potrebbe passare ad un altro sistema sociale, dove i prodotti anziché essere venduti vengano suddivisi tra la popolazione e così continuare nella pace, nel benessere. Questo dai ricchi viene categoricamente escluso. Per loro è meglio una guerra che abbatti la concorrenza anziché indirizzarsi verso questa nuova società.  Per loro, paradossalmente, è meglio proseguire in questo circolo vizioso che non finisce mai e che non ha nessun futuro!  Un circolo vizioso che per noi, per la popolazione, per il proletariato, per l’umanità tutta, non ha nessun senso!

E i mezzi di informazione, posseduti e controllati dalla borghesia che grazie all’enorme quantità di soldi che possiede se li può permettere ,insistono in continuazione nel diffondere il negativo vecchio concetto idealista che è l’egoismo delle persone che genera le guerre, nascondendo la realtà di un angoscioso  contraddittorio sistema, che i ricchi sostengono con tutte le loro forze,  che costringe le persone ad adattarsi ad esso.

Cambiando il sistema, cambia tutto! Anche il terrore delle guerre! 


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LETTERA ALLA REDAZIONE

 

Spett. redazione, complimenti per la chiarezza espositiva degli articoli e
per il taglio didattico. Ho una osservazione di merito: da come la
raccontate sembra quasi che nel dopoguerra USA e URSS abbiano solo fatto
finta di essere nemici. Io penso invece che inizialmente gli USA
abbiano favorito l'URSS in funzione antitedesca sapendo però che si
stavano creando un nemico: più debole e meno pericoloso della Germania
ma pur sempre un nemico. Già nel ‘45 le bombe atomiche USA sul Giappone
non erano contro un Giappone già sconfitto ma contro l'URSS.
Ciao.      M.N.

 

USA E RUSSIA: FINTI NEMICI IN EUROPA DURANTE LA GUERRA FREDDA!

 

Carissimo M.N, grazie per le tue osservazioni. Rispondiamo e ti esprimiamo il nostro parere in merito a quanto ci scrivi.

 

Dai nostri approfondimenti sulla 2° Guerra Mondiale il problema per la potente borghesia americana, come ben tu evidenzi, era appunto quello di sconfiggere l’altrettanto potente borghesia emergente europea, vale a dire quella tedesca, che si poneva il problema dell’unificazione europea.

 

Nel ’41 la società borghese russa a capitalismo di stato guidata da Stalin era già stata praticamente sconfitta dalla poderosa macchina da guerra dell’imperialismo tedesco. Ormai l’esercito russo era allo sfacelo, di lui non restava praticamente più niente e la sconfitta definitiva era solo questione di tempo.

Sempre secondo i nostri approfondimenti, se la borghesia americana non fosse intervenuta così massicciamente in aiuto dei russi attraverso “La via Iraniana” con un enorme rifornimento di armi, vettovaglie, supporto logistico, cibo e chissà quant’altro (come la fonte ’”Economics Division” del “Congressional Research Service” riporta),  della debole economia e quindi militare a capitalismo di stato russo finto comunista, forse non ne avremo più sentito parlare. Ma questo non è avvenuto, come ben sai.

Lo scopo del padronato americano era togliere di mezzo il potente concorrente padronato tedesco che stava costruendo “La Fortezza europea” e non l’eliminazione della debole economia a cap. di Stato russa staliniana.

E ciò è avvenuto.

Tu ci dici M. N, che dopo aver ottenuto questo, cioè la sconfitta e la divisione della Germania, il padronato americano e quello russo sono ritornati ad essere nemici in Europa, come appariva e non sei d’accordo che lo scontro tra i due, cioè la famosa “guerra fredda” era tutta una messinscena per tener divisa la Germania.

Tu sai bene che nella concorrenza tra borghesie non ci sono regole. I vari padronati delle varie nazioni si vedono tra di loro come concorrenti. Ma ci sono concorrenti “amici”, altri sono “nemici”, altri di mezza via, ecc. ecc.

La realtà ci dimostra e ci insegna che una borghesia (che controlla la propria nazione) può essere “amica” di un’altra borghesia (che naturalmente controlla la propria popolazione) in una zona del mondo e contemporaneamente esserne “nemica” in un’altra, a seconda degli interessi.

Secondo la nostra analisi e interpretazione, nel dopoguerra le borghesie americana e russa erano d’accordo e finti nemici in Europa, dove il “nemico comune” era la Germania da tener divisa, da non far riemergere o meglio, da far riemergere il più tardi possibile ed erano concorrenti “acerrimi nemici” in altre zone del mondo come l’Asia (Corea, Vietnam, Afganistan, ecc.) e Africa (Angola, Sud Africa, Libia, Egitto, ecc.) dove tra di loro lo scontro, anche armato, era diretto.

La politica internazionale funziona così, bisogna essere elastici e cercare di capire.

Che in Europa la faccenda della contrapposizione  tra Usa e Urss e la questione del Muro di Berlino fosse tutta una messinscena veniva  dimostrato da tutta una serie di segnali (che all’occhio dalle persone comuni, non competenti, non erano visibili).

Al di la della altisonante e asfissiante (da entrambi i lati) propaganda, in cui sembrava che i due imperialismi stessero per scannarsi da un momento all’altro, durante le varie rivolte che sono scoppiate nei cosiddetti “Paesi dell’Est comunisti” (Berlino 1953, Ungheria e Polonia 1956, Cecoslovacchia nel ’68, Ucraina nel ’69, Polonia fine anni ’80 ecc.)  si è osservato che la borghesia americana, ripetiamo, al di la delle altisonanti parole di sdegno contro le repressioni russe  ecc, non ha mai  mosso un dito pratico per aiutare, sostenere, sviluppare, queste rivolte contro i russi. Ci spieghiamo meglio: di solito quando scoppiano rivolte nei paesi concorrenti “nemici”, le borghesie del lato opposto soffiano sul fuoco per alimentare la rivolta, la protesta, il malcontento, ecc, di solito mandando armi ai rivoltosi o ai protestatari, oppure soldi e propaganda, o inviando “istruttori” ecc, insomma cercano di approfittarne della situazione a loro vantaggio, a volte anche inserendosi  e  intervenendo  direttamente militarmente.

Ebbene, da quello che ci risulta,  la borghesia americana in queste situazioni molto favorevoli per lei, non ha mai approfittato ne mosso un dito pratico a suo favore  contro i russi. Perché? Perché lo scopo nascosto, non detto, ma per noi evidente, al di la della finta contrapposizione politica e militare, era che, se gli americani avessero favorito e incentivato le rivolte contro i russi, è logico, avrebbero accelerato la riunificazione del potente imperialismo concorrente tedesco, cosa che assolutamente non volevano e motivo per gli Usa dell’entrata in guerra nella 2° guerra mondiale.

La divisione tedesca e la finta contrapposizione è durata fin che è durata, poi è crollata, perchè l’economia borghese a cap. di stato russa era troppo debole economicamente per sostenere e tener sotto controllo una così vasta zona , ossia  i suoi paesi satelliti assegnategli dagli Usa.

Poi  M.N.  ci scrivi che secondo te le bombe atomiche americane sul Giappone nel ’45 erano in funzione anti russa, non per far arrendere il Giappone che era già praticamente sconfitto militarmente.

Pensiamo che quando dici  che le atomiche erano “contro l’Urss” intendi:  i giapponesi dovevano essere velocemente sconfitti prima che i russi avanzassero troppo anche in quella zona asiatica, tanto da poter ledere gli interessi del padronato americano.

Questa tua osservazione la troviamo interessante e, bisogna dire, anche molto stimolante.

In questa situazione la domanda è: la borghesia russa, in quel periodo in Asia poteva essere un pericolo militare per quella americana che stava sconfiggendo il Giappone?

Sinceramente M.N, a noi questo non risulta, non riusciamo a trovare quei segnali che ci dicono che l’imperialismo russo era così potente da poter minacciare gli interessi americani in Asia.

Come detto, la Russia nel ’41 era già stata praticamente sconfitta militarmente da quella tedesca. L’aiuto portato dagli americani alla quasi eliminata forza militare-economica russa è stato veramente imponente. Se pensi che, come si vede dall’articolo allegato, gli americani hanno fornito ai russi, oltre a tutto il resto, nientemeno che  14.795 aerei (fonte ”Economics Division” del “Congressional Research Service”), quando                       (segue   → )

SOLO LA RIVOLUZIONE PUO’ FERMARE LA GUERRA!

 

Cosa si può fare contro la guerra?

La guerra si sa, è insita nel capitalismo, fa parte del capitalismo stesso, sono gli affari, che per poter proseguire a guadagnare, hanno bisogno anche delle guerre. Quando si crea una  situazione in cui la vendita dei prodotti  comincia a diminuire e quindi anche il guadagno diminuisce,  gli affari  devono conquistare nuovi mercati, quindi se necessario eliminare anche fisicamente la concorrenza. Questa è la cruda realtà del funzionamento capitalistico, confermato in continuazione dalla storia, al di la delle belle parole che i sostenitori del capitalismo affermano. Il generale prussiano Clausewitz, grande esperto e teorico militare dell’800 scrive che la guerra “non è che la continuazione della politica con altri mezzi”. 

E’ quindi possibile fermare la guerra?

Che esperienze abbiamo al proposito?

Abbiamo l’esempio delle imponenti manifestazioni europee antecedenti 

 della prima guerra mondiale, manifestazioni  con milioni e milioni di persone partecipanti,  mobilitatisi contro l’imminente scontro militare tra le borghesie europee.

Hanno potuto fermare le borghesie ed evitare la guerra? Assolutamente no! Le borghesie europee hanno proceduto nel massacro ignorando il tutto.

Poi abbiamo l’esempio dell’ America  nel 1940, contro l’entrata in guerra Usa nella seconda guerra mondiale. Anche in quell’occasione ci furono in Usa  altrettanto imponenti dimostrazioni. Anche queste senza successo, senza nessun risultato, la guerra si è verificata inesorabilmente.

Recentemente nel 2001, 2002 e 2003 ci sono state altre grandi dimostrazioni di massa negli Stati Uniti, in Germania e in tutto il mondo (alcune definite “oceaniche”) contro l’intervento militare occidentale in Afghanistan e Iraq. Hanno anche queste imponenti dimostrazioni fermato le guerre? Assolutamente no! Completamente ignorate dalle borghesie che anche in questo caso sono andate avanti senza esitazioni nel condurre i massacri ! 

Ma allora, si può fermare la guerra?

Un fatto eccezionale che ha veramente fermato una guerra ce l’abbiamo: LA RIVOLUZIONE BOLSCEVICA D’OTTOBRE  DEL ‘17!

Si, LA RIVOLUZIONE D’OTTOBRE!

Si, il giorno stesso in cui i bolscevichi rivoluzionari guidati da Lenin sono arrivati al potere in Russia nel ’17, hanno fermato la guerra!

Questo è l’unico caso e fatto concreto che abbiamo nella storia in cui sia stata fermata una guerra!

La strada da seguire perciò è quella! 

Questo  evento  eccezionale che la rivoluzione russa abbia fermato una guerra, viene però stranamente  completamente ignorato dai media, che si definiscono sempre ben informati e vogliono far credere essere sopra le parti. Ma quello che è ancora più strano è che viene completamente ignorato anche dalle organizzazioni che hanno diretto le grandi manifestazioni  nel  2001 – 2003 contro la guerra in Afghanistan e Iraq. Organizzazioni, alcune delle quali affermano  essere “comuniste” e “rivoluzionarie”. Si, assolutamente non ne hanno parlato e non ne parlano! Come mai?    

Eppure la cosa è chiara: CONTRO LA GUERRA : RIVOLUZIONE!

Il resto sono solo parole vuote! Come la realtà dimostra.

Il grande movimento contro la guerra deve avere quindi questo alto scopo: CONTRO LA GUERRA: RIVOLUZONE!

La cruda realtà ci dice purtroppo anche che, i partiti che hanno ignorato questo alto scopo ed hanno organizzato queste enormi manifestazioni di massa pacifiste, sia in Europa (come detto immediatamente antecedente della prima guerra mondiale), sia in America (prima della seconda guerra mondiale), non solo non hanno ottenuto nulla, ma sono perfino passati poi, allo scoppio dell’intervento bellico, a sostenere apertamente la guerra stessa!  Pazzesco! Un tradimento, una vergogna!

L’esempio più lampante e  triste per noi, è stato il comportamento mantenuto dal Partito Socialdemocratico tedesco nel 1914, il quale, in quell’anno, percependo l’arrivo della guerra, aveva giustamente mobilitato contro l’intervento bellico imminente tutti i partiti della Seconda Internazionale operaia. Per poi, allo scoppio della guerra stessa, paradossalmente, tradendo quanto sostenuto fino allora , miseramente,  passare a sostenere la borghesia e la guerra e votare i crediti bellici, cioè il finanziamento a favore dell’intervento militare.

SARA’ SOLO LA RIVOLUZIONE PROLETARIA  CHE  FERMERA’ LE GUERRE!

 

Molti partiti si definiscono “comunisti” “rivoluzionari” e si richiamano eredi del bolscevismo, della 3° Internazionale e della rivoluzione d’ottobre, ma sembra che ignorino completamente che il pacifismo non ha portato a niente e che solo la rivoluzione bolscevica ha fermato una guerra!

 

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i tedeschi per la campagna di Russia ne avevano a disposizione 2.200 (fonte Wikipedia), e tu sai quanto siano importanti gli aerei nelle guerre “moderne”, ti da l’idea dell’incredibile  e possente aiuto americano.

Grazie a questo aiuto e non per alti motivi, l’imperialismo russo è riuscito con enorme difficoltà a risollevarsi militarmente e sempre con enorme difficoltà è riuscito a conquistare quei territori europei che l’imperialismo americano gli aveva assegnato. E’ noto che gli americani si sono fermati in Germania aspettando che i russi avanzassero. I territori poi occupati militarmente dai russi dovevano rimanere  a loro come zona assegnata di spartizione e di divisione del territorio europeo e tedesco. Spartizione naturalmente già concordata prima.

Tutti i segnali e tutti gli indicatori dicono che l’economia russa era debole prima della seconda guerra mondiale, era debole durante la guerra ed è rimasta debole anche dopo.

Quindi, a nostro avviso, non poteva rappresentare un pericolo in Asia per la super e possente  economia americana, visto che in soldoni era quest’ultima che gli riforniva le armi e non solo.

 Per noi, i russi durante la 2° guerra mondiale, erano  più burattini in mano agli americani, che una minaccia per loro.

Pensiamo che le bombe atomiche sul Giappone siano state si, un mezzo come un altro, per accelerare la resa incondizionata dell’imperialismo giapponese. Nient’altro!

 

 

Un saluto internazionalista,

la Redazione


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Punti fermi della scienza marxista

 

-Riproponiamo qui al lettore un articolo tratto dalle dispense “Teoria e pratica del marxismo” edito da “Lotta Comunista” nel 1996. –

 

 

 

LA CONCEZIONE MATERIALISTICA DEL MONDO

 

 

 

 

 

 

Per Marx ed Engels il punto di partenza di ogni lotta politica cosciente deve essere la conoscenza del mondo reale all’interno del quale questa lotta deve svolgersi.

Il proletariato non ha da “inventare“ la proprie lotta, “che già esiste”, ma deve orientarla per il fine immediato del proprio rafforzamento come classe e il fine ultimo di realizzazione della società comunista.

Per fare ciò deve poter capire la politica, quella delle altre classi e frazioni di classi e la propria; capire vuol dire conoscere scientificamente, cioè definire delle leggi di movimento nel campo della politica, così come “Il Capitale” di Marx ci da le leggi di movimento della struttura economica.

E’ possibile questa conoscenza?

Correnti borghesi ed opportuniste lo negano affermando che la politica è fatta dalla libera volontà degli uomini, dal libero arbitrio, non sottoposto ad alcun condizionamento e quindi imprevedibile; per l’ideologia religiosa invece c’è una determinazione, ma è la volontà divina (la “divina provvidenza”) ed anche essa è imperscrutabile all’intelletto umano.

Con queste concezioni il proletariato non farebbe un passo in avanti sulla via della conoscenza del meccanismo di funzionamento della società di cui esso stesso è parte: le forme dei rapporti fra gli uomini, le forme dello Stato, i partiti, le idee, ecc. tutto questo, che costituisce la società reale nella quale vive, resterebbe inspiegabile.

La validità e la grande forza rivoluzionaria del marxismo stanno ne fatto che esso ha non solo affermato, ma dimostrato, che è possibile definire scientificamente i comportamenti politici, le forme politiche; anche in questo campo è possibile trovare delle regolarità e sulla base di queste enunciare delle leggi, le leggi della politica.

 

Prioritario per una analisi di questo tipo è la affermazione della concezione materialistica del mondo, in contrapposizione ad ogni tipo di concezione idealistica.

 

 

                                                                                      F. Engels

 

 

 

La concezione materialistica fu applicata da Engels

alla indagine della natura:

risultato dello studio di otto anni della matematica 

e delle scienze naturali fu la raccolta “Dialettica della natura”.

Punti fermi della scienza marxista

- Proseguiamo qui nell’approfondimento del falso socialismo,

cioè del capitalismo di stato camuffato da “socialismo”-

 

 

NESSUN SOCIALISMO NELL’EX DDR, TUTTA UNA FALSITA’!

 

 

NELL’EX DDR E EX URSS ESISTEVA IL CAPITALISMO DI STATO, ESATTAMENTE UGUALE AL CAPITALISMO DI STATO IMPERANTE OGGI NELLO STATO DEL VATICANO

                                                                        Stato del Vaticano

 

Nell’ex DDR veniva spacciato a larghe mani che ci fosse il socialismo, il comunismo.

Ancora adesso la stampa borghese e quella dei falsi comunisti o degli ingenui insistono nell’affermare e diffondere l’idea che nell’ex DDr ci fosse il comunismo.

I marxisti come noi da sempre dicono no, questo non è vero! Nell’ex DDr, nell’ex Urss e adesso in Cina, Cuba, Nord Corea, non esisteva e non esiste nessun comunismo! Esiste il capitalismo di stato!

Ma perché noi marxisti diciamo così? Che cos’è veramente il comunismo? Esiste un metodo per capire?

Certamente esiste un metodo ben preciso per capire! Ed è scientifico!

Il metodo consiste in: nel socialismo o comunismo I PRODOTTI NON VENGONO VENDUTI, commercializzati (come succede qui da noi), MA VENGONO DISTRIBUITI equamente tra la popolazione.

Nel capitalismo invece, I PRODOTTI VENGONO VENDUTI PER TRARNE UN GUADAGNO.

Questa è la distinzione ESATTA, scientifica,  fondamentale, per capire se in un paese esiste il socialismo-comunismo o no, indipendentemente da quello che ufficialmente viene detto! Con questa precisa distinzione non ci possono essere equivoci! E nell’ex DDR, ex Urss e adesso in Cina, Cuba ecc. i prodotti non vengono suddivisi tra la popolazione, come è nel comunismo, ma venduti, commercializzati, ecc. esattamente come succede qui da noi. Quindi in questi paesi l’economia e la società era ed è, senza ombra di dubbio,  capitalistica. L’unica differenza tra noi e loro consiste nel fatto che da noi le fabbriche, le banche, sono principalmente dirette da privati, nei paesi cosiddetti “comunisti” invece è lo Stato, cioè il partito che dirige lo stato, che conduce gli affari, dirige le fabbriche e le banche. E’ un partito che svolge le stesse funzioni capitalistiche dei privati industriali. E’ anche questa una forma di capitalismo. Chi ha vissuto sotto la DDR può confermare che è così.

Stranamente però, molti sono invece convinti che la differenza tra socialismo e capitalismo sia l’assenza  o presenza di capitale privato in una società. In altre parole, se in una nazione non esiste capitale privato, anche se i prodotti vengono venduti, allora, pensano, qui si può parlare di “comunismo”.

Sbagliatissimo!

E ci sono esempi pratici che ci dimostrano che non è così!

Se come detto la distinzione tra comunismo e capitalismo fosse che nel comunismo non esistono gli imprenditori privati, allora noi dovremmo pensare che lo Stato del Vaticano è un paese comunista! Si, perché nello stato del Vaticano, se andiamo ad indagare, verificare, non esiste nessuna impresa privata o banca privata, tutto appartiene allo Stato, allo Stato del Vaticano appunto. I singoli  preti non possiedono assolutamente niente e il tutto viene gestito e diretto da loro, che in questo caso  li possiamo paragonare ad un partito, un partito IMPRENDITORIALE .

Possiamo dire quindi, che perchè nello Stato del Vaticano manca l’impresa privata esiste il comunismo?  No, assolutamente no!

Pur essendo TUTTO statalizzato e pur essendoci la stessa situazione economica e sociale che troviamo nell’ex DDR, Cina ecc.,  come mai allora la stampa  non parla di comunismo nello Stato del Vaticano? Pur statalizzati, i preti stessi si guardano bene dal definirsi comunisti, perché loro odiano  il comunismo e sono a strafavore del capitalismo e  degli affari da cui poi  ne traggono un lauto guadagno  (dovuto allo sfruttamento sui lavoratori)  con cui poi ne possono godere i benefici (anche se a parole, ma solo a parole, dicono di essere per la povertà, contro le ingiustizie, ecc. ecc. ….) 

Anche dai falsi comunisti, grandi sostenitori  della statalizzazione, statalizzazione che per loro significa comunismo, non abbiamo mai sentito dire che nel Vaticano esiste il comunismo. Come mai? 

Perchè secondo loro (incredibile!) se in una nazione a statalizzare è un partito che si definisce “comunista” (come nell’ex DDR o ex Urss o Cina, Cuba, ecc.) allora si parla di comunismo, se invece a statalizzare sono i preti allora si parla di capitalismo! Assurdo!

E’ strano che i falsi comunisti non vedano che è la stessa cosa! Ed è ancora più strano che non vedano che nella situazione ex DDR, ex Urss, adesso in Cina, ecc. i prodotti non vengono DISTRIBUITI tra il proletariato e quindi  non si può parlare di comunismo.

Si capisce bene che i falsi comunisti e gli ingenui non hanno le idee ben chiare nel capire la differenza tra capitalismo e comunismo e si lasciano confondere, prendere in giro, da qualsiasi partito o persona che vada al potere e si spacci per “comunista”!

Perché per noi marxisti-comunisti, la cosa è molto chiara: non esiste nessuna distinzione tra Stato del Vaticano e i paesi  falsamente definiti “comunisti”! Tutti conducono alla grande gli affari! Certo, con due nomi diversi, ma la sostanza è uguale, non cambia: è capitalismo!

Dobbiamo stare attenti e guardare alla sostanza delle cose. Esiste il metodo scientifico per poter capire, usiamolo!

Il padronato, la borghesia, ha tutto l’interesse a creare confusione in modo che la classe sfruttata non capisca e non reagisca. Vuole evitare a tutti i costi che si arrivi ad una  società superiore, comunista!



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