HUAWEI, NORD STREAM 2, NATO, SPESA MILITARE: LA BORGHESIA TEDESCA SOTTO RICATTO TRUMP

“Poi incassiamo soldi dalla Mercedes e BMW”
“Poi incassiamo soldi dalla Mercedes e BMW”

 -COSA ACCADE DIETRO LE QUINTE NELLO SCONTRO TRA BORGHESIE-

 

PRESSING CONTINUO AMERICANO SULLA GERMANIA PERCHE’

SI STACCHI DA RUSSIA E CINA. 

OVVIAMENTE TUTTO QUESTO NON HA NIENTE A CHE FARE CON I LAVORATORI

Nell’estate dell’anno scorso abbiamo assistito allo scontro di Trump contro la Germania dove il presidente furioso minacciava di alzare i dazi doganali in America sulle importazioni dell’acciaio e delle auto tedesche. Il fine delle intimidazioni Usa era costringere e ottenere dal governo dell’imperialismo di Berlino tutta una serie di richieste. In primis che la Germania pagasse per intero le quote tedesche per le spese militari NATO (con relativi arretrati) cosa che Berlino da molto tempo paga solo in parte. Poi che la Große Koalition aumentasse la quota delle sua spesa militare nazionale dall’attuale 1,2% al 2% del Pil. Il presidente americano pretendeva poi con forza che la Germania e la UE lo seguissero nelle sue ritorsioni contro l’Iran con le note forti sanzioni. Un Iran dove anche l’imperialismo tedesco ha diversi interessi e che se avesse seguito gli Usa nelle sanzioni questi interessi sarebbero stati inevitabilmente compromessi.         

La prima reazione del governo della borghesia tedesca e della UE intera è stata di tentare di opporsi al forte diktat del presidente Usa, sia sugli aumenti della spesa militare che sulle sanzioni contro l’Iran (ovviamente per salvaguardare gli affari che i paesi UE hanno nel paese arabo). Ma in seguito, constatando che se Trump avesse veramente attuato l’aumento dei dazi sulle merci europee in America (e chissà quant’altro ancora) questo avrebbe provocato enormi danni alle imprese e agli affaristi europei, la Große Koalition e la UE insieme, hanno ceduto al pressing americano e eseguito ciò che Trump pretendeva.  

E’ stato così che sotto il ricatto dell’innalzamento dei dazi in Usa, per il governo borghese della Grosse Koalition è iniziato un cedimento dopo l’altro alle pressioni di Trump. 

E’ ovvio che tutto questo non ha assolutamente niente a che fare con gli interessi dei lavoratori, riguarda solo la lotta tra imperialismi per la spartizione delle varie quote dei grossi affari capitalisti tra le multinazionali e banche mondiali. I lavoratori ovviamente in queste faccende non hanno alcun ruolo, e com’è evidente, a loro tutto viene imposto.     

Quindi la Große Koalition sulla questione quote Nato, come sull’aumento considerevole della propria spesa militare, ha dovuto cedere e sottostare all’imposizione americana. La stampa riporta come solo per il 2019 il governo tedesco abbia programmato (sotto pressione Trump) per la prima volta dal dopoguerra un incremento di spesa militare del 12% - un record per l’imperialismo tedesco - incremento che poi ovviamente proseguirà, anno dopo anno.         

Anche sulla questione Iran la Große Koalition ha dovuto abbassare la testa ed accettare la volontà Usa. Come risaputo, con molto clamore l’anno scorso Trump ha unilateralmente disdetto “l’accordo sul nucleare” con l’Iran siglato in precedenza nel 2015 da Obama. Ma Trump non si è limitato solo a questo, ha preteso poi, usando sempre lo strumento del ricatto dei dazi, che anche gli alleati europei lo seguissero nel disdire a loro volta l’accordo con il paese arabo e ne interrompessero i rapporti commerciali. Dopo una prima debole resistenza UE, le multinazionali europee sono state costrette a sospendere ogni affare commerciale con il paese arabo, perché in caso contrario non avrebbero più 

avuto il permesso da Trump di proseguire i loro lucrosi affari che già hanno in America con perdite notevoli di interessi. L’effetto è stato che grandi ditte tedesche come Siemens, Daimler, ecc, (e molte altre ditte europee) hanno dovuto lasciare l’Iran.   

E’ ovvio a questo punto che Trump con lo strumento del ricatto riesce a costringere tutti i governi europei a sottostare a tutte le sue imposizioni. E adesso Trump ha esteso lo scontro contro “i nemici” russi e cinesi anche su  altri settori dell’economia.     

Come LA QUESTIONE HUAWEI –  Nel suo intento di contrastare e isolare l’imperialismo cinese, dopo i noti dazi contro Pechino, il presidente americano ha intrapreso anche una battaglia nel settore telefonico contro il colosso cinese Huawei. Il pretesto della battaglia (com’è norma nel capitalismo giustificare un attacco) è l’accusa alla multinazionale cinese di svolgere attività di spionaggio (attraverso il cellulare Huawei di rubare alta tecnologia agli Usa). Stando agli specialisti il vero scopo invece di questa mossa sarebbe il tentativo da parte Usa di arrivare ad escludere il colosso cinese Huawei in America e Europa dalla futura nuova rete telefonica 5G (5° Generazione) che sostituirà sul pianeta l’attuale 4G (4° Generazione), un affare mastodontico per le imprese del settore. Trump pretende che anche l’Europa lo segua e accetti la sua decisione. Al momento la Merkel sembra non acconsentire all’ingiunzione Usa, ma la sua posizione rimane molto altalenante (per es. nei primi mesi dell’anno la Merkel si è espressa - per via dello spionaggio - scettica nel permettere a Huawei di accedere alla rete 5G in Germania, e di pensarne, in linea con Trump, ad una sua esclusione. Ma adesso, fine marzo e aprile, sembra averci ripensato e di ritenere utile per gli interessi europei la rete 5G cinese).     

DISPUTA NORD STREAM 2 – Anche sulla realizzazione del nuovo gasdotto russo Nord Stream 2 lo scontro Germania-Trump è notevole. Il Nord Stream 2 è il nuovo lungo impianto che deve portare il gas dalla Russia alla Germania. Si aggiunge allo Stream 1 russo già esistente e operante. Il Nord Stream 2 Trump non lo vuole, assolutamente no. Nel suo obiettivo di isolare anche il concorrente Russia pretende che la Grosse Koalition lo abbandoni (attualmente è in fase di costruzione) e che Berlino si rifornisca di gas dall’America, anche se il gas americano costa molto di più di quello russo.   

In questo caso il motivo della dura opposizione Trump al Nord Stream 2 russo è che la Germania approvvigionandosi ancor più di gas dalla Russia (come detto, già lo fa con lo Stream 1) ne diventerebbe “sempre più dipendente e quindi ancor più ricattabile da parte di Mosca”. Il governo di Berlino sostiene invece di non vedere questo “pericolo”, ribadendo la “sua indipendenza nelle scelte in un progetto che è squisitamente economico”. Attualmente la Merkel sembra aver convinto tutti gli europei della validità di accettare il nuovo gasdotto russo e di sostenerla. Ma si attende la replica di Trump che probabilmente userà ancora una volta il ricatto dell’aumento dei dazi per costringere gli alleati alle sue scelte politiche.   

Ai nostri occhi di persone comuni, di proletari, tutte queste dispute sembrano assurdità, illogicità. Sono invece normalità nel mondo capitalista. Per determinare gli equilibri e i fronti di lotta (e di guadagno) internazionali tra i colossi borghesi


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