LE DIRIGENZE DI LOTTA COMUNISTA PREFERISCONO BRUCIARSI L’EUROPA, PIUTTOSTO CHE SPERIMENTARE NUOVI METODI DI ESPANSIONE

 

RIFLESSIONI E RAGIONAMENTI SUL MANCATO SVILUPPO DEL PARTITO LENINISTA IN EUROPA

 

IL 20ennio  PERDUTO DI LOTTA COMUNISTA

E IL FLOP DI BERLINO 

             9 agosto 2019

Il partito bolscevico ha usato diversi metodi per espandersi, metodi che Lotta Comunista  oggi non usa. Ma che permisero a Lenin, loro capo e fondatore, di sviluppare un partito rivoluzionario in 15 anni e che da zero è potuto arrivare alla rivoluzione del ’17.

Avevano più giornali nazionali, alcuni dei quali (come la Pravda) di primo acchito, d’attacco, di battaglia, scritti in modo semplice, da diffondere come primo contatto, e altri di analisi e studio (come l’attuale giornale Lotta Comunista).  

Come tattica pratica, detta di “disfattismo rivoluzionario” i bolscevichi si inserivano nelle lotte altrui(anche se organizzate da partiti e movimenti opportunisti borghesi) dove proprio Lenin ne era maestro, per portarci all’interno le posizioni rivoluzionarie comuniste disfattiste e possibilmente influenzare le lotte stesse. Ma cosa fondamentale, per conquistare giovani manifestanti protestatari e indirizzarli alla causa comunista.

Sapevano tenere contatti continui con le altre organizzazioni politiche (come faceva Lenin per es. con i menscevichi, i socialisti, o gli anarchici) e i bolscevichi aderivano, assieme alla frazione socialdemocratica radicale tedesca di Karl Liebknecht e Rosa Luxemburg, alla 2° Internazionale opportunista. Per, da una parte continuare a portarvi all’interno le posizioni rivoluzionarie e conquistare nuovi adepti, dall’altra costituire momentanei raggruppamenti politici dove su alcuni punti comuni dar battaglia all’opportunismo stesso.   

Esempi famosi di questa efficiente tattica di intervento di “disfattismo rivoluzionario” politico di Lenin possiamo citarne i più famosi. Celebre è l’intervento di Lenin al Congresso della 2° Internazionale di Stoccarda del 1907, dove assieme alla Luxemburg e Martov (menscevico) fecero approvare una risoluzione dove si affermava che “in caso di guerra i comunisti si impegnavano a far cadere il sistema capitalistico”.    

Altro evento famoso di “disfattismo” è la nota partecipazione di Lenin e Trotskij alla riunione di Zimmerwald in Svizzera contro la guerra. La riunione non era stata organizzata dai rivoluzionari o dai comunisti come si potrebbe aspettarsi, bensì da opportunisti svizzeri capeggiati da R. Grimm aderenti alla 2° Internazionale interventista, ma essi contrari alla guerra. Lenin e Trotskij ne hanno visto la possibilità di intervenirvi e sfruttarla per la causa rivoluzionaria facendo approvare il noto documento contro la guerra.  

I dirigenti di Lotta Comunista, rigidi come sono nel rifiutare contatti politici a tutti i livelli con tutti e tutto, avrebbero partecipato alla corrotta e nazionalista 2° Internazionale o alla riunione di Zimmerwald organizzata dagli opportunisti svizzeri per portarvi le posizioni rivoluzionarie disfattiste? Da come adesso si pongono in tutte le situazioni politiche in giro per l’Europa noi siamo sicuri di no. Ma lasciamo ai compagni dei circoli giudicare.

 

Ma non solo.

IL FLOP DI BERLINO    

Forse non tutti sanno che recentemente Lotta Comunista è intervenuta con due iniziative a Berlino. Ovviamente usando sempre i propri metodi di lavoro soliti.     

Sono apparsi nelle università 2 serie di volantini (da noi visti per caso) firmati il primo “Bulletin des Internationalismus” (nome con cui LC si firma anche sul suo sito internet tedesco) e il secondo“Junge Internationalisten” (con le tipiche tematiche di L.C. e come punto di riferimento sempre la stessa persona) dove si invitava (foto a lato) a partecipare a due riunioni distinte: la prima nell’ottobre 2018, l’altra nel gennaio 2019. Nessuno ha visto (e nessuno ci ha  riportato di aver visto) come lavoro di invito alcuna diffusione del giornale. Non sappiamo l’esito di partecipazione perché noi, come detto, siamo venuti a saperlo dopo.

Dei due fatti importante da comunicare ai compagni dei circoli e che ci ha enormemente sorpresi e stupiti è che durante questa attività L.C. non ha preso nessun contatto con noi leninisti berlinesi, pur sapendo benissimo che siamo attivi nelle università. Noi gli attivisti di Lotta Comunista non li abbiamo mai ne visti ne sentiti, pur essendo noi sempre in diffusione e ben visibili fuori dalle università. Non si sono ne presentati (ciao, siamo di Lotta Comunista) ne ci hanno mai contattati.

Allora la domanda politica: perché questo comportamento? Perché evitarci? Qual è il significato politico di questo voler ignorarci? Abbiamo lo stesso obbiettivo rivoluzionario e le stesse posizioni leniniste (e si suppone che tra leninisti si voglia collaborare) perché allora non incontrarci? Almeno per parlare e confrontarsi, e magari fare anche qualcosa di utile assieme. Invece niente, assolutamente niente.  

Fatto sta, che dopo queste due iniziative la presenza di Lotta Comunista a Berlino è svanita, sparita, non si è più visto nulla e nessuno. Evidentemente il lavoro fatto non ha dato nessun risultato. In pratica, il classico metodo di lavoro di L.C. a Berlino (come noi sottolineiamo) non ha prodotto nulla e gli attivisti se ne sono andati a … mani vuote.

Gli attivisti sono spariti:  delusi? Scoraggiati? O … giovani mandati allo sbaraglio?  Sicuramente un flop! Certo un flop. Perché il lavoro d’approccio è senz’altro sbagliato. Quindi tempo perso.

Ma forse no. Perchè per noi un effetto positivo l’iniziativa di L.C. a Berlino l’ha certamente avuta: gli attivisti che l’hanno condotta hanno potuto constatare di persona e potranno riportare che, fuori penisola, i metodi di lavoro tradizionali di L.C. non funzionano e devono essere modificati. 

La domanda politica su cui riflettere quindi è: ignorare tutto e tutti, è questo il sistema che le dirigenze di Lotta Comunista intendono quando affermano di voler recuperare il famoso“ritardo europeo del partito leninista?    

Se è questo, allora Berlino si conferma come l’ennesimo insuccesso. Complimenti!  

Per caso i vertici di LC si sono rassegnati e non volendo modificare i loro metodi organizzativi hanno forse deciso di aspettare il momento rivoluzionario per estendere il partito fuori Italia? Allora bisogna ricordare con forza alle dirigenze e ai militanti che tale comportamento d’attesa non è mai stato nella logica rivoluzionaria, ne del grande Marx, ne dell’altrettanto immenso Lenin, e pare di capire neanche del tenace fondatore e grande Cervetto. I quali si sono sempre spesi e prodigati nei lunghi momenti controrivoluzionari per tessere costantemente contatti e creare reti rivoluzionarie. 

Il flop di Berlino, l’insediamento solo italiano, rafforzano purtroppo in noi sempre più la convinzione che, visto il partito fermo a Parigi da 20anni e ad Atene da 30, le dirigenze di L.C. non hanno la minima idea di come operare e sviluppare il partito leninista fuori Italia.

 

ALTRA SITUAZIONE DA CHIARIRE.

Visto da qui da Berlino, è così incomprensibile, disarmante vedere come le dirigenze spendano soldi e tempo nell’organizzare riunioni europee sindacali di azienda o di categoria a Genova, cercandone con insistenza i contatti, promuoverne le iniziative. Cose che, se dal punto di vista di incentivo alla costituzione del sindacato europeo sono certamente positive, dal punto di vista pratico di colmare il “ritardo del partito leninista in Europa” (cosa decisamente primaria e super fondamentale per noi rivoluzionari) non servono assolutamente a nulla. Perché è noto che le varie dirigenze sindacali straniere che partecipano a queste iniziative a Genova sono burocrati sindacali super opportunisti, appartenenti a più svariati partiti più che mai corrotti (come l’SPD tedesca per es.) ai quali della rivoluzione e del leninismo non gliene importa assolutamente niente. Anzi se possono lo contrastano aspramente e attivamente (e come il passato dimostra, dove hanno ucciso i rivoluzionari). E le dirigenze di L.C. san perfettamente che è così.  

Incomprensibile, perché appunto dall’ALTRO LATO, come l’illuminante fatto di Berlino dimostra (Berlino dove prima del nostro arrivo, nessuno - ma proprio nessuno - conosceva Lotta Comunista) i vertici di L.C. si ostinano a rifiutare tutti i contatti politici-rivoluzionari sovranazionali, compresi noi leninisti.

Potrebbero invece per es. (seguendo i metodi di Marx e Lenin) promuovere aggregazioni antistaliniste e antinazionaliste a livello europeo (e oltre), organizzando manifestazioni internazionaliste contro, per es, il nazionalismo di Maduro e Guaidò, o contro il nazionalismo catalano e spagnolo, oppure contro il nazionalismo curdo e turco, ecc. Oppure, visto la stazza di L.C, il partito potrebbe promuovere una giornata di lotta europea in tutte le università europee contro il lavoro precario giovanile, ecc. Poi inserirsi nelle varie contestazioni europee, e così via (come idee, spunti).  

Non far questo, rifiutare ogni lotta e ogni contatto politico-rivoluzionario, ostinarsi all’isolazionismo italiano-genovese, tutto questo appare ai nostri occhi politici così assurdo, così incomprensibile. E grave è la responsabilità delle dirigenze di L.C. per il ritardo europeo del partito. Ma lasciamo anche qui i compagni dei circoli riflettere e dare il giudizio su queste ottusità che non servono a niente, ma che spiegano amaramente perché Lotta Comunista rimane strettamente rinchiusa nei confini italiani, assolutamente isolata e perché da molto tempo, troppo tempo, non riesce ad uscirne.

Lo SVILUPPO -  anche di un partito - presuppone, com’è di logica, massima elasticità, ricerca, osservazione attenta, e sperimentazione. Così funzionano sviluppo e scienza! Se i vertici di Lotta Comunista non si incamminano al più presto su questa strada il loro destino sarà segnato. Non esisterà nessuna  possibilità di partito europeo (se non qualche circolo qua e la) com’è ormai oggi più che mai dolorosamente chiaro. E fra 20 o 30 anni ci ritroveremo noiosamente a ridiscutere sempre di queste stesse cose, proprio come 20anni fa.

   

IL VENTENNIO PERDUTO DI LOTTA COMUNISTA, appunto. E adesso possiamo aggiungere anche i  FLOP ESTERI  (forse anche quelli che non conosciamo) di Lotta Comunista.  

Criticare i sovranisti italiani è facile. Forse le dirigenze di LC dovrebbero meglio guardare all’interno di se stessi e vedere se tutto in casa propria va bene.

Perché il problema grave e serio è che, con insistenza e ottusità  SI CONTINUA A PERDERE TEMPO PREZIOSO PER LA COSTITUZIONE DEL PARTITO EUROPEO.

 

 

                     Claudio Piccoli

                                                                         attivista di Lotta Comunista per 40 anni

                                                                  ed ora in attività a Berlino con "Der kommunistische Kampf"

 

 

P.s. Naturalmente si ribadisce ai compagni che l’articolo è un contributo alla riflessione e al dibattito sullo sviluppo del partito rivoluzionario, dibattito che non deve mai mancare. 


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