Colpo di stato militare in Myanmar: ESEMPIO DI COME I CAPITALISTI QUANDO RITENGONO CHE LA DEMOCRAZIA LI DANNEGGI, PORTANO AL POTERE I MILITARI

 

“ Forme di stato con dittature e fascismo vengono usate dai ricchi anche ai giorni nostri in situazioni dove, governi democratici che perseguono politiche troppo populiste, danneggiano gli interessi dei grandi industriali e banchieri. Per cui le forme democratiche vengono sostituite dalla grande borghesia con dittature militari ”             

                                                             

                                              Der Kommunistische Kampf” 2016                                         

 

Nel nostro sitoweb Der Kommunistische Kampf” postato in internet nel 2016, cliccando sulla voce LE NOSTRE POSIZIONI” - così si può leggere nel capitolo titolato LE SOVRASTRUTTURE STATALI DEL CAPITALISMO: FASCISMO, DEMOCRAZIA, FALSO SOCIALISMO”:  Le borghesie e i padronati per il controllo sul proletariato e per trovare il massimo accordo tra di loro nel perseguire  i propri interessi, usano diverse forme di sovrastrutture, cioè di forme di stato, che intercambiano a seconda delle circostanze. Queste diverse forme statali sono etichettate come DITTATURE o FASCISMI, DEMOCRAZIE, CAPITALISMI DI STATO (cioè i falsi ‘SOCIALISMI’)”. Nel capitolo, dopo aver precisato che nel passato i capitalisti hanno usato abbondantemente per i loro interessi le dittature, portando al potere per esempio Hitler in Germania, Mussolini in Italia, o il “militarismo giapponese” in Giappone, si prosegue: Forme di stato con dittature e fascismo vengono usate dai ricchi anche ai giorni nostri in situazioni dove, governi democratici che perseguono politiche troppo populiste, danneggiano gli interessi dei grandi industriali e banchieri. Per cui le forme democratiche vengono sostituite dalla grande borghesia con dittature militari”. E viene portato l’esempio della “Dittatura dei colonnelli” in Grecia del 1967 che rovesciò il governo democratico di Papandreus, poi la dittatura di Pinochet in Cile nel 1972, che abbatté il governo democratico riformista Allende uccidendolo, e poi il colpo di stato militare in Tailandia del 2014 (non molto pubblicizzato dai media) che ha fatto cadere il governo democratico Shinawatra.

Ora è con il colpo di stato militare in Myanmar che si sta ripetendo a fotocopia la stessa situazione borghese. Cioè anche in Myanmar il governo democratico ritenuto “eletto illegalmente” e che danneggia “gli interessi nazionali” viene dismesso.

Non è che noi marxisti prevediamo i colpi di stato. Ma pensiamo di avere un metodo interpretativo realistico di come funziona il sistema capitalistico.

E pensiamo che il capitalismo funzioni esattamente come studiato e affermato da Marx: e cioè che le democrazie, le dittature (e adesso anche i “falsi socialismi stalinisti”) non siano altro che FACCIATE,  RIVESTIMENTI usati dai ricchi capitalisti per nascondere la sostanza sfruttatrice, corrotta, detestabile, dell’INSANABILE SISTEMA CAPITALISTA. Rivestimenti politici ( o “involucri” come li definisce Lenin) che i capitalisti usano e interscambiano a secondo dei loro interessi.

 

Quindi, Siamo del parere che questa sia la giusta interpretazione dell’ apparente inspiegabile presa del potere militare in Myanmar.

Come sempre succede in queste situazioni di colpi di stato, i militari che violentemente prendono la direzione politica nazionale non danno mai una spiegazione plausibile del loro intervento. Si barricano sempre dietro alla banale e solita motivazione che lo fanno “per il bene del paese” perchè il governo democratico sta “danneggiando gli interessi nazionali”. Ma cosa intendono loro per “ bene del paese” e quali sarebbero questi “interessi danneggiati”?  

I fatti che si succedono poi si incaricano sempre di spiegarci chiaramente cosa intendono i militari con queste operazioni golpiste: vengono abolite le libertà sociali: libertà di espressione, libertà di riunirsi, libertà di protestare, di scrivere contro i militari, di scioperare, i partiti vengono soppressi così come i sindacati, e così via.  

E chi può trarne vantaggio se i lavoratori non possono più riunirsi, protestare, scioperare e i sindacati vengono soppressi?  La risposta è logica:  ma ai  CAPITALISTI, OVVIAMENTE !!!  Non certo ai lavoratori.

Nelle dittature militari non viene mai tolta ai padroni la libertà di sfruttare, soggiogare, danneggiare le masse lavoratrici. O di super guadagnare montagne di soldi. No, questo assolutamente no. Tutto il cruento procedimento militare è sempre diretto contro i lavoratori e a VANTAGGIO DEI BORGHESI !

Quindi anche se pubblicamente vengono sempre taciuti le vere ragioni della presa del potere dei golpe militari, è più che evidente che dietro le quinte essi sono organizzati e diretti dai viscidi ricchi capitalisti. E quando i militari parlano di “interessi danneggiati” è ovvio intendano gli interessi di banche e imprenditori, e che per “bene nazionale” intendono il “bene” dei ricchi e superricchi “del paese”.   

E’ quindi chiaro che padroni e banche vanno a nozze nei colpi di stato con le loro dittature, ed è ciò che accade anche adesso in Myanmar.        

Però oggigiorno le sterminate masse proletarie sfruttate di cui ogni paese è composto, per i capitalisti sono molto difficili da controllare con una ferrea dittatura militare. C’è il rischio che un super sfruttamento come quello solitamente adottato dai militari al potere, inneschi l’insurrezione delle masse sfruttate stesse. Quindi per i capitalisti è utile cercare un governo, cioè un RIVESTIMENTO statale (o SOVRASTRUTTURA come definita da Marx) da presentare alle masse proletarie che sia meno “dura” e che dia l’impressione alle masse stesse, con il voto e la democrazia, di essere “loro” a dirigere lo stato, l’economia, ma che lasci intatta la sostanza capitalista con lo sfruttamento, gli affari, ecc. Quindi anche in Myanmar verosimilmente il futuro sarà di riportare la “democrazia” al governo, per meglio controllare le masse.

Ai proletari birmani in lotta per la difesa dei propri interessi - sia sotto la dittatura, che in democrazia - va tutta la nostra solidarietà.


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