NON ABBIAMO BISOGNO DI GUERRE, MA DI GODERE LA PROSPERITA’ SOCIALE PRODOTTA! Contro la guerra c’è un’unica soluzione: RIVOLUZIONE!

 

Che nel mondo esista sufficiente benessere per tutti gli esseri umani, anche per quelli dei paesi arretrati in via di sviluppo, è senza dubbio evidente.    

Addirittura oggi nei paesi ricchi assistiamo a situazioni anche paradossali dove una parte di prodotti viene perfino gettata. Come per es. la frutta o la verdura, che nei momenti di troppa produzione nelle campagne, la vendita non produce profitto, i vari governi preferiscono comprarne una parte per poi buttarla in modo che la restante possa produrre un profitto per gli affaristi agricoltori. O quando nei supermercati le merci scadute, anche se ancora commestibili, vengono scartate. E’ quello che succede anche nelle famiglie, che per sbadataggine non consumando tutto ciò che cucinano, il resto viene buttato nella spazzatura. Questo accade anche per i vestiti non più di moda, le tv, e così via.   

A questo livello di industrializzazione mondiale perciò uno standard di benessere esiste per tutti, tutte le persone sul pianeta potrebbero vivere un’esistenza eccellente, in pace e senza problemi.   

Ma non è così.

La causa chiaramente risiede nel sistema sociale in cui viviamo.

La produzione mondiale non viene organizzata secondo un piano in modo che tutti ne possano usufruire i benefici, come dovrebbe essere. E non viene distribuita in modo equilibrato, sensato, tra le persone che la producono così da evitare sperequazioni. No, tutto è lasciato al caso, che in determinati momenti si trasforma anche in caos. 

Tutto questo perchè i proprietari dei mezzi di produzione, cioè i capitalisti, in concorrenza serrata tra di loro, devono cercare in tutti i modi e con tutti i mezzi di vendere le proprie merci, per trarne un profitto, e il più alto possibile. E a qualsiasi costo. Ciò comporta che la vendita delle merci non avviene solo attraverso il prezzo e la qualità del prodotto, ma anche usando la corruzione e i sotterfugi, e se necessario, per i capitalisti, anche la guerra può essere un mezzo utile per abbattere definitivamente i concorrenti.

In un sistema così la lotta tra affaristi è quindi componente costante che può a momenti, come i fatti dimostrano, trasformarsi in mostruosità.

E’ chiaro che in un sistema economico così caotico, senza possibilità di programmazione e di organizzazione, la pace non può mai esistere, la fame non potrà mai essere definitivamente debellata, l’inquinamento non potrà mai essere seriamente combattuto, la corruzione sarà sempre la normalità, la vera democrazia non potrà mai esistere, le ingiustizie sociali saranno sempre presenti e le crisi e i disastri si perpetueranno all’infinito  (come l’attuale guerra in Ucraina e, si può aggiungere, le altre in Etiopia, Jemen, Libia, Siria, ecc.).

Che fare?

E’ possibile arrivare ad una società organizzata senza guerre e ingiustizie dove tutti possano usufruire in pace il benessere prodotto?   

Si, certo che si. Non è facile, ma sicuramente si.

Anche la società medievale a suo tempo sembrava, tra le mille sofferenze, indistruttibile, insuperabile, non abbattibile. Eppure è stata abbattuta, superata e oggi non esiste più.

Anche nell’attuale capitalismo, come ieri nel Medio Evo, esistono momenti particolari in cui le rivoluzioni sono possibili. E’ stato appunto sfruttando uno di questi

momenti che i rivoluzionari della borghesia nel Medio Evo hanno potuto fare le rivoluzioni e sono giunti al potere modificando così il vecchio sistema sociale feudale arretrato che fermava, frenava il progresso, edificando la nuova società più avanzata, progredita. 

Ma adesso questa nuova società, cioè il capitalismo, dopo il suo primo momento di sviluppo, non è più adatta a garantire all’umanità il benessere e il progresso che le spetta. Le sue contraddizioni sono troppe e troppo profonde, insopportabili. Deve essere sostituita da una nuova società che sia organizzata e pianificata. Cosicchè le enormi contraddizioni legate al caos della concorrenza e profitto spariscano e l’umanità possa finalmente beneficiare in armonia la prosperità.     

Abbiamo bisogno quindi di una nuova società. E’ chiaro.

Ed è proprio puntando su questi particolari momenti rivoluzionari - inevitabilmente prodotti dal disordine e dal caos capitalistico - che la possiamo raggiungere.

E’ sempre stato in questi “salti” sociali che l’umanità è potuta storicamente progredire. E certo il processo non si fermerà adesso. A noi l’impegno ora di spingere per la nuova forma sociale.    


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