
“Brothers in Arms” (fratelli in armi) una canzone di Mark Knopfler che mentre la si ascolta fa venire i brividi. Parla della guerra, delle distruzioni e della sofferenza. Il mondo che è uno solo ma che siamo diversi. E’ schiocco fare la guerra e ucciderci.
MA I SOLDATI IN GUERRA COMBATTONO E SI UCCIDONO NON PER UN MONDO MIGLIORE, MA PER I CAPITALISTI.
Si, il problema di questo mondo è che è un mondo capitalistico. E se è vero che siamo tutti fratelli, i capitalisti che imperano e dirigono le nazioni ci inducono con la propaganda e i pretesti a odiarci e farci la guerra l’un l’altro affinchè difendiamo i loro interessi, le loro ricchezze.

In realtà istintivamente i popoli tenderebbero a fraternizzare l’un l’altro, se nella società non venissero lanciati messaggi che portano a disprezzare le altre popolazioni, popolazioni che se si va a indagare appartengono a paesi concorrenti alle borghesie del paese dove viviamo.
E alla fine poi succede esattamente quello che si sta oggi ripetendo in Ucraina: fratelli proletari in armi che si uccidono contro altri fratelli proletari in armi.
Perché alcuni fratelli proletari sono stati fatti convinti di sparare e uccidere assurdamente altri fratelli perché definiti “nazisti”. I fratelli attaccati, per niente “nazisti”, a loro volta sono stati fatti convinti di imbracciare le armi per difendere la patria e uccidere i cattivi fratelli invasori.
Ma i fratelli proletari attaccanti non si sono resi conto che andando ad invadere un paese esterno, ad uccidere e farsi uccidere, è solo per i ricchi capitalisti del proprio paese. E i fratelli difensori a loro volta non si rendono conto che uccidono e si fanno

uccidere non per difendere una società superiore, ma per difendere gli interessi degli sfruttatori ricchi capitalisti del proprio paese, che poi, insaziabili, continueranno a sfruttarli come prima.
E’ l’ennesima e inutile tragedia che si ripete. Fratelli proletari che si uccidono a vicenda, mentre sui due fronti i ricchi capitalisti seduti su comode poltrone festeggiano il successo dei loro affari, pronti a riabbracciarsi a guerra finita.
Serve portare la coscienza e la coesione all’interno dei fratelli proletari. Affinchè i “Fratelli in Armi” anziché massacrarsi inutilmente fra di loro rivolgano tutti assieme le armi contro i propri crudeli aguzzini sfruttatori e edifichino una nuova società. Una nuova società dove il brano “Brothers in Arms” possa diventare la canzone di un lontano triste passato.
