LE MASSE SFRUTTATE PERCEPISCONO SEMPRE PIU’ COME LE ELEZIONI NON RAPPRESENTINO I LORO INTERESSI
L’ASTENSIONISMO ALLE ELEZIONI E’ UNA TENDENZA CHE RIGUARDA TUTTI I PAESI EUROPEI.
Il mondo politico tedesco è spaventato: anche in Germania la partecipazione al voto tende drasticamente a diminuire.
Gli esperti allarmati cercano di darne una spiegazione: «Non ci si può .....
..... sorprendere visto la totale assenza di temi riguardanti i cittadini» è l’analisi die “WELT” del 16 maggio nell’articolo “Record di non votanti nelle elezioni in NRW: giusta punizione per l’ignoranza politica”. Segue il commento del “FrankfurterRundschau” sempre lo stesso giorno nell’articolo ““Record di non votanti nelle elezioni in NRW: le ragioni dell’astensionismo”: «Ci sono diverse ragioni per cui le persone autorizzate a votare non votano. Da un lato, ci sono ragioni tecniche, afferma la politologa Julia Schwanholz dell'Università di Duisburg-Essen. Ad esempio, se le schede per le assenze arrivano al vecchio luogo di residenza poco dopo un trasferimento. Poi c'è chi non gradisce l'attuale offerta dei partiti. "Infine, ci sono coloro che rifiutano il sistema politico dominante", dice».
Ma il FrankfurterRundschau nell’articolo riporta anche il commento, fuori dal coro dei “tecnici”, di una giovane intervistata di nome Maria, che da invece un’altra versione del fatto: “Tutti i partiti sono uguali” è la sua affermazione, e riguardante le loro proposte politiche specifica: “Il contenuto era simile, solo la formulazione era diversa”.
Certo, proprio così. E la versione che da Maria, in fondo non è molto dissimile dalla nostra interpretazione della funzione delle elezioni: i partiti parlamentari, che sono partiti della borghesia, non svolgono il ruolo di risolvere i problemi profondi delle masse lavoratrici – lavoro, lavoro precario, stipendi, tasse, pensioni, supersfruttamento degli immigrati,
condizioni di lavoro stressanti, controversie sociali, ecc. – ma si presentano su problemi estremamente secondari cercando con giri di parole di attirare l’attenzione delle persone per carpirne il voto.
E questo è il vero motivo, e non problemi tecnici o per l’ignoranza dei politici nel sapersi presentare, per cui in tutte le nazioni dei paesi avanzati la partecipazione al voto è in crisi, diminuisce costantemente.
Infatti l’allontanamento delle masse lavorative a quella che i marxisti definiscono “la farsa del voto” è un fatto che riguarda anche la Francia (come la tabella accanto riporta), l’Italia, e tutti i paesi europei, senza eccezione.
Nel nostro Sitoweb in internet “Der kommunistische Kampf” postato nel 2016, nelle “Nostre Posizioni Politiche” scriviamo: “Il parlamento serve al padronato per dare l’impressione al proletariato attraverso il voto, di poter decidere sulla conduzione della vita politica ed economica del paese, di aver un ruolo. Il trucco, il gioco di prestigio dei ricchi nell’uso di questo strumento, consiste nel fatto di far votare [il cittadino e ] il lavoratore facendolo scegliere su una vasta gamma di partiti dei quali il lavoratore conosce poco o crede di conoscere. Partiti che invece, chi direttamente chi indirettamente, nascostamente, lavorano per il padronato e fan finta di polemizzare tra di loro. Dopo il voto, per il fatto che i parlamentari rimangono in carica 4 o 5 anni e in questo periodo non possono più essere ritrattati, il lavoratore che li ha votati non è più in grado di controllarli e quindi i partiti, slegati da chi li ha votati, possono prendere qualsiasi decisione, seguendo le indicazioni e gli interessi dei ricchi imprenditori da cui direttamente o indirettamente dipendono. Il lavoratore che con il voto è convinto di essere stato determinante, in realtà non svolge nessun ruolo. Gli è stato buttato solo fumo sugli occhi per attirarlo in una scelta che con i suoi interessi nulla ha a che fare. Si sta notando però che sempre più lavoratori istintivamente percepiscono questa discrepanza, questa inganno e come nei decenni il numero dei votanti stia sempre più calando”.
Ecco spiegato da dove arriva l’intuizione della giovane Maria e le ragioni profonde dell’astensionismo di massa.