Analisi sulla guerra in Ucraina: una guerra tra imperialismi. PUTIN, NELLA TRAPPOLA DI BIDEN MINACCIA L’USO DELL’ATOMICA

 

LO SCOPO E’ COSTRINGERE WASHINGTON AL COMPROMESSO

 

Come già sottolineavamo subito dopo l’inizio del conflitto nell’interessante articolo “La guerra in Ucraina sta rafforzando notevolmente l’imperialismo americano sulla scena internazionale” (Der kommunistische Kampf” - 3 maggio 2022), l’establishment Putin che dirige l’imperialismo Russia non ha chance in questa guerra, è nella trappola dell’ultrapotente imperialismo USA, che sfruttando il conflitto Ucraina ne approfitta nello scontro tra capitalismi, armando massicciamente gli ucraini, per portare il concorrente russo ancora una volta alla disfatta.  

In questo conflitto, che da subito si è delineato come un conflitto tra Russia e Stati Uniti (che armano e finanziano gli ucraini) agli americani è chiaro che se continueranno a sostenere l’esercito ucraino, alimentando così la continuazione della guerra, l’esercito russo non potrà reggere a molto, sarà inevitabilmente sconfitto, fino al ritiro completo dalle zone occupate nel paese. Per l’establishment di Mosca questo significherà la disfatta militare totale.  

Se poi a questo si aggiungono le durissime sanzioni economiche-finanziarie imposte da americani e europei, che lentamente stanno portando l’economia russa in una recessione economica profonda, si ha il quadro completo, in questa contesa armata  tra capitalisti per rubarsi il mercato Ucraina, del disastro in cui anche la popolazione russa è stata portata, e delle enormi difficoltà in cui si è infilato il governo imperialista Putin.  

Naturalmente con la sconfitta militare e il tracollo economico il vero obbiettivo dei capitalisti di Washington è quello di spazza via anche l’attuale dirigenza Putin-Medvedev-Lavrov. Così che venga sostituita da un governo russo meno aggressivo sulla scena internazionale (forse con il noto oppositore Navalny).    

Ed è precisamente per raggiungere il crollo e dimissioni della leadership Putin, a nostro avviso, (ma anche secondo altri commentatori) che gli USA assieme agli europei ignorano e rifiutano (e lo fanno dire pubblicamente al presidente ucraino Selensky) tutte le proposte e i gridi di mediazione provenienti da tutto il mondo e soprattutto dallo stesso governo russo. Non interrompendo il flusso continuo di armi all’esercito ucraino e proseguendo nelle dure sanzioni economiche contro Mosca.   

E questo spiega come mai Putin, avendo chiaro l’intenzione americano di abbatterlo, stia disperatamente cercando aiuto dal presidente turco Erdogan e di quello cinese Xi Jinping per una mediazione di fine guerra. Una mediazione che però non sia il ritiro totale dall’Ucraina, ma di mantenere sotto controllo russo una parte dei territori già occupati, presumibilmente Crimea e Donbass, da presentare poi all’interno della Russia come una vittoria e non essere costretto alla dimissione, al tracollo.

Poiché Washington rifiuta categoricamente questa proposta di Mosca e verosimilmente al contrario pretende il completo ritiro russo, Crimea compresa (come sempre Selensky ufficialmente dichiara) il che significherebbe la totale 

disfatta militare-politica russa con seguenti dimissioni del suo governo, Putin, secondo molti osservatori, per evitare la  catastrofe gioca disperatamente l’ultima carta a sua disposizione: minaccia l’uso dell’atomica e ha indetto il referendum farsa nel Donbass per l’annessione dei territori ucraini conquistati militarmente, così da crearsi, com’è noto, il pretesto in Russia per imporre ai giovani riservisti di andare in guerra.  

Ma al governo imperialista di Washington e quelli europei è chiaro che la minaccia  dell’atomica è un bluff e la costrizione dell’entrata in guerra di 300.000 riservisti russi è l’ultima chance senza speranza del governo Putin. Poiché diversi esperti militari sottolineano che in questa atroce e sanguinosa guerra in Ucraina ciò che fa la differenza non è il numero di soldati, ma l’alta tecnologia delle armi impiegate. E le armi a disposizione dell’esercito ucraino fornite soprattutto dagli americani, ma anche dagli europei, sono di sicuro di altissima tecnologia, in netto contrasto con quelle russe molte delle quali obsolete. La sconfitta militare russa appare quindi inevitabile e solo una questione di tempo. Così come il tracollo economico russo, dato anch’esso come questione di tempo.        

Perciò in questo scontro banditesco interimperialista, USA e europei, guardando il futuro in questa prospettiva, sicuri della vittoria, proseguono decisi nel finanziare e nell’armare gli ucraini perchè la guerra prosegui. L’imperialista Putin l’ha iniziata, gli altrettanto imperialisti americani e europei la continuano. E’ così che il perverso sistema capitalistico funziona.  Tutta normalità nel repellente sistema. 

Una guerra dove giovani proletari russi e ucraini (che prima erano amici) dopo essere stati sfruttati nelle fabbriche, ora come soldati vengono utilizzati come carne da cannone, gli uni contro gli altri, per gli sporchi interessi dei capitalisti. E’ la stessa tragica storia che si ripete, ogni volta, come in tutte le altre guerre.  

Nei conflitti il marxismo non si schiera mai dalla parte di uno dei belligeranti capitalisti, siano essi, come in questo caso, Ucraina o Russia o americani, ma sempre e solo dalla parte dei proletari sfruttati, trascinati nella guerra. Ossia con i lavoratori russi e ucraini indistintamente, contro i propri capitalisti russi e ucraini. Veri responsabili del disastro guerra.

Per il marxismo esiste una sola via d’uscita alle orribili guerre capitalistiche:

  CONTRO LA GUERRA RIVOLUZIONE !   


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