IL COMPITO BORGHESE DEI POLITICI

MARIONETTE DI TURNO IN MANO AI RICCHI,  DEVONO  FAR ACCETTARE ALLE MASSE  SFRUTTATE  CON  MILLE  PRETESTI  E  GIRAVOLTE  GLI  INTERESSI DEI CAPITALISTI.

 

Chi governa il mondo? La domanda è lecita: i politici, il popolo che vota i politici, o i ricchi? Se lo si chiede alle persone comuni, la maggioranza ci dice “siamo noi che decidiamo il potere, con il voto”. Un’altra parte dice “i politici”. Pochissimi dicono “i ricchi”.  ....

 

... Ma approfondendo poi con coloro che dicono “noi con il voto determiniamo la politica” a malincuore ci viene poi aggiunto che in realtà “il voto serve a poco”. E chi sostiene che sono “i politici” ad avere il potere, afferma: “questi promettono ma poi non mantengono”.

E noto invece che i marxisti sono del parere che sono “i capitalisti ad avere il vero potere decisionale” e che i politici, che si alternano ai governi, sono solo portavoce a turno degli interessi delle varie componenti industriali, bancarie, finanziarie, ed è appunto per questo, il fatto di essere manovrati dai capitalisti, il motivo per cui molti hanno la sensazione che “il voto serve a poco” e altri affermano che “i politici promettono, ma non mantengono”.

Noi marxisti, non siamo però i soli ad dichiarare che il vero potere è in mano ai ricchi. Anche intellettuali e riviste borghesi riportano, affermano questa realtà.

Alcuni esempi. Giorgio Galli, in un intervista per presentare il suo libro “Il golpe invisibile” afferma che “Il mondo attuale è caratterizzato da una forte egemonia, non soltanto economica, ma anche politico culturale delle multinazionali. 500 multinazionali e i loro consigli di amministrazione prendono le decisioni importanti per oggi e per domani per l’intero pianeta” (Giorgio Galli spiega come 500 multinazionali decidano per tutti – 9 giugno 2015).

Altro esempio: l’organizzazione “WeMove.EU” è invece impegnata nel raccogliere firme in tutta Europa nell’intento di contrastare l’enorme evasione fiscale mondiale emersa dal caso “Panama Papers” perpetrata da grandi imprese e politici (di cui 28 anche banche tedesche) e nel suo portale dichiara: “Lo sapevamo tutti  [dell’evasione – ndr].  È la portata dello scandalo invece ad essere pazzesca. I Panama Papers rivelano come i ricchi e i potenti si comportino come se fossero al di sopra della legge (…) I politici corrotti, la mafia, e gli evasori delle tasse vanno fermati. La legge deve essere applicata a tutti, e non è accettabile che i ricchi, gli affluenti e l'élite siano esenti dagli obblighi verso la società o dal essere puniti per i loro crimini”.

Anche “OXFAM” è coinvolta nel contrastare lo strapotere dei ricchi e nell’articolo “Politik muss die Macht von übermächtigen Konzernen beschneiden” (I politici devono ridurre il potere delle prepotenti multinazionali) del 8 giugno 2021 riporta: «”Il grande potere di mercato nelle mani di poche aziende è una minaccia per la democrazia" - spiega Ulrich Müller di LobbyControl. "Possono convertire il loro potere di mercato in influenza politica

e contrastare misure politiche che sarebbero importanti per il bene comune." Allo stesso tempo, potenti multinazionali influenzano la società nelle loro aree importanti. “Le grandi aziende tecnologiche dominano gran parte dell'economia digitale. Sono i più grandi lobbisti in Europa e influenzano aree fondamentali della democrazia come i dibattiti pubblici", afferma Müller. "Questa ricchezza di potere deve essere ridotta"».

Inequivocabili esempi che dimostrano come non solo noi marxisti, ma per chiunque è possibile attraverso l’attenta ricerca e osservazione dei fatti arrivare alla realtà: il determinante e incontrastato peso delle grandi imprese nella società nell’imporre i propri interessi con politici subalterni che eseguono senza obbiettare.     

Il ruolo subalterno dei politici. Essendo che la società borghese in cui viviamo è un crogiolo caotico di problemi che si ripropongono senza sosta, è nella natura del capitale (così ben analizzato e descritto da Marx) che tra contraddizioni, lotte di classe e scontri, ogni componente della società lotti a difesa del proprio interesse.

Ed è appunto in questo interminabile scontri e lotte tra proletariato e capitalisti che i fatti concreti evidenziano come i governi e i parlamenti, durante questi scontri  si pongono sempre, ma sempre, a difesa dell’imprenditoria e del capitale, anziché difendere i lavoratori in lotta (nonostante siano quelli che li votano). E questa è l’evidente prova del ruolo servile dei politici ai capitalisti. Con poi la susseguente conferma, di come nelle varie crisi che regolarmente investono la società scosse dalla concorrenza, siano solo i ricchi a non pagarne mai le conseguenze, rimanendo sempre estranei alle misure penalizzatrici che i vari governi emanano per risolvere le crisi, come i sacrifici riguardino sempre e solo le masse salariate. Con l’effetto che dall’altro lato i ricchi diventano sempre più ricchi, come riportato costantemente dai dati. Prove evidenti, chiare, toccabili: il ruolo subalterno dei politici.

Nessun politico osa toccare i ricchi. E quando poi un politico si azzarda a dire che anche i patrimoni dei ricchi devono essere tassati, devono pagare, e non siano solo i  lavoratori, come ogni tanto accade, come l’ultimo l’eclatante esempio dell’ex premier inglese Liz Truss (2022), qui succede il finimondo: l’ex premier ha dovuto, immediatamente, ritrattare la sua dichiarazione e subito dimettersi. E di questo poi non se n’è più sentito parlare. E’ l’ennesima conferma che i politici, i governi, non valgono nulla: se i politici, i governi, non possono “toccare” i ricchi, significa che ne sono al servizio.

La tattica: i ricchi non appaiono mai, come se non esistessero. Bisogna aver chiaro questo ganglio fondamentale: come i capitalisti in segreto operano. 

Correttamente i citati critici borghesi “WeMove.EU”, “OXFAM”, “Giorgio Galli”, riportano come il frutto delle loro ricerche evidenzino una  situazione internazionale dove le multinazionali spadroneggiano e operano senza che nessun governo provi a contrastarle ne penalizzarle.  Di questa controversia però sui grandi media non ne esiste traccia ed i politici si guardano bene dall’evidenziarlo.  Lo scopo di questo silenzio, l’imperversare delle grandi imprese sulla scena, è ben preciso: far apparire i problemi e le crisi provocati non dal sistema affaristico-controverso borghese, con speculazioni, crisi, corruzioni, ma dal “troppo elevato livello di vita” delle masse. Che come  causa delle crisi ne devono poi pagare le conseguenze e i sacrifici. In questo silenzio, in questa distorsione della realtà, media, partiti, governi, politici, giornalisti, agiscono, all’unisono, in sintonia, essendo tutti, è ultra evidente,  portaborse del capitale, e non rappresentanti dei lavoratori.  

Tutto ciò ha fatto sorgere un detto tra i marxisti: “I governi passano, ma le multinazionali restano”. Il significato più che chiaro: chi non conta niente - i governi – vanno e vengono,  mentre chi invece ha il vero potere – le multinazionali – rimane. In sostanza il vero potere è detenuto da chi sta dietro le quinte e non appare, ma rimane sempre stabile, mentre chi non conta nulla, le “marionette” politiche, si alternano al governo ed eseguono.

E qui sta il motivo che spiega, come riportano costantemente i dati, il perché “i ricchi diventano sempre più ricchi” - senza sosta.

Le tattiche di manipolazione. I politici, questi subalterni, hanno imparato ad usare diversi sistemi e trucchi per far accettare alle masse salariate sfruttate gli interessi dei capitalisti. Alcuni esempi.

L’aumento dei prezzi. E’ noto nell’ambiente economico essere l’aumento dei prezzi (o inflazione) è determinato da due fattori: una causa interna in una nazione: quando un governo assieme all’imprenditoria decidono, per risolvere determinati problemi borghesi nazionali, di stampare più carta moneta, che ovviamente si riflette nell’aumento dei prezzi interni. Il secondo motivo è per cause esterne: i prezzi si innalzano quando a livello internazionale i prezzi delle materie prime salgono, il che si riflette nell’aumento dei prezzi all’interno di tutte le nazioni. Ma i politici non lo riportano: perseguendo lo scopo dell’arricchimento continuo dei capitalisti, i quali non devono trarre penalizzazioni dall’aumento dei prezzi, asseriscono siano gli aumenti salariali a causare inflazione (proprio come affermano adesso) per cui i lavoratori devono frenare le loro richieste salariali e accettarne i sacrifici.

Il lavoro precario giovanile: un enorme vantaggio per gli imprenditori. Ma un incubo, un tormento immane per i giovani. Sul lavoro precario il guadagno degli imprenditori schizza alle stelle, mentre per i giovani significa sottopagati, supersfruttati, superlogorati. Essendo che i governi nell’interesse delle aziende emanano leggi dove è permesso agli imprenditori di assumere a contratti a termine per 3 - 6 o 12 mesi, in questi contratti a termine le regole dei contratti nazionali non vengono mai rispettate, le paghe sono molto ridotte, i ritmi alla lunga intensificati, gli straordinari mai pagati e molto è in nero. Ovvi vantaggi per i perfidi padroni. Le perfide motivazioni dei politici nell’emanare queste meschine leggi di lavoro precario: “aiuta” i giovani nella loro “libertà” di “cambiare lavoro quando vogliono”. I loschi vantaggi per i padroni non vengono però mai citati.

Le pensioni. Il prolungamento dell’età lavorativa viene presentata come un “aiuto ai giovani”. Il motivo sarebbe: le casse pensionistiche sono “vuote”, quindi per colmare questo buco ai fondi, invece di far pagare più contributi pensionistici ai giovani, si prolunga l’attività lavorativa ai lavoranti già in servizio. Nessun accenno che i ricchi sono strapieni di miliardi, che diventano sempre più ricchi, che soldi per le pensioni ce ne sono più che a sufficienza. Che i ricchi di conseguenza potrebbero con i loro miliardi, avuti dal lavoro degli operai, pagare senza problemi le pensioni. Nessun menzione a questo.

Stessa operazione di depistaggio viene fatta sulle guerre. Anch’esse mai presentate per quelle che sono: uno scontro cruento, sanguinario tra i briganti 

capitalisti, che per i loro sporchi interessi si contrastano militarmente nel mondo per appropriarsi delle varie nazioni in via di sviluppo. Vedi l’attuale guerra in Ucraina, ma anche in Libia, Mali, Jemen, Etiopia, o ieri in Siria e Iraq contro la borghesia musulmana dello “stato Islamico”.  Nell’interesse delle multinazionali coinvolte nelle diaspore per contendersi queste nazioni/mercati, il compito dei politici è esattamente quello di presentare un “cattivo” o più “cattivi”, come causa, che ovviamente sono solo concorrenza.

Concludendo. Abbiamo evidenziato chiaramente il ruolo dei politici in questa società del capitale. Come bravi “servitori” accondiscendenti, da bravi “lacchè”, devono nascondere, distorcere la realtà. Il loro compito è proprio non far mai apparire i veri responsabili delle cause di tutte le disfunzioni che tormentano la società: i capitalisti. Devono, assieme ai media, agli intellettuali, ai preti, ecc. difenderli in tutti i modi, inventando pretesti, fabbricando diversivi, così che le masse accecate accettino i sacrifici e si schierino dalla parte di chi li soggioga.


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