MENTRE I LAVORATORI SONO SUPERTASSATI, I RICCHI PAGANO TASSE MINIME

 

GOVERNI E PARLAMENTI SOTTO CONTROLLO DEI RICCHI. 

UNA  CONFERMA  DEL  MARXISMO.

Il fatto che i ricchi diventino sempre più ricchi, paghino solo un minimo di tasse ed evadano segretamente le tasse è un fatto ben noto, non un segreto, è ormai pubblico.

Ciò che è noto è il motivo per cui i ricchi possono permetterselo e quale potrebbe essere il rimedio.

Innanzitutto sorge la domanda: come è possibile che i ricchi nelle società democratiche in cui vengono dichiarati uguali diritti e doveri, in cui si suppone che prevalga la giustizia sociale, in cui i governi sono eletti dalle masse lavoratrici e in cui si dice che i governi hanno il potere e possono decidere tutto, possono arrivare all'assurda situazione di non pagare le tasse?

È perché i ricchi sono più intelligenti degli altri? Oppure riusciranno a trovare scappatoie nelle banche per poter pagare poche tasse o addirittura evadere le tasse? Sono per caso privilegiati nella società? O c'è qualcos'altro?

No, i ricchi non sono i più intelligenti di tutti, e non è che trovino scappatoie per pagare poche o nessuna tassa. No. E nemmeno sono dei privilegiati.

Se è così è perché ci sono leggi fatte deliberatamente che danno loro "la possibilità di evitare particolarmente bene le tasse, legalmente ma anche illegalmente"” (NTV – 14.05.2024 “Darum zahlen Superreiche die niedrigsten Steuern” ‘E’ così che i superricchi pagano tasse minime’) che ovviamente per i lavoratori dipendenti non esiste.  

Come mai ciò, in queste società democratiche dove sono le masse lavorative che votano gli esecutivi? Molto semplice: la verità è che i ricchi sono i veri dominatori che dietro quinte dirigono la società nel loro interesse, di nascosto, e governi e parlamenti sono solo organismi figurativi, che, anche se votati dai lavoratori, hanno lo scopo di favorire i ricchi capitalisti. Capitalisti determinanti che pagando ai partiti le estreme costose campagne elettorali (e non solo) ne pretendono poi di essere serviti nei propri interessi economici, politici e anche militari (logico!).

Per cui di conseguenza i capitalisti impongono ai partiti subalterni, da loro abbondantemente finanziati, di legiferare leggi per evitare tasse, senza poi essere perseguiti penalmente. E  governi e parlamenti naturalmente eseguono. E questo spiega il tutto.

E a nessun politico o governo è permesso non rispettare questa prassi, questi ordini. L’esempio nel Regno Unito del governo “Liz Truss” nel sett. 2022 è esemplare: appena il suo nuovo esecutivo ha reso noto di aver messo nel suo programma la tassazione dei ricchi ha dovuto subito dimettersi. E’ durato 44 giorni!

La scusa poi per far accettare alle masse questa assurdità è tra le più stupide di sempre: I liberali sostengono che ciò graverebbe maggiormente sulle imprese di medie dimensioni. Ciò sarebbe dannoso per la crescita economica. Le aziende sarebbero quindi più propense a investire all’estero” (ibidem - NTV 14.05.2024).

In altre parole: il denaro risparmiato dall’ aumento delle tasse verrebbe usato dalle imprese per investire di più, favorendo così l’economia aumentando l’occupazione.

Questa argomentazione è facile da confutare: se le famiglie dei lavoratori potessero pagare meno tasse, potrebbero spendere questi soldi per acquistare più beni di consumo, aumentando così in modo significativo l’economia nazionale, l’industria e quindi l’occupazione, ecc. Oppure i lavoratori stessi potrebbero utilizzare questo denaro per i propri investimenti, che a loro volta creano più lavoro, occupazione, ecc. Ma ovviamente questi argomenti non vengono mai menzionati dai lacchè della borghesia, poiché screditerebbero i politici e i governi ed evidenzierebbero il loro ruolo subordinato di burattini.

Continua poi portale NTV spiegando - molto interessante - come le aziende di norma tecnicamente possono per legge non pagare le tasse: «I super ricchi risparmiano anche sugli utili azionari, spiega l'esperto fiscale Jirmann nel podcast. Normalmente, quando le azioni vengono distribuite su un conto corrente è dovuta un'imposta sulle plusvalenze di circa il 26%. "Questo non succede ai super-ricchi. Non hanno il reddito distribuito sui loro conti privati. Finiscono in società di investimento e non ci sono quasi tasse. Questo è uno dei motivi per cui le aliquote fiscali sono molto più basse "» (ibidem).

Spieghiamo. In genere, chi investe in azioni deve pagare un’imposta del 26% sul reddito percepito. Ma i ricchi riescono ad aggirare anche questo. Perché, come spiega l'esperto, i profitti non confluiscono nei loro conti correnti, ma in “società di investimento” (più o meno fittizie), per lo più straniere, dove pagano poche o nessuna tassa.

Quindi non corrisponde neanche a verità (e questo è molto noto nell’ambiente borsistico) che i soldi risparmiati dalla bassa tassazione sui ricchi finiscono in investimenti nazionali per favorire l’economia, ecc. perché questo denaro non viene versato sui loro conti correnti nella propria nazione, in quanto le aziende  “Non hanno il reddito distribuito sui loro conti privati [e i soldi] finiscono in società di investimento” che operano all’estero o sono società estere, molto spesso “finanziarie sovranazionali speculative”.  Perciò a conferma, niente a che vedere con l’economia nazionale.

Tecnicamente, questo spiega la frode legale delle imprese e delle banche, e spiega l’imbroglio dei politici che approvano leggi speciali che consentono l’evasione.

Ciò vale ovviamente anche per la “democratica” e “corretta” Germania …

Ma per il marxismo questa è questione già da tempo risolta, chiara e sempre ribadita: i governi sono sotto stretto controllo della “dittatura democratica della borghesia”. Il tutto spiegato accuratamente ne Il Capitale di Marx e anche in “Le nostre  posizioni politiche” nel nostro portale “Der Kommunistische Kampf”.  

Costantemente però emergono lamentele e prese di posizione contro questa enorme pubblica ingiustizia. Non solo da intellettuali, ma anche da politici e partiti stessi. E naturalmente come si può immaginare senza alcuna incisività politica. 

Poiché le lamentele dei partiti o sono pure tattiche elettorali, dal momento che tutti i politici sanno che "i ricchi non si possono toccare", il che è confermato dal fatto che gli stessi partiti che prima criticavano aspramente i ricchi perché "non pagano le tasse" poi, una volta al governo, regolarmente non dicono una parola al riguardo. Oppure sono pietosi piagnucoloni di intellettuali che aspirano ad un “capitalismo umano ed equo” senza contraddizioni e ingiustizie, il che è ovviamente utopico e impossibile nel controverso sistema. Utopia in quanto sognano governi che si dovrebbero imporre sui miliardari per far pagar loro le tasse e poterle così ridurre alle famiglie dei sovratassati lavoratori. Utopia perché a loro non è chiaro che i governi non hanno alcuna “autonomia“, essendo che i miliardari ne pagano loro massivamente le campagne elettorali e che poi arrivati al governo devono servire fedelmente i loro finanziatori. Il tutto confermato costantemente dalla realtà.     

Concludendo. Molti pensano che le contraddizioni del sistema possano trovare soluzione nel capitalismo stesso. Sbagliano! Sono in errore, in grosso errore.  

Il capitalismo segue inesorabilmente le sue leggi caotiche trascinando nel suo caos tutta le nazioni, le persone, l’intera umanità,. Per il marxismo il capitalismo, o lo si cancella, abolisce completamente, instaurando una nuova società superiore, o esso continuerà imperterrito nei suo caotico andamento coinvolgendo senza scampo l’intera umanità.


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