Il governo contro i giovani: PIU’ “LAVORO FLESSIBILE” SIGNIFICA “PIU’ LAVORO PRECARIO PER I GIOVANI”

I PADRONI HANNO INTERESSE A PIU’ LAVORO PRECARIO

 

 

 

Leggendo l’articolo del Tageschau:  “Heil vuole incentivare il lavoro flessibile“, è interessante subito notare come tutto l’articolo sia impostato affrontando i problemi citando solo le esigenze degli imprenditori, mai quelle dei lavoratori dipendenti o dei giovani. 

Per es. scrivendo del “lavoro mobile” così si esprime il Tagesschau: “Il lavoro mobile … in questo modo i datori di lavoro devono risparmiare tempo per poter avere più tempi extra per Assistenza e compiti di riordino, ulteriore qualificazione o Volontariato, ecc ….” per poi sul lavoro fisso proseguire: … “I datori di lavoro causa motivi di azienda, devono poterlo anche rifiutare. Precisamente molti imprenditori offrono la possibilità del lavoro mobile”. Quindi, alla constatazione, tutti gli sforzi del ministro del lavoro, com’è evidente, sono orientati solo ad agevolare gli imprenditori, escludendo i lavoratori o i giovani, anche se è stato votato da quest’ultimi  .  

Questa contraddizione, tra il voto e il fare tutto il contrario dopo le elezioni da parte dei politici, è la conferma di quanto Marx afferma - e che noi avvaloriamo e ripetiamo - che le elezioni sono una farsa e  i governi nel sistema capitalistico sono al servizio sempre e comunque dei ricchi capitalisti.

 

MA PERCHE’ QUANDO SI PARLA DI “FLESSIBILITA’” NOI MARXISTI SOSTENIAMO CHE IL GOVERNO INTENDE SEMPRE IL DILATARE IL LAVORO PRECARIO A SFAVORE DEI SALARIATI?

 

Perché questo è quello che stanno facendo e intendono tutti i governi europei, Francia, Italia, Spagna, ecc. quando affrontano il tema “flessibilità” ed è l’esperienza di tanti anni di attività e di lotte che ci conferma che è questo che intendono i governi.  

L’articolo infatti rileva come nella bozza di governo si diano di proposito (com’è prassi di come operano tutti i governi) poche spiegazioni sui contenuti di cosa si intende “incentivare il lavoro flessibile”. Questo è la tattica usata per non allarmare i sindacati.     

Si citano solo temi secondari come  “il lavoro a casa”, il “lavoro mobile”, la “riqualificazione”, la “modifica dell’Hartz IV”, gli “incentivi ai figli per i genitori che lavorano”, ecc, non specificando in realtà quasi niente anche su questi. Ma di proposito si da solo un accenno “all’estensione del lavoro flessibile”, il nocciolo, la cosa più importante per gli imprenditori, che poi, come d’uso di tutti i governi europei, si tradurrà in più lavoro precario e bassi salari per i giovani che entrano nel mondo lavorativo (cosa che i giovani conoscono molto bene).

 

LE DIRETTIVE EUROPEE  (leggasi borghesia europea)

Anche la Große Koalition sta seguendo scrupolosamente le direttive UE, le quali, dirette dalla imprenditoria europea, sono protese agli interessi dei padroni e non dei salariati. Nonostante che i PIL delle nazioni siano in costante aumento e i bilanci delle banche siano sempre più che mai

positivi, le direttive UE indicano ai governi non l’aumento degli stipendi o più posti fissi di lavoro, o aiuti alle famiglie dei lavoratori, ma insistono senza tregua perché i governi si adoperino per peggiorare le condizioni dei salariati, con l’indicazione di frenare invece gli stipendi, di diminuire i posti fissi e aumentare il lavoro precario e i contratti a termine, che ai giovani vengano fatti contratti d’ingresso con stipendi molto bassi, che la spesa sociale alla famiglie venga diminuita, che si aumentino le tasse sugli stipendi e premono per la riduzione delle pensioni.

Per togliere ogni dubbio sulla politica contro i lavoratori perseguita dalla UE basti leggere cosa essa impone nel suo “Bollettino Economico BCE” (Banca Centrale Europea), 

Tutti conosciamo le terribili “Direttive UE”. Nonostante le imprese denuncino in continuazione attivi enormi, e nonostante  documento direttivo di guida ferrea per i governi europei. Lontano dagli occhi proletari, nel Bollettino, nella voce “Riquadri” - capitolo n° 5 - con titolo “Necessità di riforme strutturali nell’area euro” possiamo trovare di fatto tutta la politica che i governi europei attualmente stanno conducendo contro i salariati, cioè tutte le misure peggiorative sopra descritte.  Anche qui come fonte dei problemi da risolvere, il Bollettino”, (così come il ministro del lavoro Heil dell’SPD) si riferisce alle esigenze non dei sindacati dei lavoratori europei, ma quelle di 55 grandi imprese europee, dove la loro prima e maggiore preoccupazione è ottenere maggiore flessibilità”, esattamente come poi nella pratica il ministro Heil esegue. Leggendo attentamente il testo diventa subito chiaro come tutto il contenuto sia proiettato a rispondere alle esigenze imprenditorial-finanziarie sui problemi economici (incremento dei bilanci, meno spese sociali, taglio del welfare, maggior flessibilità, ecc.). In sostanza la politica dei governi europei viene impostata come un grande bilancio europeo per incrementare le già possenti ricchezze delle banche e delle imprese europee.

Quindi non vi sono dubbi che dietro alle dichiarazioni del ministro Heil, SPD, esecutore governativo, quando afferma di “esigere maggiore flessibilità” non ci sia dietro la trappola di “esigere” più lavoro precario giovanile.


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