MA QUALI SCOPI HANNO IN REALTA’ LE ELEZIONI IN QUESTA SOCIETA’ BORGHESE?

 

Ovviamente il marxismo ha sempre analizzato la funzione che le elezioni borghesi svolgono nelle società del capitalismo, essendo esse uno dei cardini del dominio della borghesia sulle masse lavoratrici sfruttate. Riportiamo i punti principali di due articoli del nostro giornale che possono essere significativi nel chiarire il ruolo del voto. 

 

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… Il meccanismo parlamentare consiste nel presentare alle masse più partiti, più squadre, con diverse sigle e colori, che simulano il litigio tra di loro. Lo scopo di tutto ciò è: quando il partito più votato giunto al potere, viste le leggi peggiorative emanate, perde la fiducia degli elettori (lavoratori), questo partito può essere sostituito dal nuovo più votato che prima era all’opposizione e criticava il governo. Nuovo partito all’esecutivo che naturalmente continuerà con la politica perseguita da quello precedente, indipendentemente da quanto promesso in campagna elettorale. Con questo sistema il padronato nascosto dietro le quinte, apparirà non aver svolto nessun ruolo nel peggioramento dei lavoratori, che naturalmente incolperanno delle misure negative il partito al governo. Un padronato che così può rimanere invisibile. E la storia può ripetersi all’infinito.  

Questo spiega perché i politici dicono una cosa e poi ne fanno un’altra. E spiega anche perché al governo si alternano un’infinità di partiti ma la politica contro i lavoratori e a favore degli imprenditori si perpetua. Per il padronato un grosso vantaggio, per i lavoratori un grande problema.

Ma questo contrasto - il parlamento che opera costantemente contro i lavoratori - non è senza conseguenze per la ricca borghesia. Il padronato ne paga un prezzo. In tutte le nazioni avanzate sta aumentando l’astensionismo al voto. Le masse salariate percepiscono che qualcosa non va, la delusione aumenta e il lavoratore non va più a votare. Questo calo di fiducia crea il terreno per future lotte sindacali all’infuori del parlamento.

 

E’ SOLO SU QUESTO TERRENO SINDACALE, STORICO, CHE LA CLASSE SALARIATA PUO’ ESSERE VINCENTE. 

 

Ed è su questo terreno che noi marxisti operiamo costantemente.

 

                                                “Der kommunistische Kampf – gennaio 2018”

 

… Ovviamente il teatrino sociale deve svolgersi in campagne elettorali dove di tutto e di più deve essere promesso. La sceneggiata delle elezioni è sempre eterna e infinita. Le tecniche per abbordare il lavoratore sono tra le più variegate e ingannevoli: promettere 1 per poi togliere 100; spostare l’attenzione sui difetti dell’avversario per nascondere il proprio programma a favore degli impresari; criticare una disfunzione del sistema (inutili spese sociali, clientelismo, ecc) per poi fare lo stesso; urlare contro la corruzione, quando poi sanno perfettamente che senza corruzione il sistema non può funzionare. E così via.

Dietro a tutto questa sceneggiata, il fatto fondamentale da garantire per i parlamenti è che gli interessi della cosiddetta “nazione” devono essere sempre preservati. Ma chi è la “nazione” a cui i governi e i politici sempre si riferiscono se alla fine i lavoratori ne vengono regolarmente svantaggiati? Chi è quindi quella parte di “nazione” che ricava interesse in tutto questo?  

Non è difficile intuirlo. Ma il padronato, è ovvio.

Ed è ovvio anche che, nonostante i partiti vengano eletti dai lavoratori...siano al servizio dei capitalisti.

 

E’ la traduzione pratica di quanto Lenin definisce: “La democrazia come miglior involucro del capitalismo”, o di quanto Engels afferma: Lo stato moderno, qualunque ne sia la forma, è essenzialmente una macchina capitalistica, uno Stato dei capitalisti, il capitalista collettivo ideale”.

 

Alle masse salariate che sempre più percepiscono questo problema come una contraddizione, non resta altro che allontanarsi, lentamente ma inesorabilmente, dal voto. Ma alla borghesia questo poco importa per preservare il suo dominio. I capitalisti possono condurre la società dietro le quinte guidando i partiti anche se votasse il 20-30% della popolazione, non si farebbero certo alcun problema anche con un così basso consenso. Fondamentale per loro è tenere saldamente in mano i governi e che le leggi varate siano costantemente in loro favore.   

Quello che invece temono con estrema preoccupazione è che le masse, spinte dalle disfunzioni e dal malcontento, possano reagire e rivoltarsi contro il sistema con lotte estese e intense. In questo nuovo contesto la situazione per i salariati svincolati dal voto, si girerebbe molto a loro favore. 

                                                                                    “Der kommunistische Kampf – luglio 2018”

 

 

 


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