ELEZIONI GERMANIA - Le promesse elettorali: LA BORGHESIA PRESENTA I SUOI PARTITI. CHE DEVONO CONVINCERE GLI ELETTORI CON “PROMESSE”

 

 

Si, funziona proprio così. Contrariamente a quello che si pensa, alle elezioni è la borghesia che presenta i partiti, i “suoi” candidati, tra i quali poi le persone devono scegliere chi votare.

Quindi come sempre, ha inizio la farsa della marea degli “impegni” - come mostra la tabella accanto. Naturalmente solo “promesse”.  

 

Per verificare che sono solo “vuote promesse” bisogna però ritornare nel passato per vedere tutte le “cavolate” che i partiti dei capitalisti nelle varie tornate elettorali hanno proposto - e che furbescamente dopo tacciono di non averle mai mantenute.

 

Prendiamo per esempio la Merkel. Erano questi i suoi impegni “forti” nella campagna elettorale del 2013 per vincere le elezioni: “pensione per le madri casalinghe, vari contributi per i figli, protezione contro l’aumento degli affitti”. “Forti impegni” perché a quel tempo queste problematiche erano molto sentite tra la popolazione (come riportato sotto anche dalla Frankfurter Allgemeine) e la cancelliera ne approfittava per prometterne l’impegno così da raccoglierne i voti.

Qualcuno ha visto la realizzazione di qualcuno di questi “impegni”? Nessuno! Assolutamente niente!

Eppure Angela Merkel è stata al governo per molti anni dopo, ma di questi “doveri” elettorali non ne ha più parlato e tantomeno affrontato alcuno. Com’è evidente e come sosteniamo, erano solo “vuote” promesse per vincere le elezioni.

 

Oppure come altro grande esempio possiamo prendere le “promesse” elettorali di un altro grande famoso cancelliere dei governi tedeschi: Schröder dell’ SPD.

Nel 1998 come candidato, in campagna elettorale erano state queste le sue altisonanti proposte: “Lotta serrata alla disoccupazione (allora – riportano le cronache - il problema era sentito al massimo) e come inizio governativo avrebbe creato 100.000 posti di lavoro nei primi 100 giorni del suo insediamento; Taglio alle tasse con riduzione della quota minima dal 25,9% al 15%; Raddoppio in 5 anni degli investimenti per l’istruzione; Lotta contro la povertà sociale, contro il lavoro nero, contro gli abusi di lavoro, più aiuti ai disoccupati; Aumento delle pensioni in prospettiva di una vecchiaia dignitosa; Alle famiglie aumento degli aiuti e degli assegni famigliari.”  Nobili intenti per prendere voti.

 

Ma vinte le elezioni, arrivato cancelliere, Schröder con lo slogan “la Germania deve fare le riforme” cambia subito musica e stravolgendo completamente quanto promesso in campagna preannuncia l’inizio invece di un’era di “rigida austerità”. Questi i suoi seguenti noti disastri sociali: “oltre alla mancata riduzione della disoccupazione: robusto taglio delle spese sociali; Taglio dell’assistenza sanitaria; Aumento esponenziale del lavoro precario con l’esplosione dei contratti a termine sottopagati, aumento del lavoro interinale e introduzione dei lavori “mini-Job” causa dei noti massivi problemi per i lavoratori; Introduzione del famigerato Hartz IV; Lotta contro i contratti nazionali per diminuire il peso dei sindacati nella contrattazione con i padroni; Innalzamento dell’età pensionabile e peggioramento delle pensioni; e così via”. 

 Una vera debacle per i lavoratori e una manna per i padroni, con l’effetto di aumentare non poco la sperequazione sociale e la forbice tra ricchezza e povertà. Brutali misure contro i lavoratori – chiaramente tutto il contrario di quanto promesso in campagna elettorale - tanto che a Schröder i sindacati gli avevano accollato l’appellativo di “compagno dei padroni” (Genosse der Bossen), anzichè “compagno” come lui come uomo di “sinistra” amava definirsi. 

 

Ma anche molto istruttivo è confrontare gli impegni elettorali dei Verdi (Die Grünen), che poi giungendo al governo, cos’ hanno fatto.   

Com’è noto Die Grünen sono stati nell’ esecutivo Schröder per 7 anni, dal 1988 al 2005, in coalizione con l’SPD. Il tema forte allora degli ecologisti era la lotta contro il nucleare, lotta per la pace, contro l’inquinamento. E ovviamente, per farsi votare, queste erano state le loro posizioni elettorali di punta nel 1998 “per il miglioramento sociale e una società più giusta”.

Cos’è invece accaduto una volta giunti al governo con il cancelliere Schröder? Sul tema ecologico era stato fissato l’obiettivo di chiudere le centrali nucleari entro il 2010 e, per agevolare i costi per il passaggio all’energia verde, era stata introdotta una tassa (esattamente come viene proposto oggi). Risultato finale: delle chiusure delle centrali nucleari non se n’è fatto niente, ma la “tassa ecologica” sulla benzina quella invece si che è rimasta. Per quanto riguarda il mantenimento della “pace” Die Grünen (i Verdi)  nel governo Schröder hanno dato il loro consenso per la partecipazione della Germania alla guerra in Kosovo (1999) e quella dell’Afghanistan (2001).

Anche qui l’ennesima conferma di come gli impegni elettorali siano solo favole con il solo scopo di prendere voti.

E non è che questi esempi - Merkel, Schröder, Die Grünen - siano eccezioni. Assolutamente no. Questo nel mondo politico capitalistico è normalità totale. E la messinscena  elettorale non è una specificità riguardante solo la Germania nei partiti di centro, di sinistra o di destra, ma accade ovviamente regolarmente anche in Francia, Gran Bretagna, America, Cina, Russia, cioè in tutte le nazioni. Non può essere diversamente in una società dove i politici di nascosto lavorano realmente per i capitalisti.  

Bisogna aver molto chiaro questo meccanismo manipolatorio, per capire. 

 

LO RIPETIAMO DA SEMPRE: NEL CAPITALISMO LE PROMESSE ELETTORALI SERVONO SOLO PER PRENDERE VOTI, NON PER ESSERE MANTENUTE.

I BENEFICI SOCIALI I LAVORATORI LI HANNO SEMPRE CONQUISTATI CON LE DURE LOTTE.

 

IL PARLAMENTO POI, CON I VERI GOVERNI, SI E’ SEMPRE INCARICATO (a conferma del suo ruolo capitalista) DI ERODERE, DI DIMUNUIRE LE CONQUISTE SOCIALI (peggioramento delle pensioni, aumento del lavoro precario, frenare l’aumento agli stipendi, libertà di licenziare, più tasse, meno protezioni sociali, e così via) E DI PORTARE LE MASSE NELLE GUERRE.


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