MARX IL RIVOLUZIONARIO. AL SERVIZIO DELL’EMANCIPAZIONE

 

Ha dedicato tutta la sua vita alla lotta per una società superiore.

UN ESEMPIO DA SEGUIRE

 

L’impostazione del lavoro rivoluzionario di Marx la si può riassumere in questa citazione di Pavel Annenkov: “Il 30 marzo 1846 a Bruxelles si tiene una riunione alla quale sono presenti Marx, Engels, Weitling, il belga Philippe Gigot, i tedeschi Edgar von Westphalen, il cognato di Marx Joseph Weydemeyer, Sebastian Seiler, e il russo Pavel Vasil’evic Annenkov che scrive una relazione della seduta: «Weitling parlò per primo, ripetendo tutti i luoghi comuni della retorica liberale e avrebbe senza dubbio parlato più a lungo se Marx ....

... non l’avesse interrotto, la fronte aggrottata per la collera. Nella parte essenziale della sua risposta sarcastica, Marx dichiarò che sollevando il popolo senza fondarne in pari tempo l’attività su basi solide, lo si ingannava. Far nascere speranze fantastiche non portava alla salvezza, ma piuttosto alla perdita di coloro che soffrivano; rivolgersi agli operai e soprattutto agli operai tedeschi, senza avere idee strettamente scientifiche e una dottrina concreta, significa trasformare la propaganda in un gioco privo di senso, peggio, senza scrupoli. Weitling replicò che con la critica astratta non si sarebbe potuto ottenere nulla di buono e accusò Marx di non essere altro che un intellettuale borghese lontano dalle miserie del mondo. A queste ultime parole Marx, assolutamente furioso, diede un pugno sul tavolo così forte che il lume ne tremò, e, alzandosi di scatto gridò: «Fino ad ora l’ignoranza non ha mai servito nessuno!» (Pavel Annenkov, cit. in U. Cerroni, cit., 27). Per Marx, combattere seriamente il capitalismo significava perciò operare su basi “scientifiche”, concrete, solide, non superficiali, su “speranze fantastiche”. E questo sarà la bussola che orienterà il grande rivoluzionario per tutta la sua vita politica. L’agire deve essere guidato dallo studio e lo studio deve servire per l’agire: questo il credo ferreo adottato dal rivoluzionario Marx, che fin da giovane partecipa a tutti i moti rivoluzionari, partendo dal grande sconvolgimento del 1848 che determinerà in tutta Europa l’ascesa della borghesia. 

Ed è proprio dalla sua analisi scientifica che Marx già da giovane, assieme ad Engels, può vedere da subito che il nascente proletariato, allora piccolissima minoranza nella società capitalista, nel futuro sarebbe così enormemente diffuso fino a diventare predominante nella società, per diventare poi il motore che sopprimerà e supererà il controverso sistema capitalistico. Da questa visuale Marx si attiva quindi per organizzare, sia teoricamente che organizzativamente, il proletariato, futuro elemento degli stravolgimenti sociali.  

Comincia questa sua intensiva attività politica con il fondare nel 1847, non ancora trentenne, assieme ad Engels, la “Lega dei Comunisti”. Così cita l’articolo 1 dello stesso Statuto di fondazione: «Scopo della Lega è il rovesciamento della borghesia, la soppressione dell'antica società borghese fondata sugli antagonismi di classe e l'instaurazione di una nuova società senza classi e senza proprietà privata». E già da subito è evidente che i due dirigenti comunisti hanno già chiaro che per raggiungere l’obbiettivo dell’abbattimento del perverso sistema mercantile la loro appena costituita organizzazione ha bisogno di basi teoriche molto solide affinchè la lotta possa essere efficace. Per cui Marx ed Engels scrivono il “Manifesto del Partito Comunista” come base programmatica. Con questo fondamentale scritto analitico il nascente movimento ha perciò adesso la possibilità di intraprendere con 

consapevolezza i suoi primi passi di lotta, su basi reali, scientifiche, non con idee di fantasia o dettate dalla passione come avveniva prima con i “socialisti utopisti”. Sarà il primo elemento di coscienza concreta nella lotta contro la borghesia, che in seguito tutti i comunisti del mondo adotteranno. 

Essendo che tutto il lavoro per Marx - in collaborazione con Engels - è in funzione della rivoluzione, scrive molteplici trattati scientifici, in modo che la lotta proletaria, possa raggiungere con consapevolezza l’obbiettivo dell’abbattimento capitalistico.

In questa prospettiva il rivoluzionario nel 1844 scrive “i Manoscritti economico-filosofici”,  nel 1845 La sacra famiglia”, le Tesi su Feuerbach (1845), L'ideologia tedesca (1845), Miseria della filosofia (1847), nel 1849 Lavoro salariato e capitale” , “Il 18 brumaio di Luigi Napoleone” (1852), “Grundrisse” (1857-1858), “Per la critica dell'economia politica” (1859), l'incompiuta opera de Il Capitale” (1867), “La guerra civile in Francia (1871) e “la Critica del Programma di Gotha” (1875). A questo va aggiunto tutto il lavoro sul "Materialismo storico".

Tutte le analisi    politiche, sociali, economiche e filosofiche, scritte, va ripetuto, spesso im modo molto semplice, non per compiacere se stesso, ma con lo scopo preciso di sostenere e organizzare la lotta politica rivoluzionaria. 

In contemporanea ovviamente intensissima è la sua attività pratica.

Dopo la "Lega dei Comunisti" del 1847, Marx fu tra i fondatori della "Prima Internazionale" nel 1864, per la quale scrive il discorso di apertura dello statuto dell'Associazione. All'interno dell'Associazione  è responsabile della Germania e successivamente anche dei Paesi Bassi e della Russia. In questo periodo è molto attivo nel lavoro di chiarificazione politica e di orientamento dell'organizzazione, conducendo al contempo una lotta decisa contro i socialisti utopisti, la corrente borghese radicale e gli anarchici.

Nel 1875, con il suo trattato "Critica del programma di Gotha", delineò le linee programmatiche fondamentali su cui si sarebbe fondato il Partito Socialdemocratico di Germania, che Marx ed Engels avrebbero guidato fino alla loro morte.

È difficile trovare nella storia una dinamica rivoluzionaria teorica e pratica così intensa allo stesso tempo.  Molto lontano dalla rappresentazione borghese di un Marx descritto "solo" come filosofo. Si tratta di una attività rivoluzionarie di altissimo livello che ha fatto la storia. UN ESEMPIO DA SEGUIRE.

Un riferimento particolare al famosissimo "Il Capitale": un'analisi così reale e dettagliata della società capitalista che anche molti avversari politici ne riconoscono la validità scientifica. L'analisi scientifica completa di Marx e il suo lavoro pratico con la "Lega dei Comunisti", l'"Internazionale" e il "Partito Socialdemocratico di Germania" sono oggi i criteri pratici granitici su cui si basano tutte le organizzazioni che lottano contro il perverso capitalismo.  E così sarà fino al suo rovesciamento finale. Un grande ringraziamento al grande Marx.

 


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